Secondo la ricostruzione della Procura, Piazzolla si sarebbe arricchito “abusando dello stato di deficienza psichica della diva”
Gioielli, mobili e opere d’arte di inestimabile valore. E ora anche una Jaguar. La lista dei beni sottratti all’attrice 95enne Gina Lollobrigida si allunga ancora e, questa volta, il colpevole sarebbe ancora una volta il suo assistente Andrea Piazzolla. La famiglia dell’artista ha accusato il segretario che, adesso, è finito sotto la lente d’ingrandimento della magistratura. Il motivo? Appropriazione indebita di 130mila euro, il ricavato della vendita dell’auto sportiva di lusso di proprietà dell’attrice avvenuta nel 2018. Una bella somma che potrebbe costare cara a Piazzolla, su cui pende un incombente terzo processo per circonvenzione d’incapace.
Stando alle ricostruzioni della Procura sulla base delle indagini della polizia economico-finanziaria di Roma, l’uomo si sarebbe arricchito “abusando dello stato di deficienza psichica” della celebre attrice, depositando subito i soldi della vendita della vettura in banca. A coordinare le operazioni il Pm Laura Condemi che, tra i plausibili reati, non ha escluso l’ipotesi di un riciclaggio di denaro. Secondo l’accusa, Piazzolla avrebbe utilizzato il ricavato della vendita per avviare svariate attività economiche e finanziarie, rendendo difficile ricostruire la provenienza dei capitali investiti. Lui si è dichiarato innocente e ha spiegato di aver agito sempre negli interessi dell’anziana attrice. I reati risalgono a quattro anni fa e nei prossimi giorni, in Tribunale, è attesa un’importante decisione: inizierà un nuovo processo?