Le strutture tedesche rischiano di crollare per la nuova ondata che sta colpendo l'Europa nel mezzo dell'estate: una su 4 è costretta a rinviare le operazioni programmate. In rianimazione ci sono 1.212 positivi, più del doppio rispetto a luglio 2021. Allo stesso tempo, 2mila letti non sono gestibili per via di ferie, contagi e dimissioni tra medici e infermieri: "Non può andare avanti così"
Le strutture denunciano la necessità di ridurre i propri servizi, mentre i ricoveri raggiungono numeri che a luglio non si erano mai visti e il personale, tra ferie e contagi, continua a ridursi. La Germania è in pre-allarme per le sue terapie intensive, che rischiano di crollare per la nuova ondata di Covid che sta colpendo l’Europa nel mezzo dell’estate. I numeri raccontano quanto la situazione sia critica: il 55% delle unità di terapia intensiva, in totale ci sono 736 strutture, è in sofferenza. Nei letti di rianimazione sono ricoverati 1.212 positivi, più del doppio rispetto a luglio 2021 e il quadruplo rispetto allo stesso mese di due anni fa. Contemporaneamente, molte postazioni sono chiuse perché mancano medici e infermieri: alcuni sono in ferie, altri si sono contagiati a loro volta, altri ancora si sono dimessi per via di turni massacranti. Uwe Janssens, capo della terapia intensiva del Sankt Antonius Hospital Eschweiler, sottolinea alla Süddeutsche Zeitung che il sistema rischia il collasso: “Non può più andare avanti così”. Un monito anche per l’Italia, dove il trend dei nuovi casi sta raggiungendo i livelli tedeschi. Giovedì scorso, infatti, il ministero della Salute ha avvertito le Regioni, chiedendo di adeguare i posti letto negli ospedali e prepararsi a una nuova ondata di ricoveri.
A diffondere i dati di una situazione allarmante è la Divi, l’associazione tedesca per la terapia intensiva e la medicina d’urgenza. Il suo presidente Gernot Marx nei giorni scorsi ha spiegato ai giornali del gruppo Funke che il 32% delle strutture di rianimazione ha dichiarato di avere una possibilità di intervento limitato. Un altro 23% è invece costretto ad annullare o posticipare le operazioni programmate per mantenere un sufficiente numero di posti letto liberi. Il primo motivo di questa sofferenza è dovuto all’impennata dei contagi: la Germania registra un’incidenza settiminale di oltre 700 casi ogni 100mila abitanti, mentre un anno fa a luglio era di 5,8. Di conseguenza, continuano ad aumentare anche ospedalizzazioni e decessi. I pazienti Covid in terapia intensiva occupano il 5% del totale dei posti letto disponibili in Germania. L’Italia è messa solo leggermente meglio: secondo i dati Agenas dell’11 luglio, il tasso di occupazione è al 4%.
Le strutture tedesche però hanno anche un altro problema: come spiega un articolo di Jakob Wetzel sempre sulla Süddeutsche Zeitung, per via della carenza di personale attualmente possono essere gestiti quasi 2mila letti di terapia intensiva in meno rispetto a un anno fa. Secondo i dati della Divi, attualmente ci sono 17.400 posti letto occupati e 3.250 sono liberi. Non ho mai visto così tante carenze di personale a causa del Covid come in questa ondata”, denuncia Christian Karagiannidis, membro del consiglio di esperti del governo tedesco. La Germania aveva già una carenza di infermieri e medici prima della pandemia: la situazione attuale sta esasperando questa lacuna. Tra pochi mesi, prevede Karagiannidis, sarà necessario trasferire i pazienti da una struttura all’altra a seconda delle disponibilità di letti.
Non sono solo le terapie intensive il problema: tutto il sistema sanitario tedesco è sotto stress. Nei giorni scorsi un’importante associazione di medici, il Marburger Bund, ha avvertito che gli effetti degli elevati numeri dei contagi si stanno già facendo sentire. “Vediamo colli di bottiglia negli ospedali, specie nello Stato dello Schleswig-Holstein, con i suoi dati di contagi particolarmente elevati”, ha detto la presidente del Marburger Bund Susanne Johna al quotidiano Handelsblatt. “Ma anche alcuni servizi in altri Länder, guardie mediche e pronto soccorso, lavorano solo in parte a causa della carenza di personale. Dobbiamo anche presumere che sempre più lavoratori verranno a mancare nelle prossime settimane”, ha detto Johna. Complessivamente la situazione può essere gestita, ma il sistema sanitario “sta raggiungendo il limite in alcune parti del Paese”, ha concluso la presidente del Marburger Burg.