La Russia riduce di un terzo le forniture all’Italia rispetto alla media degli ultimi giorni. Lo comunica Eni che in una nota spiega: “Gazprom ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno. La media di 32 milioni di metri cubi al giorno era già significativamente inferiore rispetto a quella precedente all’emergenza gas, da giugno in poi i flussi di gas che dalla Russia arrivano al Tarvisio attraversando anche l’Ucraina sono stati abbassati di circa la metà. La società austriaca Omv ha a sua volta annunciato che Gazprom sta riducendo ulteriormente la fornitura di gas al Paese, “OMV è stata informata da Gazprom di una riduzione della fornitura di gas. Ciò significa per oggi una riduzione di circa il 70 per cento della quantità che arriva all’hub del gas naturale di Baumgarten” vicino al confine slovacco. Prima della crisi il 70% del gas utilizzato dall’Austria proveniva dalla Russia. Oggi è una giornata critica nella “guerra del gas” tra Europa e Mosca. Si ferma infatti, ufficialmente per manutenzione, il gasdotto Nord Stream 1 che ogni anno trasporta dalla Russia alla Germania oltre 30 miliardi di metri cubi di gas. Il timore di Berlino è che la chiusura possa protrarsi ben oltre i 10 giorni programmati.
“L’Ue si sta preparando ad ogni scenario. La situazione è chiaramente seria e dobbiamo essere preparati. A metà luglio, come è noto, verrà varato un piano di prevenzione in vista dell’inverno“. E’ quanto ha spiegato Tim McPhie, portavoce della Commissione Ue, in merito agli ulteriori tagli del gas messi in atto da Mosca. “E’ necessario arrivare il prima possibile ad una autonomia energetica dalla Russia”, ha aggiunto il portavoce europeo sottolineando come occorra comunicare alla popolazione “l’importanza del risparmio energetico” e ricordando che la Commissione, tra gli strumenti, ha già varato il RePowerEu. Complessivamente, l’Europa importa il 40% del gas naturale dalla Russia. Il tetto al prezzo del gas “è uno dei possibili strumenti su cui stiamo discutendo ma al momento non c’è una proposta della Commissione sul ‘price cap’. Ci sono diversi Stati membri che stanno facendo proposte e stiamo affrontando il tema ma non c’è una proposta della Commissione sul ‘price cap'”, ha detto il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni.
Venerdì scorso il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha prospettato il rischio di una recessione nel nostro paese qualora il gas russo dovesse essere completamente interrotto. Tutti i paesi europei sono impegnati nel tentativo di riempire il più possibile e il prima possibile i siti di stoccaggio del gas per poter affrontare l’inverno in relativa tranquillità. Al momento i siti italiani sono pieni quasi al 64%, leggermente al di sopra della media europea del 61%. Serve arrivare però al 90% entro l’autunno. La riduzione dei flussi russi è al momento compensata dalla maggiore quantità di gas che sta entrando dal passo del Gries dove arriva l’idrocarburo del Nord Europa. Regolari i flussi dal Nord Africa (Algeria soprattutto) e dall’l’Azerbaijan (gasdotto Tap). La Libia ha nuovamente smentito la notizia secondo cui il gas inviato all’Italia sarebbe stato ridotto del 25% a causa dei problemi di ordine interno. Da tempo la quantità di gas libico esportata è molto ridotta, si tratterebbe in ogni caso di quantitativi modesti. Tuttavia in questa fase di tensione tutto contribuisce, nel bene o nel male. Sul mercato di Amsterdam, riferimento per gli scambi europei, il gas viene scambiato a 173 euro megawatt/ora. In calo dello 0,7% rispetto alla chiusura di venerdì ma comunque su lavori storicamente estremamente elevati.
Il governo intanto lavora alla messa a punto di un piano emergenziale qualora la situazione dovesse ulteriormente complicarsi. Nelle bozze compaiono la riduzione fino a 19 gradi del riscaldamento invernale e il limite di 27 gradi per i condizionatori estivi oltre ad interventi sull’illuminazione notturna. Il gas però in Italia serve anche per produrre elettricità, circa il 40% della produzione proviene da centrali alimentate con questo combustibile. Penuria di gas significherebbe anche minore capacità di generazione elettrica, in tal caso le prime a risentirne sarebbero le imprese energivore che solitamente sottoscrivono contratti che prevedono l’interrompibilità in cambio di un costo dell’energia più vantaggioso.
In Francia molte aziende alto consumo di energia stanno accelerando i piani di emergenza e convertendo le loro caldaie a gas per funzionare a petrolio. Riuniti durante il fine settimana in una conferenza di affari ed economia nel sud della Francia, diversi alti dirigenti hanno affermato che si stavano preparando a possibili blackout. “Possiamo anche passare al carbone se necessario”, ha affermato Florent Menegaux, il capo della Michelin uno dei principali produttori di pneumatici al mondo. “L’obiettivo è evitare di dover chiudere un impianto nel caso in cui dovessimo affrontare una carenza”, ha aggiunto, dicendo che mentre era probabile una carenza di gas in Europa, il petrolio sarebbe comunque disponibile come alternativa”. Il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire ha detto che sarebbe irresponsabile non prepararsi alle carenze. “Prepariamoci per un taglio del gas russo”, ha detto loro. “Oggi è lo scenario più probabile”.
Il ministro della Transazione ecologica Roberto Cingolani, h affermato stamane: “Stiamo discutendo con altri ministeri di un progetto rapido di innormazione, tipo Pubblicità e progresso, su due grandi settori: uno è l’acqua, l’altro è l’energia. Fra l’altro sono due settori molto collegati. Stiamo pensando di costruire una serie di messaggi che diano dei suggerimenti di comportamento e di sobrietà nell’uso delle risorse. Sarà fondamentale lanciare questi messaggi a breve, visto che dopo l’estate comincerà il periodo in cui i consumi crescono”. E ha proseguito: “Ne stiamo discutendo con altri ministeri. La stampa sta dando tanta attenzione ai problemi dell’energia e dell’acqua – ha aggiunto Cingolani – e questo aiuta i cittadini ad essere consapevoli dei problemi che dobbiamo affrontare”. Anche perché, ha precisato: “Se abbassassimo di un grado la temperatura media del riscaldamento e diminuissimo di un’ora il periodo di riscaldamento giornaliero potremmo risparmiare circa 1 mld e mezzo, 2 miliardi di metri cubi di gas (su un consumo nazionale annuo tra i 70 e gli 80 miliardi di mc, ndr). Così come il passaggio ai sistemi di illuminazione a led consentirebbe di arrivare a risparmi totali di circa mezzo miliardo di metri cubi di gas annuali. In tutto questo le famiglie risparmiano in bolletta”. E, a proposito di risparmio, ha concluso, “è un dovere”. Soprattutto quello residenziale “può giocare un ruolo enorme. Oggi il consumo del residenziale è circa il 30% del totale e credo sia responsabile 12-13% delle emissioni di gas climalteranti”.
Secondo uno studio dell’Enea “È possibile risparmiare in Italia quasi 2,7 miliardi di metri cubi di gas metano all’anno e ridurre la bolletta annua delle famiglie di circa 180 euro, abbassando di 1 grado il riscaldamento in casa, riducendo di 1 ora al giorno l’accensione dei termosifoni e di 15 giorni all’anno il periodo di accensione. Lo sostiene lo studio “Azioni per la riduzione del fabbisogno nazionale di gas nel settore residenziale”.
Economia & Lobby
Gas, da oggi chiude il Nord Stream. Gazprom riduce del 33% le forniture all’Italia e del 70% all’Austria. Gentiloni: “Nessuna ipotesi di price cap”
Lo dice l'azienda in una nota. Si passerà a 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni. Al momento i bassi flussi dalla Russia vengono compensati con maggiori arrivi dal Nord Europa. Oggi, intanto, prende il via l’annunciata manutenzione sul gasdotto Nord Stream 1, che collega Russia e Germania. Lo stop dovrebbe durare dieci giorni ma che Berlino teme possa protrarsi più a lungo. In Francia le aziende adattano gli impianti per funzionare anche con petrolio o carbone
La Russia riduce di un terzo le forniture all’Italia rispetto alla media degli ultimi giorni. Lo comunica Eni che in una nota spiega: “Gazprom ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno. La media di 32 milioni di metri cubi al giorno era già significativamente inferiore rispetto a quella precedente all’emergenza gas, da giugno in poi i flussi di gas che dalla Russia arrivano al Tarvisio attraversando anche l’Ucraina sono stati abbassati di circa la metà. La società austriaca Omv ha a sua volta annunciato che Gazprom sta riducendo ulteriormente la fornitura di gas al Paese, “OMV è stata informata da Gazprom di una riduzione della fornitura di gas. Ciò significa per oggi una riduzione di circa il 70 per cento della quantità che arriva all’hub del gas naturale di Baumgarten” vicino al confine slovacco. Prima della crisi il 70% del gas utilizzato dall’Austria proveniva dalla Russia. Oggi è una giornata critica nella “guerra del gas” tra Europa e Mosca. Si ferma infatti, ufficialmente per manutenzione, il gasdotto Nord Stream 1 che ogni anno trasporta dalla Russia alla Germania oltre 30 miliardi di metri cubi di gas. Il timore di Berlino è che la chiusura possa protrarsi ben oltre i 10 giorni programmati.
“L’Ue si sta preparando ad ogni scenario. La situazione è chiaramente seria e dobbiamo essere preparati. A metà luglio, come è noto, verrà varato un piano di prevenzione in vista dell’inverno“. E’ quanto ha spiegato Tim McPhie, portavoce della Commissione Ue, in merito agli ulteriori tagli del gas messi in atto da Mosca. “E’ necessario arrivare il prima possibile ad una autonomia energetica dalla Russia”, ha aggiunto il portavoce europeo sottolineando come occorra comunicare alla popolazione “l’importanza del risparmio energetico” e ricordando che la Commissione, tra gli strumenti, ha già varato il RePowerEu. Complessivamente, l’Europa importa il 40% del gas naturale dalla Russia. Il tetto al prezzo del gas “è uno dei possibili strumenti su cui stiamo discutendo ma al momento non c’è una proposta della Commissione sul ‘price cap’. Ci sono diversi Stati membri che stanno facendo proposte e stiamo affrontando il tema ma non c’è una proposta della Commissione sul ‘price cap'”, ha detto il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni.
Venerdì scorso il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha prospettato il rischio di una recessione nel nostro paese qualora il gas russo dovesse essere completamente interrotto. Tutti i paesi europei sono impegnati nel tentativo di riempire il più possibile e il prima possibile i siti di stoccaggio del gas per poter affrontare l’inverno in relativa tranquillità. Al momento i siti italiani sono pieni quasi al 64%, leggermente al di sopra della media europea del 61%. Serve arrivare però al 90% entro l’autunno. La riduzione dei flussi russi è al momento compensata dalla maggiore quantità di gas che sta entrando dal passo del Gries dove arriva l’idrocarburo del Nord Europa. Regolari i flussi dal Nord Africa (Algeria soprattutto) e dall’l’Azerbaijan (gasdotto Tap). La Libia ha nuovamente smentito la notizia secondo cui il gas inviato all’Italia sarebbe stato ridotto del 25% a causa dei problemi di ordine interno. Da tempo la quantità di gas libico esportata è molto ridotta, si tratterebbe in ogni caso di quantitativi modesti. Tuttavia in questa fase di tensione tutto contribuisce, nel bene o nel male. Sul mercato di Amsterdam, riferimento per gli scambi europei, il gas viene scambiato a 173 euro megawatt/ora. In calo dello 0,7% rispetto alla chiusura di venerdì ma comunque su lavori storicamente estremamente elevati.
Il governo intanto lavora alla messa a punto di un piano emergenziale qualora la situazione dovesse ulteriormente complicarsi. Nelle bozze compaiono la riduzione fino a 19 gradi del riscaldamento invernale e il limite di 27 gradi per i condizionatori estivi oltre ad interventi sull’illuminazione notturna. Il gas però in Italia serve anche per produrre elettricità, circa il 40% della produzione proviene da centrali alimentate con questo combustibile. Penuria di gas significherebbe anche minore capacità di generazione elettrica, in tal caso le prime a risentirne sarebbero le imprese energivore che solitamente sottoscrivono contratti che prevedono l’interrompibilità in cambio di un costo dell’energia più vantaggioso.
In Francia molte aziende alto consumo di energia stanno accelerando i piani di emergenza e convertendo le loro caldaie a gas per funzionare a petrolio. Riuniti durante il fine settimana in una conferenza di affari ed economia nel sud della Francia, diversi alti dirigenti hanno affermato che si stavano preparando a possibili blackout. “Possiamo anche passare al carbone se necessario”, ha affermato Florent Menegaux, il capo della Michelin uno dei principali produttori di pneumatici al mondo. “L’obiettivo è evitare di dover chiudere un impianto nel caso in cui dovessimo affrontare una carenza”, ha aggiunto, dicendo che mentre era probabile una carenza di gas in Europa, il petrolio sarebbe comunque disponibile come alternativa”. Il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire ha detto che sarebbe irresponsabile non prepararsi alle carenze. “Prepariamoci per un taglio del gas russo”, ha detto loro. “Oggi è lo scenario più probabile”.
Il ministro della Transazione ecologica Roberto Cingolani, h affermato stamane: “Stiamo discutendo con altri ministeri di un progetto rapido di innormazione, tipo Pubblicità e progresso, su due grandi settori: uno è l’acqua, l’altro è l’energia. Fra l’altro sono due settori molto collegati. Stiamo pensando di costruire una serie di messaggi che diano dei suggerimenti di comportamento e di sobrietà nell’uso delle risorse. Sarà fondamentale lanciare questi messaggi a breve, visto che dopo l’estate comincerà il periodo in cui i consumi crescono”. E ha proseguito: “Ne stiamo discutendo con altri ministeri. La stampa sta dando tanta attenzione ai problemi dell’energia e dell’acqua – ha aggiunto Cingolani – e questo aiuta i cittadini ad essere consapevoli dei problemi che dobbiamo affrontare”. Anche perché, ha precisato: “Se abbassassimo di un grado la temperatura media del riscaldamento e diminuissimo di un’ora il periodo di riscaldamento giornaliero potremmo risparmiare circa 1 mld e mezzo, 2 miliardi di metri cubi di gas (su un consumo nazionale annuo tra i 70 e gli 80 miliardi di mc, ndr). Così come il passaggio ai sistemi di illuminazione a led consentirebbe di arrivare a risparmi totali di circa mezzo miliardo di metri cubi di gas annuali. In tutto questo le famiglie risparmiano in bolletta”. E, a proposito di risparmio, ha concluso, “è un dovere”. Soprattutto quello residenziale “può giocare un ruolo enorme. Oggi il consumo del residenziale è circa il 30% del totale e credo sia responsabile 12-13% delle emissioni di gas climalteranti”.
Secondo uno studio dell’Enea “È possibile risparmiare in Italia quasi 2,7 miliardi di metri cubi di gas metano all’anno e ridurre la bolletta annua delle famiglie di circa 180 euro, abbassando di 1 grado il riscaldamento in casa, riducendo di 1 ora al giorno l’accensione dei termosifoni e di 15 giorni all’anno il periodo di accensione. Lo sostiene lo studio “Azioni per la riduzione del fabbisogno nazionale di gas nel settore residenziale”.
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Giustizia & Impunità
Pioltello, una sola condanna per il disastro ferroviario. 8 assoluzioni, anche l’ex ad di Rfi: “Non sapevano del giunto ammalorato”
Politica
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Mondo
Ucraina, è corsa alle terre rare: Putin offre a Trump un accordo su quelle del Donbass. Onu, Usa e Russia votano insieme contro Kiev
Roma, 25 feb. (Adnkronos Salute) - "Il paziente oncologico ha un'immunodeficienza che è legata a molti fattori. Noi pensiamo ai trattamenti chemioteratici, ma anche avere un grande intervento chirurgico genera una condizione di immunodeficienza. E' la condizione di per sé, con tutte le terapie, che espone a questo tipo di infezioni". Così Sandro Pignata, direttore dell'Oncologia medica presso l'Irccs Istituto nazionale tumori Fondazione G. Pascale di Napoli e responsabile scientifico della Rete oncologica campana (Roc), nel suo intervento all'incontro organizzato oggi a Roma da Gsk in occasione della Settimana della prevenzione dal Fuoco di Sant'Antonio (24 febbraio-2 marzo). Lo specialista ricorda inoltre che "non dobbiamo mai dimenticare che il nostro Paese invecchia ogni anno e la popolazione diventa più anziana: molti dei nostri pazienti sono proprio in quella fascia di età più esposta al rischio di infezioni da Herpes zoster".
A causa di "una patologia che è prevenibile", è assurdo che spesso "questi pazienti durante il loro corso di cura" siano costretti "a interrompere o ritardare le somministrazioni - osserva Pignata - Ovviamente l'intensità delle somministrazioni delle cure è un fattore importante, la capacità di portare avanti nei tempi tutte le radioterapie" e i trattamenti "è un fattore importante nella definizione degli outcome", cioè i risultati, in termini di salute. "Forse, oltre che nella popolazione, anche nei medici la consapevolezza" sull'importanza della vaccinazione "deve essere ancora raggiunta pienamente - sottolinea - Un paziente oncologico ha tanti bisogni. Spesso l'oncologo fa una scelta di priorità su cosa affrontare prima. Per questa ragione suggeriamo di consigliare a percorso vaccinale, soprattutto all'inizio della malattia, quando il numero dei bisogni è più contenuto".
Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, "e qui parlo non da oncologo, ma da coordinatore di una rete, almeno della mia regione - illustra Pignata - i centri vaccinali pubblici, nel tempo, sono stati strutturati soprattutto per la pediatria e non per l'adulto. Abbiamo scelto quindi un modello ibrido, che ovviamente utilizzasse i centri vaccinali delle Asl, coinvolto la medicina generale che si è resa disponibile, ma abbiamo anche ragionato sulla possibilità di aprire ex-novo centri vaccinali all'interno dei centri oncologici, per varie ragioni. Intanto - precisa - per consentire a più pazienti possibili di ricevere la vaccinazione, ma anche perché il paziente oncologico vuole seguire tutte le attività legate alla propria malattia nell'ospedale dove viene curato, quindi accetta e condivide con maggiore favore la possibilità di essere vaccinato nella sede dove effettua tutte le altre terapie. Abbiamo scritto un documento che definisce questi percorsi. Con una discreta soddisfazione - conclude - credo che più pazienti oggi, rispetto al passato, siano vaccinati, ma siamo ancora al di sotto del numero di quelli che ne trarrebbero vantaggio".
Milano, 25 feb. (Adnkronos) - La sentenza di condanna a cinque anni e tre mesi per Marco Albanesi, nella sua qualità di capo Unità manutentiva di Rfi, per disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni colpose, è sancita dalla "colposa sottovalutazione del rischio, a lui noto, di rottura del giunto isolante incollato ammalorato, all'altezza del Km 13+400", nel comune di Pioltello, che causò il deragliamento di un treno regionale che il 25 gennaio 2018 uscì dai binari causando la morte di tre passeggeri e di un centinaio di feriti.
Nella nota del presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia - la risoluzione del Csm consente di spiegare le sentenze più complesse in attesa delle motivazioni - si evidenzia come il collegio presieduto dalla giudice Elisabetta Canevini ha assolto gli ex dirigenti - l'ex ad Maurizio Gentile e gli ex manager Umberto Lebruto, Vincenzo Macello e Andrea Guerini - "tutti per non aver commesso il fatto", data "l'assenza di prova in ordine alla realizzazione di condotte commissive od omissive ad essi rimproverabili, considerazione dei rispettivi ruoli ricoperti all'interno dell'assetto organizzativo di Rete ferroviaria italiana, nonché degli effettivi flussi informativi circa l'ammaloramento del giunto e l'inadeguatezza della manutenzione che ne ha determinato la rottura la mattina del 25 gennaio 2018, cagionando così il tragico disastro".
Il Tribunale - in coerenza con l'indirizzo interpretativo già accolto dalla Suprema Corte di Cassazione nella vicenda relativa al disastro ferroviario di Viareggio - "ha escluso che le norme cautelari astrattamente violate, il cui rispetto avrebbe evitato il verificarsi del disastro, avessero ad oggetto specifiche cautele antinfortunistiche, ritenendo che in realtà esse attenessero alla gestione di un rischio ontologicamente diverso, relativo alla sicurezza della circolazione ferroviaria e alla tutela della pubblica incolumità: e sulla base di questo inquadramento giuridico della vicenda ha vagliato la sussistenza, e l'osservanza in concreto delle posizioni di garanzia riferibili ai singoli". Le motivazioni del processo di primo grado saranno rese note tra 90 giorni.
(Adnkronos) - Quello spezzone che manca, circa 23 centimetri, sbalzato a "diversi metri di distanza" è per la procura la causa del deragliamento e grazie a una telecamera che punta sul tratto ferroviario emerge che "I problemi che stava dando quel giunto duravano da qualche giorno". Al passaggio del treno su quel tratto si generano scintille, le prime scintille già a partire dal 17 gennaio, proseguono e aumentano intensità e frequenza" con l'incremento dell'erosione.
Il giorno del deragliamento "le scintille sono contenute al passaggio delle prime carrozze, poi c'è quasi una fiammata" mentre il convoglio viaggia a "140 chilometri l'ora", infine "basta scintille" perché "il giunto è saltato" e le ultime carrozze non viaggiano più sui binari. "Possiamo dire con certezza che è la rottura del giunto che ha determinato lo svio del treno" è la sintesi dei pm Leonardo Lesti e Maura Ripamonti durante la requisitoria. "E' evidente che questa rottura determina l'evento e la morte di tre persone e il ferimento di circa 200" di cui deve rispondere "chi non ha provveduto alla corretta manutenzione del giunto" che si trovava "in condizioni di forte degrado" è la tesi della procura.
Su quella linea in cui passano circa 100 treni al giorno il malfunzionamento viene rilevato - secondo la tesi della procura fin dal febbraio 2017 o addirittura anche prima - ma la sostituzione dei giunto non arriva mai, la strategia di Rfi, per la pubblica accusa, sembra essere "il giunto si cambia se è rotto, se non è rotto si tira avanti". L’incidente mortale di Pioltello "non è un fatto occasionale, ma riconducibile alla colpa che arriva fino all'amministratore delegato Gentile". Il non aver riparato il giunto lungo i binari "è una sorta di scorrettezza nei confronti dello Stato" ma "anche una forma di slealtà" nei confronti di chi viaggiava: "c'erano 250 passeggeri, gente che andava a lavorare e si fidava del treno". Una tesi accusatoria che non ha convinto il tribunale.
(Adnkronos) - Lebruto e Macello, presenti in aula, si sono lasciati andare a qualche lacrima di commozione dopo l'assoluzione, mentre alcuni dei passeggeri che viaggiavano sul treno deragliato hanno lasciato l'aula in silenzio e con tutt'altro stato d'animo. Di fatto il tribunale ha condannato solo l'allora capo dell'Unità manutentiva di Rfi Marco Albanesi (la procura aveva chiesto 6 anni e 10 mesi) per disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose, ritenendolo responsabile sul territorio del mancato controllo o meglio come "colposa sottovalutazione del rischio" come spiega lo stesso Tribunale. Lui, in solido con il responsabile civile Rfi, dovrà risarcire le parti civili (una cinquantina) con una provvisionale di 25mila per ciascuno dei passeggeri che si sono costituiti nel processo e di 50mila al sindacato Filt - Cgil Lombardia.
Gli ex manager per cui la procura aveva chiesto la condanna sono invece stati assolti dall'accusa di disastro ferroviario colposo e omicidio e lesioni colpose "per non aver commesso il fatto" e "perché il fatto non sussiste" rispetto all'accusa di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. I giudici hanno anche assolto - come chiesto dalla stessa procura - Moreno Bucciantini, allora capo reparto Programmazione e controllo dell’Unità territoriale linee Sud di Rfi, Ivo Rebai, ai tempi responsabile della Struttura operativa Ingegneria della Dtp e Marco Gallini, allora dirigente della Struttura organizzativa di Rfi.
Sono le 7.01 del 25 gennaio 2018 quando il treno 10452 esce dai binari e tre delle sei carrozze, dopo il deragliamento, si ribaltano. Tra le lamiere della carrozza numero 3 muoiono Pierangela Tadini, 51 anni, Giuseppina Pirri, 39 anni, e Ida Maddalena Milanesi, 61, dottoressa dell'ospedale neurologico Carlo Besta di Milano. Dall'ispezione della sede ferroviaria "viene accertato sul binario una rottura della superficie della rotaia" che diventerà il 'punto zero' per l'inchiesta.
(segue)
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Luca Attanasio, "convinto che la sua missione istituzionale non potesse prescindere dall'impegno sociale, è sempre rimasto a fianco degli ultimi, esprimendo l'ideale del diplomatico dal volto umano, nella certezza che nessuno, in qualsiasi parte del mondo, dovesse essere lasciato indietro". Lo ha affermato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ricordando in Aula l'ambasciatore Attanasio, ucciso insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo in un agguato nella Repubblica democratica del Congo il 22 febbraio di quattro anni fa.
"Oggi rendiamo omaggio alla memoria di un uomo -ha aggiunto il presidente della Camera- che ha dedicato la propria esistenza al servizio del Paese e a sostegno della cooperazione internazionale. Ma non possiamo non ricordare il coraggio e l’alto senso del dovere dimostrati dal carabiniere scelto Iacovacci che, nel tentativo di proteggere l’ambasciatore, non ha esitato a fargli da scudo con il proprio corpo. Un gesto nobile e generoso che gli è valso il conferimento alla memoria della Medaglia d’oro al valor militare e che riflette i valori più autentici che contraddistinguono le donne e gli uomini dell’Arma".
"Un ringraziamento va anche a tutto il personale civile e militare che, spesso esponendosi a pericoli estremi, svolge un ruolo cruciale nella promozione della pace e dell’assistenza alle popolazioni più vulnerabili in zone di crisi e contesti ad alto rischio. A loro esprimo la mia profonda gratitudine e riconoscenza. Ai familiari dell’ambasciatore Luca Attanasio e di Vittorio Iacovacci, oggi qui presenti, desidero rinnovare la vicinanza mia personale e della Camera dei deputati. Il loro -ha concluso Fontana- è il dolore dell’Italia intera, che non può e non deve dimenticare il sacrificio di chi l’ha servita con onore e disciplina". L'Aula ha quindi osservato un minuto di silenzio.
Kinshasa, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Karim Khan, è arrivato nella Repubblica Democratica del Congo. Lo ha comunicato il suo ufficio, mentre è in atto una recrudescenza dei combattimenti nella parte orientale del Paese. Nelle ultime settimane, l'M23, sostenuto dal Ruanda, ha conquistato due importanti città nella Repubblica Democratica del Congo orientale, rafforzando così il suo potere nella regione da quando ha ripreso le armi alla fine del 2021.
"Siamo estremamente preoccupati per i recenti sviluppi in Congo, sappiamo che la situazione è grave, soprattutto nella parte orientale", ha detto Khan ai giornalisti al suo arrivo nella capitale Kinshasa. "Il messaggio deve essere trasmesso in modo molto chiaro: nessun gruppo armato, nessuna forza armata, nessun alleato di gruppi armati o forze armate ha un assegno in bianco. Devono rispettare il diritto umanitario internazionale".
Secondo gli esperti delle Nazioni Unite, l'M23 è supportato da circa 4.000 soldati ruandesi. Sin dalla sua rinascita, gli scontri tra il gruppo e le forze armate congolesi hanno provocato una crisi umanitaria in una regione flagellata da tre decenni di guerre. "Questo è il momento in cui vedremo se il diritto penale internazionale può soddisfare le richieste avanzate dal popolo della Repubblica Democratica del Congo, ovvero l'applicazione equa della legge", ha affermato Khan. "Il popolo della Rdc è prezioso quanto il popolo dell'Ucraina, il popolo di Israele o della Palestina, le ragazze o le donne dell'Afghanistan", ha aggiunto.
Khan incontrerà il presidente Felix Tshisekedi, alcuni ministri, il rappresentante nazionale del Segretario generale delle Nazioni Unite Bintou Keita, nonché le vittime del conflitto e membri della società civile. La prima indagine avviata dalla Cpi nella Repubblica Democratica del Congo risale al 2002. Da allora, il tribunale ha condannato tre persone per crimini commessi nel Paese. Nel 2023, la procura della Cpi ha inoltre avviato un'indagine sulle accuse di crimini commessi a partire da gennaio 2022 nella provincia del Nord Kivu, nella parte orientale della nazione. L'ufficio di Khan, che ha visitato il Paese nel maggio 2023, ha dichiarato all'inizio di questo mese che l'attuale situazione nella Rdc orientale "fa oggetto di un'indagine che è in corso".
Roma, 25 feb. (Adnkronos Salute) - "L'impegno di Danone per far conoscere alle persone l'importanza di un microbiota in salute nasce 35 anni fa, quando lanciammo Activia, un prodotto che ha la vocazione di migliorare il benessere intestinale di tutti gli italiani. Oggi diamo un'accelerazione a questo impegno grazie alla nuova campagna con la quale lanciamo un nuovo strumento: un questionario online molto semplice, creato su basi scientifiche e in grado di dare un risultato, una specie di assessment, sullo stato di salute del microbiota intestinale dei rispondenti". Così Yoann Steri, digital & data director di Danone Italia, in occasione dell'evento 'Innovazione e benessere: il microbiota al centro', organizzato dall'azienda, illustra l'iniziativa del questionario online validato scientificamente da Giovanni Barbara, tra i massimi esperti di microbiota, che analizza lo stato del microbiota intestinale e consente, in modo semplice, di indicare come le abitudini alimentari e, in generale, lo stile di vita influenzano lo stato del microbiota.
"Attraverso il questionario, il rispondente può avere indicazioni e risultati che gli permettono di migliorare il suo stato di salute attraverso l'analisi di diversi fattori, come lo stress, l'attività fisica, la qualità del sonno e la nutrizione, in cui Activia ha un ruolo molto importante", conclude.