La risposta che la Ferrari sognava, dopo le polemiche divampate nel post gara a Silverstone. Non è l’arancione ma il rosso a trionfare a Zeltweg: non Carlos Sainz come in Inghilterra, ma è di Charles Leclerc la vittoria nel Gp d’Austria, in casa della Red Bull. Il monegasco rompe finalmente un digiuno che durava da oltre due mesi, quando chiuse indiscutibilmente davanti a tutti a Melbourne (con il secondo ritiro di stagione di Verstappen, oggi secondo). E ora le classifiche Piloti e Costruttori tornano a farsi aperte, lo sarebbero state ancora di più se non fosse per la Ferrari di Sainz ritiratasi nel finale, con lo spagnolo in piena lotta per superare Max Verstappen, prima del guasto che ha mandato a fuoco il motore della sua F1-75.
Macchina perfetta, ma ennesima iella per la Ferrari
Il rammarico è il quarto ‘zero’ in stagione di Sainz (ora lontano 37 punti da Leclerc e 75 da Verstappen), ma la gara della Ferrari è da applausi, per aver fatto trovare una macchina perfetta a entrambi i loro piloti, ben bilanciata e capace di rimanere incollata al via a quella di Verstappen, per poi sgattaiolare in pieno rettilineo grazie a una trazione perfetta. Lo dimostra il fatto che Leclerc ha superato Verstappen sia con le medie che con le dure nei lunghi rettilinei del Red Bull Ring, mentre a fine gara il suo compagno di squadra spagnolo era incollato all’olandese, pronto a sferrare l’attacco deciso per quella che sarebbe stata una doppietta sicura. Il Cavallino, però, anche in Austria è preso di mira dalla iella: se a Silverstone, sette giorni fa, la Safety Car aveva scombussolato nel finale i piani di Leclerc, a Zeltweg il problema al motore di Sainz e quello negli ultimi giri all’acceleratore di Leclerc, che si bloccava a velocità bassa, ha gelato i tifosi della Rossa.
Evitato il duello interno Leclerc-Sainz come nella Sprint
Alla fine, temendo il peggio come a Baku (il doppio zero per Leclerc e Sainz), il monegasco non ha avuto nulla che gli impedisse di portare a termine la gara, nonostante degli spaventosi messaggi radio che arrivavano di continuo al suo box. Quella del monegasco è quasi un’impresa, capace di controllare gli ultimi quattro giri col gas aperto nonostante il ritorno di Verstappen, evitando persino il temibilissimo rischio dei track limits e gli eventuali conseguenti cinque secondi di penalità, beccati invece da Lando Norris e Pierre Gasly. La vittoria del numero 16 è ai livelli della vittoria di Lewis Hamilton a Silverstone sulle tre ruote due anni fa, mentre la Ferrari si dimostra ancora una volta come un’auto completa, che non ha nulla da temere alla Red Bull, ma ancora un po’ fragilina. Il problema invece del duello interno tra Leclerc e Sainz, arrivato a Silverstone per poi ritornare nella Sprint Race di sabato, non si è per fortuna manifestato al via di gara, con Leclerc che ha cambiato la sua strategia di partenza, non andando subito ad attaccare Verstappen, ma a chiudere la strada a Sainz sul lato pulito della pista. L’olandese, così, non è potuto scappare via come sabato.
Sainz, quasi certa la penalità nel GP di Francia: farà come Leclerc in Canada?
Con il ritiro e la probabile penalità che si beccherà Sainz nel prossimo GP di Francia (fra due domeniche), la patata bollente degli ordini di scuderia potrebbe risolversi senza scintille fra i piloti, sia per il team che per Mattia Binotto. Il 55 ora è molto dietro in classifica e se era arrivato in Austria avendo raggiunto il limite massimo sui cambi-motore imposto nel regolamento Fia (tre consentiti), al Paul Ricard andrà sicuramente in penalità e potrebbe adottare la stessa tattica di Leclerc in Canada: cambiare due unità di ogni componente della power unit, per avere a disposizione così due motori freschi da alternare nel corso della stagione. Un vero peccato per lui e la Ferrari, che potevano accorciare nei Costruttori (ora Red Bull 359 – Ferrari 303) per il contatto al via tra Sergio Pérez e George Russell, che ha costretto il messicano al ritiro al giro 27.
Ferrari migliore anche nei cambi-gomme e nella strategia
La Red Bull, ancora una volta, riesce a limitare incredibilmente i danni come a Silverstone, quando Verstappen aveva danneggiato il fondo chiudendo 7°, approfittando però della strategia che ha penalizzato Leclerc nel finale di gara. Ma sarà sicuramente preoccupata, perché nonostante i continui aggiornamenti portati negli appuntamenti del Mondiale, si trova sempre davanti una Ferrari completa e che riesce a stargli appresso. E alla Ferrari oggi vanno fatti gli applausi anche riguardo a strategia e pit-stop: perfetta sia nella rapidità dei cambi-gomme (sotto ai 2,8 secondi), che nel gioco di strategia (il contrario di quanto avevamo visto a Montecarlo). Lesta a richiamare Leclerc per il terzo pit dopo il ritiro di Sainz, rispondendo con le medie alla sosta in contemporanea di Verstappen, che ha inserito le stesse mescole Pirelli.
Bravo Mick Schumacher! Che disastro Pierre Gasly…
Dietro, invece, le sorprese di giornata sono le Haas di Mick Schumacher e Kevin Magnussen. E al figlio di Michael, 6° al traguardo, vanno fatti altri complimenti per la grandissima gara al Red Bull Ring: i primi punti conquistati a Silverstone (l’8° posto) gli servivano eccome e l’hanno sbloccato di testa. E se prima rischiava il volante a fine stagione, ora il gioiellino della Ferrari Driver Academy potrebbe togliersi grandi soddisfazioni. Fine settimana disastroso invece per Pierre Gasly: sabato il contatto tra la sua AlphaTauri e la Mercedes di Lewis Hamilton al via (sul podio, ma dopo una gara a parte), oggi i cinque secondi di penalità per il tocco a Vettel e altrettanti cinque per il raggiunto numero di track limits. Che disastro.