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Umberto Smaila: “L’abolizione dell’aborto negli Stati Uniti era qualcosa di impossibile da immaginare”

Il musicista e showman si è raccontato in un’intervista a Fanpage, tra la memoria dei successi, il ricordo di “Colpo Grosso” e la possibilità di una serie tv sulla sua vita

di F. Q.

Umberto Smaila è pronto per la ripartenza e per un’altra estate di musica live. In un’intervista a Fanpage.it, il musicista si è raccontato tra successi, ricordi e la dovuta menzione a “Colpo Grosso”, il programma che l’ha reso eterno sul piccolo schermo. Smaila sta bene e, dopo il terribile periodo della pandemia, si dice pronto a far tappa in diverse località in Italia con un tour denso, che ritiene sarà fulcro della movida: “Gli italiani sono un popolo focoso, vogliono divertirsi, ballare e non riescono a stare fermi. Poi, certo, c’è da fare dei distinguo. Il pubblico di Napoli, per esempio, non è il pubblico di Gallarate per dire. Napoli è la mia tappa ideale, perché si balla di continuo”. Sulla musica della nuova generazione, poi: “Rapper e trapper fanno cose che per me sono impossibili da inserire in una scaletta. Anche mio figlio, Rudi Smaila, che ora lavora con me, ha un suo repertorio più giovane del mio, ma certi tormentoni di oggi sono difficili da inserire”.

Nel corso dell’intervista, lo showman ha parlato anche del programma che lo ha consacrato in tv: “Oggi ‘Colpo Grosso’ non avrebbe ragione d’esistere. Fu un colpo allo stomaco della televisione. Si può parlare di televisione prima di Colpo Grosso e dopo Colpo Grosso. Cambiarono le carte in tavola, cambiò l’idea di guardare il piccolo schermo”, spiega. Sui problemi di costume dell’epoca, invece: “Ci furono i benpensanti dell’epoca che ci avevano messo all’indice, c’erano quelli che lo guardavano di nascosto e poi lo criticavano. C’era tutta una categoria di persone con delle idee sempre poco chiare, subivamo anche attacchi politici. Quello era un periodo confuso, era una vera e propria inquisizione”.

Durante la chiacchierata, c’è stato spazio anche per un dibattito sul mondo controverso degli Stati Uniti: “L’abolizione dell’aborto era qualcosa di impossibile da immaginare, ma non solo. Io adoro gli Stati Uniti, il punto è che si tratta di una nazione che viaggia a due velocità. C’è l’East Coast che è molto evoluta, ma gli stati centrali sono rimasti ancora a robe da Ku Klux Klan”. Infine, l’attore ha rivelato della sua passione per le serie tv e la possibilità, un giorno, di vederne realizzata una sulla sua vita: “Sicuramente sarebbe a puntate, perché c’è tanta roba da raccontare. Vorrei fare un libro tanto per cominciare perché ho avuto una vita movimentata, tanti amori, tanti figli. È importante che la gente venga a sapere una parte della mia storia. Però, per adesso, penso a lavorare per tutta l’estate”.

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