La vicenda riguarda il tentativo di Palamara, ai tempi in cui era membro del Consiglio superiore della magistratura, di intercedere in favore dell'ex pm di Siracusa Maurizio Musco, ai tempi indagato per abuso d'ufficio e in seguito a sua volta spogliato della toga. L'avvocato Piero Amara ha raccontato che, su suo suggerimento, Palamara avvicinò il consigliere Stefano Mogini, il giudice a cui era affidato il processo, circostanza confermata dallo stesso Mogini
Una nuova indagine su Luca Palamara emerge dalla richiesta di archiviazione del fascicolo sulla presunta loggia Ungheria. L’ex ras delle correnti, radiato dalla magistratura, è indagato dalla procura di Perugia per istigazione alla corruzione. La vicenda riguarda il tentativo, ai tempi in cui era membro del Consiglio superiore della magistratura, di intercedere presso un giudice di Cassazione in favore di un suo amico: si tratta dell’ex pm di Siracusa Maurizio Musco, ai tempi indagato per abuso d’ufficio e in seguito a sua volta spogliato della toga. L’avvocato Piero Amara infatti ha raccontato che, su suo suggerimento, Palamara avvicinò il consigliere della Suprema Corte Stefano Mogini, il giudice a cui era affidato il processo, circostanza confermata dallo stesso Mogini ai pm di Perugia. “Un avvicinamento – scrive il procuratore capo Raffaele Cantone con i sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano – che, grazie alla schiena dritta del magistrato, non portò alcun risultato positivo per Musco”. Ma non è tutto: Palamara, sostiene Cantone, si era informato “sull’evoluzione del processo direttamente e personalmente con il presidente della Corte di Cassazione”.
Come reazione alla notizia – pubblicata domenica da Repubblica e Corriere della Sera – Palamara ha annunciato di voler depositare una “nuova denuncia penale a Firenze segnalando alla procura generale della Cassazione la gravità della condotta degli inquirenti perugini”, nella gestione del caso. “Le notizie pubblicate fanno riferimento a fatti e vicende che in alcun modo mi sono state contestate nel corso di un interrogatorio del 14 giugno 2022 proprio sulla vicenda Musco”, ha affermato Palamara in una nota. “Perché durante quell’interrogatorio, nel quale mi vennero contestate le fantasmagoriche accuse dell’avvocato Amara, in relazione alle quali pur non registrando l’interrogatorio in tono amichevole dissi al procuratore Cantone che a quel punto sarebbe stato più divertente contestarmi il tentato omicidio, la pubblica accusa non mi ha dato lettura delle dichiarazioni di Mogini? E perché invece le dichiarazioni di Mogini sono state riportate dai giornali di riferimento?”.
In questo senso la procura di Perugia ha fatto sapere nelle prime ore di sabato mattina un fascicolo per fuga di notizie (rivelazione di segreto d’ufficio) in merito alla pubblicazione dei contenuti della richiesta di archiviazione. “È un fatto gravissimo” ha detto all’Ansa il procuratore Raffaele Cantone. La richiesta di archiviazione, afferma, è stata inviata al gip ma non ad altre istituzioni quali la procura di Milano (a cui Amara ha fatto le prime dichiarazioni in merito alla presunta loggia), quella generale di Perugia o della Cassazione. E, secondo il magistrato, non era in possesso nemmeno della polizia giudiziaria. “La Procura di Perugia è parte offesa in questa fuga di notizie. Non abbiamo mai avuto alcun interesse a che il contenuto della richiesta di archiviazione, oggetto di un ampio comunicato stampa considerato l’interesse pubblico della vicenda, venisse pubblicato dai mezzi d’informazione. Faremo tutto il possibile per accertare da dove sia uscita“, assicura Cantone.