Al gran ballo dei centristi si presenta l’ennesima debuttante. È Italia al Centro, il nuovo soggetto politico – il terzo in meno di tre anni – fondato dal presidente della Liguria Giovanni Toti dopo la scissione da Coraggio Italia (che aveva lanciato poco più di un anno fa insieme al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro) e presentato sabato mattina con una convention a Roma. Una federazione che dovrebbe tenere insieme i seguenti soggetti: Cambiamo!, il partitino fondato da Toti nel 2019 (che non si vede, ma esiste ancora); Identità e Azione (IdeA) di Gaetano Quagliariello; la sub-componente del Misto al Senato chiamata “Europeisti” (ciò che rimane del vecchio gruppo Europeisti-Maie-Centro Democratico); e Noi di Centro, micro-partito di Clemente Mastella e della moglie Sandra Lonardo. Tutto questo arsenale messo insieme dovrà lottare per dividersi un bacino potenziale del 10% di voti – il massimo raggiungibile, secondo i sondaggi, dal mitologico “centro” – con almeno altre sei forze: Coraggio Italia, Noi con l’Italia di Maurizio Lupi, la federazione +Europa/Azione, Italia Viva, il Centro democratico di Bruno Tabacci e il neonato “Insieme per il futuro” di Luigi Di Maio. Senza contare il vagheggiato “partito dei sindaci” di Beppe Sala e quella fronda di Forza Italia che guarda a sua volta al centro, formata dai ministri Renato Brunetta, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna.

Toti a Berlusconi: "Il Centro è di tutti"
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Ad lanciare l’allarme sui possibili effetti indesiderati di un tale sovraffollamento ci ha pensato il leader di Azione Carlo Calenda, intervenendo per primo alla kermesse. L’ex ministro dello Sviluppo economico si è detto scettico dall’inizio sulla scissione di Di Maio, e ha ribadito più volte di voler correre in autonomia. “Il nostro è un cantiere aperto, e il 24 settembre, data del congresso, chiunque può venire, anzi deve venire. Ma sarò franco: Toti è un bravo amministratore, così come il sindaco Bucci (il primo cittadino di Genova, anche lui presente, ndr) perché fa avvenire i fatti. Se volete venire con noi dovete essere netti, e dire che non si può stare un po’ qua e un po’ là. Se dite che è aperto a tutti finirete annacquati in un centro che non serve a nessuno. Un laico ha il dovere della verità e della coerenza. Presentandoci da soli dobbiamo costringerli a un governo di persone competenti, europeisti e riformiste. Il fritto misto non serve, serve ai nostri avversari per criticarci”, avverte. “Quello che salva l’Italia non è il centro in cui si sta un po’ a destra e un pò a sinistra, ma una potente iniziativa di liberazione delle forze. Il centro liberale è il luogo delle scelte nette e delle persone capaci”. E punzecchia: “Toti, ti voglio bene. Ma la prossima volta che ti sento dire che Di Maio è bravo mi arrabbio parecchio, perché non se po’ senti’…”

Toti, però, da quell’orecchio sembra non sentirci: “A Calenda dico che noi saremo nettissimi: essere moderati non vuole dire essere ondivaghi o incerti. Abbiamo delle convinzioni solidissime. Ma queste convinzioni solidissime non ci impediscono di dialogare. Se noi chiudiamo al confronto, chiudiamo la possibilità di costruire un programma comune e poterlo realizzare. Grande nettezza di idee ma anche grande capacità di dialogo”, afferma. “Il dialogo parte dai fatti e dai progetti, non dal gioco delle coppie, che piace ai giornalisti ma non è compreso dai cittadini. Io dico agli amici di Azione e di Italia Viva: mettiamo le cose una dietro l’altra, partiamo dai contenuti e poi vediamo”. E replica anche al suo ex mentore, Silvio Berlusconi, che aveva avuto parole sprezzanti sul progetto di Italia al Centro (“Il centro siamo noi, è Forza Italia”): “C’è chi dice “Il centro sono io”. Ma il centro è di tutti“. Alla convention, tra gli altri, anche Ettore Rosato, Mariastella Gelmini (“Non sono qui per inseguire collocazioni politiche”), Clemente Mastella e l’ex candidato sindaco di Torino Paolo Damilano. Presentato anche un sondaggio di Antonio Noto secondo cui “un’area potenziale di elettori che va dal 14% al 18% si definisce di centro e chiede politiche in grado di superare le emergenze e di garantire stabilità”, prontamente rilanciato dal governatore ligure sui social.

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