In Germania nei primi sei mesi dell’anno il 49% della produzione di energia elettrica è stata ricavata da fonti rinnovabili. Rappresenta un aumento del 6% rispetto ad un anno fa. Sia eolico che solare sono i settori che hanno contribuito di più, anche se i consumi, a fronte dei rincari, si sono ridotti. Il dato scaturisce da conteggi provvisori dell’associazione di settore Bundesverband der Energie- und Wasserwirtschaft (BDEW) e dell’istituto di ricerca di Stoccarda Zentrum für Sonnenenergie- und Wasserstoff-Forschung Baden-Württemberg (ZSW). Ben il 21% dell’energia elettrica è stato assicurato da centrali eoliche a terra, mentre l’anno scorso era stato il 17%. L’energia solare ha contribuito al 12% rispetto al 10% di un anno fa. I tedeschi hanno anche usato due miliardi di kWh in meno e i consumi si sono attestati a circa 281 miliardi di kWh. Solare, eolico e altre fonti rinnovabili ne hanno forniti 139 miliardi, le fonti convenzionali 159 miliardi. La differenza tra i 298 miliardi prodotti ed i 281 impiegati è stata esportata.
In questo quadro il governo martedì ha trovato l’accordo sugli ultimi dettagli del pacchetto energia, nell’insieme circa 600 pagine, con cui definisce i criteri per espandere le fonti rinnovabili da vento, sole, acqua e biomasse, mirando a coprire almeno l’80% del fabbisogno energetico nazionale in 8 anni, pur estinguendo le accise in bolletta sullo sviluppo delle energie ecologiche (EEG) facendone ricadere il finanziamento nel bilancio. Un segnale inequivocabile che l’espansione delle rinnovabili ha priorità, tanto più che le leggi sono state approvate giovedì dal Bundestag ed era scontata la conferma venerdì al Bundesrat, anche se il politico esperto in temi energetici della Cdu Andreas Jung lamenta che il governo ha agito dall’alto senza organizzare un tavolo coi Länder.
Tra le norme più importanti la legge “Eolico a terra” vincola i Länder a destinare in media almeno il 2% del territorio alle pale eoliche nei prossimi dieci anni. Nello specifico, le piccole città-Stato Brema, Amburgo e Berlino devono devolvervi solo lo 0,5% del territorio, mentre dove c’è più vento in Bassa Sassonia, Brandeburgo, Turingia, Sassonia-Anhalt, Assia e Renania-Palatinato si sale al 2,2%. Sono poi previsti dei traguardi intermedi entro il 2027 ed i Länder che li superano potranno trasferire superfici agli altri con accordi statali. Il Ministro per il clima Robert Habeck (Verdi) parla di corretta distribuzione con cui i Länder vengono resi responsabili che l’espansione delle rinnovabili deve riuscire in uno sforzo collettivo.
Affinché i permessi di installazione dei parchi eolici siano più veloci lo sviluppo di energia pulita è dichiarato di prioritario interesse generale. Con ciò la pianificazione e le regole di concessione, come per esempio la distanza dalle aree di cova di volatili protetti, sono standardizzate. Vengono tolti argomenti ai procedimenti giudiziari di opposizione. I Länder restano liberi, peraltro, di decidere come raggiungere i traguardi fissati dal governo, determinare le aree e mantenere le distanze minime dall’abitato fin qui decise che, ad esempio, la Baviera determina in 10 volte l’altezza delle pale; limiti che però decadranno se non procedono.
Il pacchetto legislativo prevede altresì l’aumento dei pannelli solari sui tetti e lungo superfici libere nelle autostrade e linee ferroviarie. Una pietra miliare per l’Associazione federale economia solare BSW, che pure rivendica debbano essere eliminate ancora barriere agli investimenti. Ed anche l’Associazione federale per le energie rinnovabili BEE chiede un nuovo pacchetto legislativo in autunno che dia prospettive anche al settore del biogas.
Soprattutto l’ampliamento dell’energia eolica a terra va però a rilento, in tutta la Germania le nuove autorizzazioni nel primo semestre dell’anno sono state 311, solo in leggero calo rispetto all’analogo periodo del 2021 in cui erano 321, ma praticamente un terzo rispetto alle 895 del 2014, e la metà rispetto alle 699 del 2015. Per il raggiungimento dei traguardi climatici del governo dovrebbero invece essere installate dalle 1.500 alle 2.000 pale eoliche all’anno, e il numero delle autorizzazioni concesse ora determina le installazioni dei prossimi due anni. Lunghe procedure di pianificazione ed autorizzazione, quand’anche con grosse differenze tra i Länder, sono un freno. Nell’ultimo semestre i nuovi permessi in Nord-Reno Vestfalia sono stati 79 mentre in Sassonia 2 ed un anno fa sono persino state smantellate delle turbine.
La mancanza di forza lavoro specializzata e le interruzioni nelle catene di rifornimento di materie prime in seguito a guerra e pandemia fanno apparire i propositi governativi molto ambiziosi. Sono però ineludibili. Martin Kröger, amministratore delegato della Verband Deutscher Reeder, pronostica infatti che la Germania avrà difficoltà a ricevere gas liquefatto (gnl) in breve tempo in alternativa: non ha le navi cisterna necessarie per i trasporti di lungo tragitto. Ce ne sono circa 500 ma sono molto contese sul mercato.
Dietro insistenza della Fdp è stato invece abbandonato il traguardo di ottenere un sistema di produzione elettrica completamente clima-neutrale entro il 2035, cioè in cui tutti gas serra siano evitati o immagazzinati, che peraltro non era nel contratto di governo. Si ammette così l’impiego del carbone che per Spd e Verdi dovrebbe cessare entro il 2030, per ora fino al 2038. Per Kai Niebert, presidente dell’associazione ambientalista Deutscher Naturschutzring la guerra dovrebbe essere invece incitazione a procedere nelle trasformazioni e non frenarle.