Persone sedute sull’asfalto e fumogeni accesi. Quindi corsa bloccata, prima dell’arrivo dei ciclisti. È accaduto oggi nella decima tappa del Tour de France, quando a circa 30 chilometri dall’arrivo l’organizzazione ha neutralizzato la corsa, fermandola e congelando i distacchi in corso. Non è ancora chiara la ragione dei manifestanti, ma probabilmente data la dinamica tipica di Extinction Rebellion riguarda i cambiamenti climatici. In testa c’era Alberto Bettiol: la sua fuga è stata fermata e il ciclista italiano ha girato in tondo in attesa del via libera. L’organizzazione del Tour de France, dopo l’intervento della Gendarmerie che ha spostato i manifestanti dalla strada, ha fatto ripartire Bettiol. Dopo i circa 7 minuti di distacco dal leader della corsa, anche il gruppo è stato fatto ripartire. La tappa, 148 km da Morzine Les Portes du Soleil a Megève, alla fine è stata vinta dal danese Magnus Cort Nielsen della EF Education-EasyPost.
Successivamente è stato diramato un comunicato dagli attivisti, che hanno voluto spiegare i motivi del loro gesto. Nella fattispecie le nove persone che hanno interrotto la decima tappa del Tour de France appartengono al gruppo Dernière Rénovation. Sul sito del movimento è apparso il comunicato di rivendicazione: “Dobbiamo fermare la folle corsa verso il nostro annientamento – si legge -. Non possiamo più rimanere spettatori del disastro climatico in corso. Ci restano 989 giorni per salvare il nostro futuro, la nostra umanità. Il traguardo è un burrone e accusiamo il nostro governo e in particolare il Presidente della Repubblica di condannarci a morte”. Il Tour “è stato interrotto per 17 minuti e la corsa si è fermata per più di 15 minuti”. Il comunicato è stato firmato da Alice, 32 anni, che ha sottolineato: “Preferirei non arrivare a questo. Preferirei stare con mio nonno, stare tranquilla sul mio divano a guardare il Tour de France, mentre il governo fa il suo lavoro. Ma non è la realtà. La realtà è che il mondo in cui ci mandano i politici è un mondo in cui il Tour de France non può più esistere. In questo mondo, saremo impegnati a lottare per nutrire noi stessi e per salvare le nostre famiglie. In queste condizioni affronteremo guerre di massa e carestie. Dobbiamo agire ed entrare nella resistenza civile oggi per salvare ciò che resta da salvare”.