Polestar finora ha avuto un’espansione molto veloce, in soli due anni e mezzo è diventata un’azienda globale che opera nei principali paesi del mondo. Un global player 100% elettrico che al momento opera su 25 tra i mercati più importanti, che diventeranno 30 entro la fine del 2023″. A parlare è Alexander Lutz, che dopo aver lanciato il nuovo brand in Germania (e avere in precedenza lavorato per Maserati e Audi) ne è stato nominato direttore generale in Italia. La sede è a Milano e le vendite nel Bel Paese inizieranno ufficialmente ad ottobre, con il lancio della Polestar 2, già in vendita su altri mercati.

Siete in piena espansione, com’è naturale che sia per un marchio giovane. Obiettivi?

“Il più importante è quello di raggiungere quota 290 mila auto nel mondo entro il 2025. Per farlo, ci affideremo ai nostri modelli 2, 3, 4 e 5. A tale proposito, il lancio globale della 3 avverrà ad ottobre e in Italia sarà in vendita nel primo semestre 2023. Poi sarà la volta della 4, al debutto a fine 2023 e in commercio a inizio 2024 e quindi la 5, svelata a fine 2024 e in vendita nel 2025: e via così, una nuova auto ogni anno. E tenete conto che la O2, il concept di roadster elettrica svelato a inizio anno, andrà anch’esso in produzione più in là”

Come mai la scelta di puntare sui numeri per il nome dei vostri modelli?

“I nomi delle nostre auto saranno sempre e solo dei numeri progressivi, anche per le nuove generazioni di un modello, perché ognuno di essi fotografa un momento storico diverso dell’azienda. Che potrebbe anche non ripetersi”

Tra i nuovi mercati su cui sarete presenti, c’è anche quello italiano. Quali potenzialità intravedete?

“Innanzitutto c’è da dire che le nostre saranno solo vendite online, con consulenti e agenti. L’Italia è un Paese che ama le cose belle, e il nostro design è lo è. Diciamo che se guardate le performance di Porsche o Tesla potete farvi un’idea di dove potremmo arrivare. Ma non ci interessa avere successo coi numeri, siamo un marchio che si posiziona nel lusso e punta su stile ed eleganza, oltre che sulla tecnologia. Quello che ci preme è che i nostri clienti facciano l’esperienza di guidare una Polestar e a trovino appagante: il nostro dev’essere un mondo piccolo e di qualità. Arriveremo anche noi a avere 10 mila auto su strada, col tempo, ma rimarremo un marchio esclusivo che non si vedrà mai troppo in giro. Il cliente deve guidare le nostre auto, condividendone i valori. Non siamo fatti di numeri, ma di esperienze ed emozioni. Il nostro è un equilibrio tra testa e cuore, più spostato sul cuore direi”

Da quando siete nati puntate solo sull’elettrico, e l’Europa dell’auto sta andando in quella direzione. La strada però è lunga, e pare esserci bisogno del supporto degli stati. Che ne pensa?

“Sono d’accordo con il bando ai motori termici nel 2035. Del resto, noi scegliendo l’elettrico quella strada l’abbiamo già tracciata e tutte le indagini di mercato ci dicono che la data indicata è quella giusta. Certo, a seconda dei paesi europei, ci sarà bisogno di più o meno incentivi statali per la diffusione delle auto a batteria. Ma questo vale soprattutto per il mainstream, ovvero per le auto elettriche dei marchi generalisti e fino a un certo limite di prezzo. Per chi, come noi, opera nel premium non sono necessari più di tanto”.

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