“Lara, è mooolto rischioso. Qui non si è padroni di nulla. Meglio soprassedere, credo…”. Così Marta Cartabia, appena nominata ministra della Giustizia, rispondeva alla collega costituzionalista Lara Trucco che la invitava a partecipare a un convegno a Genova. Il messaggio, citato dalla Verità, è agli atti dell’indagine sulla concorsopoli universitaria genovese che a giugno ha portato agli arresti domiciliari Trucco (prorettrice dell’ateneo dimessasi in seguito allo scandalo) e il professore emerito Pasquale Costanzo, accusati di turbativa d’asta per aver favorito candidati meno titolati, ma “amici”, nei bandi per vari incarichi accademici. In questo caso, in particolare, la vicenda è quella di un assegno di ricerca che secondo l’accusa era “destinato” a Marco Bassini, un ricercatore allievo del professore della Bocconi Oreste Pollicino, anch’egli indagato: la ministra, a quanto emerge dalle carte, aveva contatti con entrambi. “Giovedì vedo Marta e ti confermo che ha una visione chiara dello spessore umano qui in Bocconi”. Trucco replica: “Marta è fortunata a poter contare su di te”. Nella memoria difensiva depositata al gip, inoltre, Trucco riferisce che Bassini godeva di stima “da parte della professoressa Cartabia”.
Nel mondo accademico, però, il ricercatore sconta un “incidente” che risale al 2019: un concorso presuntamente irregolare per adjunct professor in Bocconi, in cui – riporta la Verità – aveva vinto inserendo nel curriculum una pubblicazione non ancora stampata. Inoltre, la commissione giudicatrice (di cui facevano parte sia Trucco che Pollicino) sapeva con due settimane d’anticipo i nomi dei candidati. Bassini, pur avendo visto, rinuncerà immediatamente al posto: secondo Trucco e Pollicino, a causa delle pressioni esercitate da un gruppo di accademici rivali, studiosi di diritto comparato che rispondono al professore genovese Lorenzo Cuocolo. “A parziale risarcimento economico”, scrive la Verità, per il ricercatore viene pensato un posto da co-responsabile del corso di Diritto costituzionale italiano ed europeo diretto da Cartabia, che sembra pronta a nominarlo. “Come volevasi dimostrare Marta ha respinto tutte le interferenze relative al suo corso e ha deciso di attribuirlo a Marco (…). È proprio un mito”, scrive Pollicino a Trucco il 15 febbraio, due giorni dopo la nomina della collega a Guardasigilli.
Poche ore dopo, però, ecco il dietrofront. Pollicino si lamenta al telefono con Trucco perché i rivali (Cuocolo e company) hanno riproposto “la storia assurda del concorso” di Bassini: e di fronte al rischio di uno scandalo Cartabia avrebbe fatto marcia indietro, “dicendo, facendo capire… diciamo… in maniera molto indiretta, molto felpata… attenzione, perché poi potrebbe scoppiare un caso, no? Che il corso era stato affidato a qualcuno, no, che non era del tutto pulito“. A quel punto è lo stesso Pollicino che consiglia a Bassini di farsi da parte. Ed è convinto, dice a Trucco, che con questa mossa il suo allievo abbia “acquisito un grandissimo credito nei confronti di Marta, perché lei l’aveva designato (…) lei apprezzerà molto questa cosa qui”. E conclude chiedendo a Trucco di chiedere la questione “riservata“: “Lo sappiamo io, tu, Marta e basta, capisci?”. Un mese dopo quella telefonata, il 23 marzo, Trucco chiede a Cartabia di partecipare al convegno a Genova: e la ministra le risponde “Lara, è mooolto rischioso. Qui non si è padroni di nulla. Meglio soprassedere, credo…”. La Verità riferisce che la prorettrice ha confidato ad alcuni collaboratori che Cartabia ha risposto in quel modo riferendosi alla “pericolosità dell’ambiente genovese“, temendo che la sua presenza potesse “essere percepita come una provocazione” da parte del gruppo rivale.