Lo sloveno è il padrone assoluto della corsa, ha già vinto due tappe e vuole il terzo successo consecutivo alla Grand Boucle. Il pericolo maggiore per il corridore della UAE Emirates è un eventuale contagio che lo escluderebbe dalla corsa. Il suo compagno di squadra Vegard Stake Laengen è risultato positivo
Tadej Pogacar è il padrone assoluto di questo Tour de France: lo sloveno ha già vinto due tappe in questa edizione e vuole il terzo successo consecutivo alla Grand Boucle. A oggi nessun rivale sembra avere la forza per contrastarlo, nemmeno la Jumbo-Visma guidata da Jonas Vingegaard, in classifica staccato di appena 39 secondi. Il pericolo maggiore per il corridore della UAE Emirates, al momento, si chiama Covid: un eventuale contagio lo escluderebbe dalla corsa. Sabato mattina il norvegese Vegard Stake Laengen, compagno di squadra di Pogacar, è risultato positivo dopo che nella notte aveva sofferto di un leggero mal di gola.
In casa UAE è subito scattato l’allarme e lo stesso sloveno è in ansia per la situazione: “Il Covid è una vera preoccupazione – confessa Pogacar – La pandemia c’è ancora, noi non ne siamo immuni. Non possiamo rischiare di correre da malati, bisogna prendere tutto questo sul serio. Siamo tutto il giorno in strada, in montagna c’è tanto pubblico che grida e ci incita da vicino. Amo questa cosa, ma aumenta la possibilità di essere infettati. Spero che tutto possa andare bene fino alla fine. Ho perso un compagno importante, Vegard è capace di andare veloce come un treno. Sarà dura senza di lui, ma penso che pure in sette possiamo riuscire a difendere la maglia gialla fino a Parigi”.
Episodi simili non son nuovi: all’ultimo Giro d’Italia il portoghese Joao Almeida, in quel momento terzo in classifica e con indosso la maglia bianca, fu costretto ad abbandonare la corsa rosa proprio a causa del contagio. Anche il nostro Matteo Trentin ne è stato vittima alla vigilia di questo Tour, quando già in Danimarca pronto per partire, si è dovuto ritirare anzitempo. Curioso come questi casi riguardino tutti ciclisti della squadra emira che al Giro di Svizzera è stata obbligata a ritirare in blocco la squadra. La tensione sale: lunedì, durante il secondo giorno di riposo, l’organizzazione effettuerà test Covid a tutti gli atleti in gara.
Per Pogacar, ma in generale per tutti i corridori di questa Grand Boucle, non resta che sperare e prendere tutte le precauzioni del caso per evitare la beffa dell’esclusione forzata. “Abbiamo la sanificazione con aziende che ci fanno la camere d’albergo, e auto, i posti dove mangiamo”, racconta Mauro Gianetti, team principal della UAE Emirates, come riporta La Gazzetta dello Sport. “Una volta sanificati solo i corridori entrano. Gli atleti hanno camere singole e abbiamo previsto otto massaggiatori, uno per ogni corridore. In più abbiamo installato lampade a ultravioletti in tutte le zone di lavoro che dovrebbero eliminare i virus che circolano. Facciamo il massimo, come credo tutte le squadre”, spiega sempre Gianetti.