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Jafar Panahi arrestato, il pluripremiato regista iraniano fermato per aver chiesto informazioni sulle sorti di un collega

L'artista - vincitore a Venezia e Berlino - avrebbe chiesto di Mohammad Rasoulof fermato insieme al collega Mostafa Aleahmad in seguito alle rivolte di strada successive al crollo del grattacielo di Metropol nella città di Abadan

di Davide Turrini

Jafar Panahi è stato arrestato. Il 62enne regista iraniano, Leone d’oro a Venezia per Il Cerchio e Orso d’argento a Berlino per Offside e d’Oro per Taxi, è stato fermato dalle autorità dopo essere andato alla procura di Teheran per chiedere informazioni relative all’arresto del collega Mohammad Rasoulof. A riportarlo è l’agenzia di stampa iraniana Mehr. Venerdì scorso era stata l’agenzia di stampa statale IRNA a riferire che Rasoulof, anche lui pluripremiato regista festivaliero, era stato arrestato insieme al collega Mostafa Aleahmad. I due registi erano stati arrestati in seguito alle rivolte di strada successive al crollo del grattacielo di Metropol nella città di Abadan, evento che ha scatenato rabbiose proteste tra la popolazione.

“Nel mezzo dell’incidente straziante del Metropol i registi sono stati coinvolti nell’incitamento ai disordini e nell’interruzione della sicurezza psicologica della società”, ha affermato l’IRNA. Il Metropol era un edificio a forma di torre di 10 piani in costruzione nella provincia sudoccidentale del Khuzestan crollato il 23 maggio uccidendo 43 persone. La popolazione sarebbe insorta contro le autorità e in solidarietà con la famiglia delle vittime. I manifestanti, molte migliaia e soprattutto distribuiti a macchia d’olio e con forza in molte città della regione hanno chiesto che i “funzionari incompetenti” responsabili della tragedia fossero perseguiti e puniti, nonché hanno allargato la protesta contro la guida spirituale del paese Ali Khamenei e il primo ministro Ebrahim Raisi.

Ma la polizia ha lanciato tra la folla gas lacrimogeni e dopo diversi colpi di avvertimento in aria ha arrestato molti manifestanti. Mentre tutto questo accadeva un gruppo di registi iraniani guidati da Rasoulof ha pubblicato una lettera aperta invitando le forze di sicurezza a “deporre le armi” di fronte all’indignazione per la “corruzione, furto, inefficienza e repressione” che circondano il crollo di Abadan. La notizia di questo arresto aveva portato gli organizzatori del Festival del cinema di Berlino ad una protesta ufficiale e pubblica con relativa richiesta di rilascio. Il passaporto di Rasoulof è stato confiscato dopo che il suo film del 2017 A Man of Integrity è stato presentato in anteprima a Cannes, dove ha vinto il primo premio nella sezione Un Certain Regard. Panahi, che ha vinto numerosi premi in festival internazionali, era già stato arrestato nel 2010. L’allora ministero della Cultura iraniano lo accusò di aver cercato di realizzare un documentario sui disordini seguiti alla contestata rielezione del presidente Ahmadinejad. Panahi venne condannato a 6 anni di prigione poi tramutati in arresti domiciliari, diventati poi più a maglie larghe ma con il divieto di abbandonare il paese. Panahi, sempre secondo sentenza del tribunale islamico, non può girare film fino al 2031.

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