Qualche giornale è tornato a “dare i numeri” sulla pandemia.

Una delle fake news più ascoltate nei social media in questi anni di pandemia è stata “il vaccino non è efficace”. Ma oggi il quotidiano italiano La Verità si è superato e ha dedicato la prima pagina alla bufala “muoiono i vaccinati, non i no vax” citando a sproposito il prof. Andrea Crisanti. Potete ascoltare la sua intervista a questo link.

Ovviamente, le prove scientifiche demoliscono in modo inequivocabile l’asserzione “muoiono i vaccinati, non i no vax”. Ne cito un paio, anche se esiste ampia letteratura sull’argomento. A volte sorge il sospetto che alcuni giornalisti non siano molto interessati ad approfondirla.

A livello mondiale, come mostra questo studio pubblicato su Lancet, la vaccinazione contro il Covid-19 ha sostanzialmente alterato il corso della pandemia, salvando una stima di 14,4 milioni di vite in tutto il mondo da dicembre 2020 a dicembre 2021.

Per quanto riguarda la campagna vaccinale italiana, un recente report mostra che il tasso di ospedalizzazione standardizzato per età, relativo alla popolazione di età superiore ai 12 anni, nel periodo maggio-giugno 2022 per i non vaccinati risultava oltre 2 volte e mezza più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e oltre 3 volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Il tasso di mortalità standardizzato per età, relativo alla popolazione di età superiore uguale a 12 anni, nel periodo aprile-maggio 2022, per i non vaccinati risulta circa 4 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e circa 6 volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster.

Le prove scientifiche suggeriscono anche che una comunicazione del rischio improvvisata, confusa, poco chiara e incoerente potrebbe compromettere l’efficacia delle politiche di prevenzione adottate dai governi in risposta alla pandemia.

In Nuova Zelanda, l’approccio alla comunicazione del rischio adottato dal Primo Ministro Jacinda Ardern è basato su cinque assunti fondamentali – evidenza scientifica, autorevolezza nella presa di decisioni, cooperazione e collaborazione con le altre figure coinvolte nella gestione della crisi, promozione della solidarietà sociale ed attenzione all’educazione dei cittadini.

E qui in Italia?

Urgono azioni coordinate per migliorare la comunicazione nella gestione di crisi sanitarie. Oltre a fornire un’accurata formazione scientifica dei giornalisti in concetti base di epidemiologia e salute pubblica e istituire azioni di informazione e formazione che incrementino le conoscenze scientifiche dei cittadini sugli stessi temi, alcune azioni dovrebbero coinvolgere gli scienziati che rilasciano dichiarazioni alla tv o alla stampa.

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