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Gb, sono 8 i pretendenti alla successione di Johnson. Domani ulteriore scrematura

Il testo era contro l'individuo e non contro l'istituzione. Sajid Javid, ministro della Sanità si ritira dalla corsa alla carica di premier e leader Tory. In testa, l'ex cancelliere dello Scacchiere Rishni Sunak seguito da due donne

Sono 8 i pretendenti alla successione di Boris Johnson come leader Tory e futuro premier britannico. Lo ha annunciato la Bbc dopo che il Comitato 1922, l’organismo elettivo dei Tory, ha accettato in base alle nuove regole fissate ieri solo le candidature sostenute dalla firma di almeno 20 colleghi deputati di maggioranza. Secondo i media inglesi, il maggior numero di firme è quello raccolto finora dall’ex cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak. Seguono Penny Mordaunt, prima donna a ricoprire la carica di ministro della Difesa nel governo britannico, e Liz Truss, ministro degli esteri del governo di Johnson. L’ultimo a ritirarsi, invece, è stato Sajid Javid, ministro della Sanità. “Servire nel governo è un vero privilegio. Sono passati solo sette giorni da quando ho preso la difficile decisione di dimettermi dal lavoro più importante che abbia mai avuto, come segretario alla Salute durante una pandemia. Da allora, ho esposto i valori e le politiche che penso siano giuste per il futuro del nostro grande Paese. Credo che il partito debba ora guardare verso l’esterno, non verso l’interno, se vogliamo vincere di nuovo”, ha dichiarato Javid. Domani ci sarà un primo scrutinio fra i deputati e un ulteriore taglio.

Nel frattempo, Downing Street ha respinto la mozione di sfiducia contro Johnson presentata questa mattina dal partito laburista di Keir Starmer . Secondo quanto riferito dall’opposizione parlamentare inglese, il testo è stato rigettato perchè sollecitava la sfiducia al premier in quanto individuo e non al governo. Sembra destinato così a saltare il voto di domani alla Camera dei Comuni sulla mozione di sfiducia. Il dimissionario premier è destinato al momento a restare a capo del governo fino alla conclusione della corsa per l’elezione di chi gli succederà come leader Tory prevista per il 5 settembre.