Torna ad alzarsi la tensione tra Kiev e Berlino: al centro del nuovo scontro ci sono le turbine per il Nord Stream 1, il gasdotto che attraverso il mar Baltico porta il gas russo direttamente in Germania. Nel suo discorso serale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha usato parole dure: “Il ministero degli Affari Esteri ucraino ha dovuto convocare il rappresentante del Canada nel nostro Paese a causa di un’eccezione assolutamente inaccettabile al regime di sanzioni contro la Russia”. Eppure, in giornata, sia il governo tedesco che l’Unione europea avevano replicato alle accuse ucraine sostenendo che “le sanzioni Ue non riguardano il transito del gas” e quindi “non si applicano ai beni o alla tecnologia legata al trasporto”.

Cosa sta succedendo – Per capire come si è arrivati a questo punto bisogna tornare a metà giugno, quando Gazprom ha annunciato la riduzione del flusso tramite Nord Stream 1 del 40%, giustificandola ufficialmente con un ritardo da parte di Siemens nella consegna di alcune attrezzature. Le turbine, appunto, che si trovavano in Canada in uno stabilimento del gruppo tedesco per la riparazione. Negli ultimi giorni a Berlino sono aumentati notevolmente i timori di un blocco totale al flusso di gas russo: da ieri, lunedì, il Nord Stream 1 è infatti fermo per una manutenzione annuale di routine. La paura del governo tedesco è che però il gasdotto non torni più in funzione, specialmente se non verranno consegnate a Gazprom le turbine: significherebbe una grave recessione per la Germania e per tutta l’Europa. Per questo nel fine settimana il Canada ha deciso di autorizzare il trasferimento in Germania della turbine per il Nord Stream 1, provocando l’ira di Kiev.

La reazione di Zelensky – Il ministero degli Affari Esteri ucraino ha chiesto al Canada di annullare la decisione. Kiev si è infatti detta “delusa dalla decisione di Ottawa di restituire le turbine Nord Stream-1 riparate da Siemens Canada”. Poi in serata sono arrivate le parole di Zelensky: “La decisione sull’eccezione alle sanzioni sarà percepita a Mosca esclusivamente come una manifestazione di debolezza. Questa è la loro logica”. “E ora, non c’è dubbio che la Russia cercherà non solo di limitare il più possibile, ma di chiudere completamente la fornitura di gas all’Europa nel momento più acuto”, ha aggiunto il presidente ucraino. La Commissione Ue spera avvenga il contrario: un portavoce ha sottolineato che il blocco delle turbine “era una delle scuse” usate dalla Russia per “ridurre le consegne di gas”. Senza l’alibi delle turbine, è il ragionamento fatto a Berlino e a Bruxelles, Mosca non avrà appigli per tagliare il flusso di gas.

Dal canto suo, il governo tedesco respinge le critiche di Kiev sulla spedizione delle turbine di Nord Strem 1 dal Canada in Germania, che per gli ucraini aggirerebbe le sanzioni: “Ne abbiamo preso atto ma le sanzioni Ue non riguardano il transito del gas”, ha risposto la portavoce Christiane Hoffmann, in conferenza stampa a Berlino. “Abbiamo sempre detto che criterio decisivo per noi è che le sanzioni dell’Ue non arrechino più danni a noi e all’Europa che alla Russia”, ha aggiunto. La portavoce del ministero dell’Economia e del Clima ha poi spiegato che il governo ha chiesto anche a Bruxelles se la spedizione della turbine violasse le sanzioni e la risposta dell’Europa è stata negativa. La Commissione Ue ha confermato: “Le sanzioni non si applicano ai beni o alla tecnologia legata al trasporto del gas”.

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