Lanciò programmi che hanno fatto la storia della rete e della tv pubblica: Telefono giallo, Samarcanda, Un giorno in pretura, La Tv delle ragazze, Blob, Chi l’ha visto?, Avanzi, Quelli che il calcio (passato nel 1998 su Rai 2), Tunnel e Storie maledette
È morto nella notte all’età di 93 anni Angelo Guglielmi. Si è spento nel sonno. Storico direttore di Rai3, lanciò programmi che hanno fatto la storia della rete e della tv pubblica. Oltre che dirigente, fu critico letterario, saggista e giornalista.
Era nato ad Arona in provincia di Novara, dove è nato il 2 aprile del 1929. Dopo essersi laureato in lettere a Bologna nel 1951 ha vinto il concorso in Rai tre anni dopo. Sotto la sua direzione di Rai3, nel periodo che va da 1987 al 1994, nascono programmi cult come Telefono giallo, Samarcanda, Un giorno in pretura, La Tv delle ragazze, Blob, Chi l’ha visto?, Avanzi, Quelli che il calcio (passato nel 1998 su Rai 2), Tunnel e Storie maledette, e vengono lanciati personaggi come Corrado Augias, Michele Santoro, Donatella Raffai, Serena Dandini, Fabio Fazio, Franca Leosini, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara e Daniele Luttazzi. Di Guglielmi fu anche l’idea di mettere in bianco e nero e fra virgolette rosse le annunciatrici dei programmi. Lo share medio della rete passò in pochi anni da meno dell’1% ad oltre il 10%.
Dal 1995 al 2001 Guglielmi fu anche presidente e amministratore delegato dell’Istituto Luce. Dal 2004 al 2009 venne chiamato da Sergio Cofferati nella giunta comunale di Bologna in qualità di assessore alla cultura. Fu membro dal 2001al 2004 del Comitato di consulenza dell’Enciclopedia del cinema edita dall’Istituto della Enciclopedia Italiana. Fu tra i fondatori del collettivo letterario neo-avanguardista Gruppo 63 con Umberto Eco e Edoardo Sanguineti, Beniamino Placido, Alberto Arbasino. Scrisse per Paese Sera e per il Corriere della Sera, nonché su numerose riviste. Per anni critico letterario per L’Espresso, scrisse fino a tarda età per Tuttolibri – La Stampa e ha avuto un blog negli ultimi anni di vita su Ilfattoquotidiano.it.
Numerose le pubblicazioni, alcune delle quali scritte a quattro mani con Stefano Balassone, suo vice alla guida di Rai 3. Particolarmente nota la trilogia, che scrisse negli anni Sessanta, dedicata a Michelangelo, Dante e Cavour. Tra le altre opere Avanguardia e sperimentalismo (1964), Vent’anni di impazienza (1965); Vero e falso (1968); La letteratura del risparmio (1973); Carta stampata (1978); Il piacere della letteratura (1981); Trent’anni di intolleranza (mia) (1995); Il romanzo e la realtà (2010). In occasione dei suoi 90 anni uscì la sua ultima fatica letteraria (edita da La Nave di Teseo), ‘Sfido a riconoscermi – Racconti sparsi’. Un racconto fitto di incontri letterari e personali: da Gadda ad Arbasino, da Calvino a Eco, da Moravia a Pasolini dal Neorealismo ai reality in tv.
“Io non ho mai scritto di me – spiegava nel libro – ho in odio l’autobiografia, ritenendola il male degli ultimi trent’anni della narrativa italiana, ma sento il bisogno di esternare alcuni ricordi della mia vita di bambino e di adolescente. Giacché molte cose non tornano nella mia vita, e ciò che pare certo diventa pericolante né impedisce esiti finali indesiderati. Forse il contenuto di quei ricordi ci fornisce qualche luce di chiarimento”.