Esibivano lusso e vita agiata sui social network, ma non possiedono niente. Domenico De Marzi, l'avvocato della parte civile nel processo, ha dichiarato: "Una causa civile per avere i soldi? Sarebbe difficile capire a chi farla"
Il presidente della Corte d’Assise di Frosinone ha quantificato per la prima volta il danno subito dalla famiglia Monteiro Duarte in seguito all’omicidio di Willy, avvenuto il 6 settembre del 2020. Secondo quanto disposto dalla sentenza emessa lunedì 4 luglio, Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli in quanto colpevoli dell’omicidio del giovane, sono tenuti a versare 200mila a ciascuno dei genitori della vittima e 150mila alla sorella. Sembra un primo passo verso il riconoscimento dei danni subiti dalla famiglia del giovane ragazzo, ucciso in un pestaggio mentre tentava di difendere un amico in difficoltà, ma la famiglia di Willy potrebbe non vedere mai quei 550mila euro di risarcimento.
Si tratta di una provvisionale, quindi è immediatamente esecutiva. Ma il problema, secondo quanto riportato da Repubblica, risiede nel fatto che i fratelli Bianchi, per i quali la sentenza ha previsto la condanna all’ergastolo, sono ufficialmente nullatenenti. I loro genitori percepivano il reddito di cittadinanza prima che gli venisse tolto per alcuni accertamenti e la stessa situazione riguarda gli altri due imputati, nonostante le foto esibite sui social network per ostentare lusso e vita agiata. Domenico De Marzi, l’avvocato della parte civile nel processo, ha dichiarato a Repubblica: “Non risultano avere nulla. Una causa civile per avere i soldi? Sarebbe difficile capire a chi farla“. “Quando c’è un incidente stradale ci sono le assicurazioni che coprono, ma in questo caso è diverso e non abbiamo mai pensato di poter recuperare denaro da quelli” ha aggiunto. Per questo, fanno sapere gli avvocati che hanno rappresentato la famiglia di Willy, i condannati non hanno mai proposto nulla, nonostante questo potesse alleggerire la loro posizione nel processo: “Ci sono state delle lettere, alcuni tentativi di stabilire contatti, ma nulla di più”. Ora però la famiglia della vittima potrà chiedere il risarcimento allo Stato e, nel caso in cui non dovesse andare a buon fine, potrebbe rivolgersi alla Corte Europea: “Valuteremo e vedremo bene cosa fare” ha dichiarato De Marzi.