La sfida tra i pugili più perdenti d’Italia come evento principale di una riunione romana. È l’idea che è venuta al vulcanico Davide Buccioni, manager tra gli altri degli ultimi due italiani a diventare campioni del mondo. Nella boxe esistono da sempre i cosiddetti collaudatori, cioè dei mestieranti che salgono sul ring per far crescere i giovani sia come esperienza che nel record personale. A loro è richiesto di incassare i colpi e rimanere in piedi il più possibile. Non certamente di vincere. Ce ne sono in tutto il mondo e al pugilato sono sempre serviti. In Italia tra tutti se ne elevano due. Luigi Mantegna ha 45 anni e 100 incontri da professionista: 96 sconfitte, due vittorie e altrettanti pareggi. Non vince un match da più di sei anni. Giuseppe Rauseo è più giovane di quattro anni, ha disputato in carriera 80 match, anche lui ne ha vinti solo due. L’ultimo suo trionfo è del 2015. Entrambi gravitano attorno alla categoria dei superwelter.
E così il promoter romano Buccioni vuole ora rendere loro omaggio, pensando ad una riunione quantomeno curiosa. “Non so quando – dice al fattoquotidiano.it – ma proverò sicuramente ad organizzare il match. Non come incontro collaterale, ma come evento principale della serata. Anche i campioni li metterei sotto di loro in palinsesto. Il nome della riunione? Potrebbe essere qualcosa tipo Losers Fight. I mestieranti sono pugili richiesti e guadagnano anche più di altri pugili. Possono fare due match al mese e salvano l’incontro quando all’ultimo salta un pugile. Loro combattono sempre, a qualsiasi peso. Se lo meriterebbero, Mantegna e Rauseo. Perché sono bravi ragazzi che lavorano e combattono per mandare avanti le famiglie. Rispetto per loro, dentro e fuori dal ring”. Un favorito per questa notte dei collaudatori ce l’ha? “Se la giocano. Anche se Mantegna ha tanta esperienza, secondo me vincerebbe Rauseo. L’ho visto recentemente mettere a terra l’avversario con un bel colpo, ma poi alla fine… ha perso”.
Buccioni è un manager molto attivo da anni. Lo è stato di Giovanni De Carolis, che ora ha deciso di concludere la carriera con la Opi since 1982 della famiglia Cherchi. Quando De Carolis vinse nel 2016 il mondiale dei supermedi WBA, Buccioni era lì con lui in Germania. Oggi lo è di Michael Magnesi, campione del mondo IBO, a caccia di una seconda cintura mondiale, che potrebbe essere quella IBF. “Credo moltissimo in Michael. Ha un record 21-0. Negli ultimi sette match mai è andato oltre alla quinta ripresa. Ha fatto da sparring partner a un certo Gervonta Davis e in America sono tutti sbalorditi. Punto molto anche su Squeo, è veramente un toro con un record di 10-0. È così forte che in Italia nessuno vuole combattere con lui, sono otto mesi che aspetta di giocarsi il titolo nazionale. Un altro che voglio segnalare della mia scuderia è Pietro Rossetti”.
Nel recente passato Buccioni ha avuto anche Daniele Petrucci e Mirco Ricci: “Petrucci è stato il simbolo del pugilato romano per tanti anni. Ha portato più di 8 mila persone allo stadio del tennis”. Ricci, trent’anni a luglio, si trova invece in carcere: sconta pene relative a una lunga serie di reati. Nel 2018 è stato condannato in appello a 11 anni e 10 mesi di reclusione per il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione. “È stato da sempre un mio pugile, l’ho costruito da dilettante. Ne ho avuti tanti, ma il vero talento pugilistico è stato Mirco. Un mediomassimo veloce come un leggero. Faceva match con soli 7 giorni di allenamento. Quando fece per una volta una preparazione vera ha letteralmente malmenato in Germania Enrico Koelling, nel 2015 astro nascente della boxe tedesca. Come si fa a non avere dei rimpianti in una situazione del genere?”. Buccioni intanto continua la sua attività tra stelle della boxe e quelli che stanno seduti all’ultimo banco e non vincono mai un incontro. A questi ultimi l’occasione gliela darà lui a breve.