Solo una prestazione incredibile poteva regalare alla Ferrari la vittoria nel gran premio austriaco, 19 anni dopo l'ultima volta con Michael Schumacher. Senza il guasto al motore per Sainz, Maranello avrebbe potuto festeggiare una doppietta
Tre sorpassi ai danni di Max Verstappen. Un passo gara dominante. E poi la magia nel finale, quando un guasto all’acceleratore rischiava di compromettere tutto. Solo una prestazione incredibile di Charles Leclerc poteva regalare alla Ferrari la vittoria nel Gp d’Austria, 19 anni dopo l’ultima volta con Michael Schumacher. In questa gara, va sottolineato, la Rossa è stata perfetta nella strategia ai box e ha consegnato ai due piloti la monoposto migliore. È emerso però l’altro tallone d’Achille della scuderia di Maranello: l’affidabilità. La Ferrari poteva ambire alla doppietta, anzi era ormai cosa fatta: il guasto al motore di Carlos Sainz proprio mentre attaccava la Red Bull di Verstappen ha rovinato tutto. Dopo la Virtual Safety Car sono emersi i problemi pure per Leclerc, che vedeva la sua Ferrari accelerare anche quando era in frenata. Il 24enne è stato perfetto a non perdere la calma e amministrare fino alla bandiera a scacchi, ma il rischio di vedere tutto sfumare un’altra volta è stato più che mai concreto.
Prima del terrore nei giri finali, la Ferrari aveva finalmente gestito il Gran premio in modo autorevole, senza farsi ingannare dalla strategia Red Bull. Sul circuito di casa, dove tutti si aspettavano il dominio di Verstappen, la Red Bull ha provato a inventarsi una sosta anticipata per contrastare una Rossa che si è dimostrata migliore sul passo gara. Al box del Cavallino però nessuno è caduto nel tranello: Leclerc, che aveva già superato l’olandese la prima volta con la gomma gialla, è rimasto in pista, così come Sainz. Poi quando hanno montato la gomma bianca le due Ferrari hanno entrambe scavalcato nuovamente Verstappen. Lo schema si è ripetuto identico al momento del nuovo giro ai box. L’olandese, quindi, si sarebbe dovuto fermare ancora: Sainz infatti con gomma fresca lo stava già attaccando, dopo che Leclerc aveva completato facilmente il terzo sorpasso della sua gara. Ma il guasto allo spagnolo ha permesso all’olandese di usufruire della Virtual per tornare ai box e restare vicino all’unica Ferrari rimasta. Senza quel motore andato improvvisamente in fiamme, nessuno avrebbe tolto alla Rossa una doppietta meritata. Se gli imprevisti tecnici daranno tregua, a Maranello la giornata di oggi può comunque rappresentare uno spartiacque: adesso Leclerc è distante da Verstappen 38 punti. C’è ancora lo spazio per recuperare.
Dietro è stata grande battaglia, con le due Mercedes alla fine a spuntarla: Lewis Hamilton terzo, George Russell quarto, davanti all’Alpine di Esteban Ocon. In quinta posizione l’altra grande sorpresa di questo weekend: Mick Schumacher e la sua Haas, incredibilmente veloce nel dritto. Schumi jr. ha fatto letteralmente a sportellate con Lando Norris, il compagno di squadra Kevin Magnussen e chiunque altro capitasse a tiro. Da segnalare anche un Fernando Alonso che mentre supera Tsunoda lo rimprovera con l’indice alzato per averlo costretto a mettere le ruote sull’erba. A 40 anni, può permettersi di polemizzare come fosse al semaforo anche mentre sta tentando un sorpasso in staccata.
L’ordine d’arrivo del Gran premio:
1. Charles Leclerc (Ferrari), 2. Max Verstappen (Red Bull), 3. Lewis Hamilton (Mercedes), 4. George Russell (Mercedes), 5. Esteban Ocon (Alpine), 6. Mick Schumacher (Haas), 7. Lando Norris (McLaren), 8. Kevin Magnussen (Haas), 9. Daniel Ricciardo (McLaren), 10. Alexander Albon (Williams), 11. Valtteri Bottas (Alfa Romeo Racing), 12. Pierre Gasly (Alphatauri), 13. Lance Stroll (Aston Martin) 14. Fernando Alonso (Alpine), 15 Guanyu Zhou (Alfa Romeo Racing), 16. Yuki Tsunoda (Alphatauri), 17. Sebastian Vettel (Aston Martin). Out: Sainz, Perez e Latifi.
La classifica aggiornata:
Verstappen 208 punti, Leclerc 170, Pérez 151, Sainz 133, Russell 128, Hamilton 109, Norris 64, Ocon 52, Bottas 46, Alonso 29, Magnussen 22, Ricciardo 17, Gasly 16, Vettel 15, Schumacher 12, Tsunoda 11, Zhou 5, Albon 3, Stroll 3, Latifi e Hulkenberg 0.