La Sardegna brucia e la Regione, anziché risolvere le criticità della macchina antincendio (tra cui la carenza di personale), decide di affidare ai privati una parte del servizio di pattugliamento stradale. Il tutto ha un costo, per meno di 2 mesi, di circa un milione e mezzo di euro, Iva esclusa.
IL BANDO – È quanto previsto da una procedura aperta telematica dai tempi strettissimi. Il bando per individuare i soggetti privati è on line sul sito istituzionale e scadrà il prossimo 18 luglio, mentre l’apertura delle offerte avverrà il giorno successivo. I fondi fanno parte dello stanziamento di 3 milioni di euro che la Finanziaria regionale del 2022 ha previsto per rafforzare la capacità operativa delle strutture operative regionali di Protezione civile. Ma da qui ad aprire ai privati ce ne passa e proprio questo ha provocato la dura reazione di associazioni di volontariato e organizzazioni sindacali del Cfva, acronimo di Corpo forestale e di vigilanza ambientale, indignati e preoccupati da un provvedimento (pur definito sperimentale, per luglio e agosto) che sembra aprire la strada a una gestione di tipo privatistico della campagna antincendi. Servizio da sempre in capo al Corpo forestale e di vigilanza ambientale (regionale) e che vede in campo anche Forestas (agenzia, anch’essa della Regione), Compagnie barracellari, Vigili del fuoco e associazioni di volontariato.
LA PROTESTA – È stata proprio la “Rappresentanza regionale del volontariato di Protezione civile, presieduta da Emilio Garau, ad accorgersi del bando passato, fino a ieri, un po’ in sordina e a denunciare una scelta ritenuta “un inutile sperpero di denaro pubblico volto a finanziare un servizio che non può fornire alcun miglioramento concreto nell’attività antincendi”. Così hanno scritto i rappresentanti delle associazioni di Protezione civile (in Sardegna se ne contano circa 200 che a titolo di rimborsi spese percepiscono, annualmente, meno di 2 milioni) nella lettera inviata al presidente Christian Solinas e all’assessore alla Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis nonché ai sindaci dell’isola e al capo Dipartimento della Protezione civile. La richiesta è chiara e chiama in causa le varie istituzioni: “Revocare immediatamente il bando, conoscere la reale volontà del Consiglio regionale e della Giunta, le valutazioni della Direzione generale e della Protezione civile”. Non sono escluse proteste, come è ben evidenziato nella nota sottoscritta dai rappresentanti dei territori: Pierpaolo Campus, Luigia Anna Cascino, Claudio Moriconi, Massimiliano Garau, Giuseppe Frau, Salvatore Garau, Agostino Carta, Giovanni Mattu, Raffaele Erbì, Luciano Cucciari, Pierpaolo Emmolo, Anna Rosa Deiana. “Le associazioni si riservano di rivedere il proprio impegno nella campagna e di manifestare pubblicamente, nelle prossime ore, il proprio dissenso nelle forme che saranno ritenute opportune”. Il che potrebbe significare un forte ridimensionamento di uomini e mezzi. Anche se – chiariscono – “i volontari continueranno a garantire l’attività nella campagna antincendi rivedendo, se necessario, i rispettivi programmi operativi”.
I DUBBI – “Chiediamo di capire come e quando si passa dal rafforzamento della capacità operativa delle strutture regionali a un appalto destinato ai privati”, evidenzia Emilio Garau. Il presidente della “Rappresentanza” non manca di ricordare l’importanza del lavoro svolto dai volontari che, nella maggior parte dei casi si ritrovano a operare da soli, “vista la carenza di uomini e mezzi delle altre strutture. Una buona soluzione sarebbe stata arrivare a una convenzione con le associazioni per migliorare al massimo la risposta”.
RIMBORSI IN RITARDO – Il volontariato, peraltro, attraversa un momento di forte difficoltà economica. “Per i mezzi esiste un problema di costi fissi quali bolli e assicurazioni, che sono rimborsati solo in parte. I mezzi devono essere riforniti anticipando il denaro, così come in anticipo si pagano le visite mediche”. Non solo: “La Regione da anni non fornisce i Dpi antincendio e i rimborsi arrivano in ritardo. A ciò si sommano le difficoltà dei Comuni a garantire risorse e una situazione socio economica complicata per tutti, volontari compresi”.
LE CRITICHE DEI SINDACATI – Dura anche la presa di posizione dei sindacati del Corpo forestale e di vigilanza ambientale. “La Regione, anziché avallare un’operazione che rischia di dare il via libera a una privatizzazione dell’antincendio, dovrebbe affrontare le criticità della complessa macchina operativa quali la carenza di organico e l’elevata età media del personale”, si legge nel comunicato a firma di Fp Cgil, Uil Fpl, Saf. “La procedura avviata è inopportuna. La protezione dell’ambiente e della popolazione sono valori comuni e devono essere svolti dal pubblico, non possano in alcun modo essere privatizzati: il rischio da scongiurare è che lo spegnimento degli incendi possa diventare un’opportunità di guadagno, una funzione svolta con scopo di lucro e non una missione istituzionale”.
LA REPLICA DELLA REGIONE – “Non c’è alcuna intenzione di privatizzare il servizio del pattugliamento stradale nell’ambito della campagna antincendi, molto più semplicemente è la soluzione per una necessità che si è creata nella prevenzione e nella lotta contro gli incendi boschivi”. A tentare di arginare il malcontento è l’assessore Gianni Lampis, il quale parla di “un progetto sperimentale per il 2022, che abbiamo inizialmente pensato di affidare al mondo del volontariato, ma ci siamo resi conto, anche in virtù delle loro segnalazioni, che non possiedono mezzi adeguati e che quelli acquistati dalla Regione, con uno stanziamento di 10 milioni di euro, per essere assegnati alle organizzazioni non potranno, a causa della complicata situazione internazionale, arrivare in tempo utile per questa campagna antincendio. Inoltre, non è stato possibile reperirli neanche attraverso il noleggio”. Poi assicura: “Siamo certi che prima della prossima campagna antincendio avremo a disposizione i nuovi mezzi e che quindi potremo assegnarli alle organizzazioni di volontariato, determinando che il servizio di pattugliamento stradale possa rientrare tra i loro compiti”.