Ci sono modi intelligenti per coniugare la necessaria transizione ecologica con le necessità delle famiglie alle prese con inflazione e caro-benzina. Non sono il ritorno al carbone o la sciagurata decisione dell’Ue di considerare gas e nucleare come fonti rinnovabili la soluzione al problema. Si deve e si può fare altro. In Germania, ad esempio, sta riscuotendo un grande successo l’abbonamento mensile speciale del costo di soli nove euro che consente di viaggiare, senza limiti, su autobus, tramvie, metropolitane e ferrovie, a livello urbano e regionale. Ad appena un mese dal lancio, sono già stati venduti 21 milioni nuovi abbonamenti, a cui vanno sommati gli abbonamenti già in essere, convertiti automaticamente nella nuova formula, per cui si stimano complessivamente oltre 30 milioni di persone che scelgono il trasporto collettivo – e non l’auto privata – per le proprie necessità di mobilità.
Questa misura è stata varata lo scorso marzo dal governo tedesco – del quale fanno parte i Verdi – nell’ambito del pacchetto di provvedimenti “Energia-ristori” per far fronte al caro-energia e per compensare l’impatto che l’aumento del costo dei carburanti sta avendo sui bilanci familiari. L’abbonamento verrà finanziato con fondi del governo, che ha stimato un costo complessivo intorno ai 2,5 miliardi di euro. L’uso di massa dei mezzi di trasporto pubblico ha già portato a una sensibile riduzione della congestione da traffico nelle venti maggiori città della Germania. Oltre alla riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico.
Il cambiamento climatico è in atto, come ci confermano il drammatico e perdurante periodo di siccità e gli eventi meteo estremi con i quali ci stiamo confrontando, come il violento nubifragio su Piacenza di lunedì 4 luglio e la grandinata su Modena di qualche giorno dopo. Da ultimo, lo sgretolamento del ghiacciaio sulla Marmolada, già ridotto ai minimi termini come molti altri ghiacciai alpini, preziose riserve di acqua che si disperdono senza ricostituirsi.
A differenza del passato, si direbbe che questi fenomeni abbiano contribuito a diffondere una maggiore percezione dell’emergenza climatica, provocata dalla costante emissione in atmosfera di gas climalteranti originati da agricoltura, zootecnia, attività industriali, riscaldamento domestico, trasporti su gomma alimentati da combustibili fossili. Secondo calcoli diffusi dall’Unione Europea, il settore dei trasporti privati attualmente è responsabile da solo del 24% delle emissioni di gas serra. Oltre ad intervenire negli altri settori più emissivi, occorre procedere con urgenza con politiche di riduzione del traffico motorizzato, che ha un impatto negativo anche sulla qualità dell’aria. Come vediamo nel Bacino Padano notoriamente penalizzato da un inquinamento atmosferico oltre i limiti di legge per quanto riguarda PM10 e ossidi di azoto. E si sa che lo smog incide pesantemente sulla salute.
Promuovere l’uso dei mezzi di trasporto pubblico è dunque essenziale. Per questo, prendendo spunto dall’iniziativa del governo tedesco ho depositato in Assemblea legislativa una risoluzione per chiedere alla Giunta di sollecitare il nostro governo affinché introduca un abbonamento agevolato alla rete dei mezzi di trasporto pubblici. Tale misura potrebbe essere finanziata tassando gli extraprofitti delle compagnie energetiche nazionali (quelli di Eni nei primi tre mesi del 2022 sono aumentati quasi del 300% rispetto ai mesi corrispondenti del 2021). La risoluzione chiede anche che il governo investa a favore dello sviluppo del trasporto collettivo, premessa indispensabile per promuovere l’uso di massa dei mezzi pubblici, perché se i servizi non sono sufficienti a rispondere alla domanda, né sono di qualità e regolarità adeguate, i cittadini tendono a servirsi dell’auto. Ci vogliono quindi più mezzi e più personale viaggiante per garantire un numero di corse adeguate. Già in Germania, paese dove la rete del trasporto collettivo è sviluppatissima, grazie all’abbonamento a nove euro c’è stato un assalto ai mezzi pubblici che sono andati in sofferenza! Figuriamoci in Italia!
Favorire l’uso di massa dei mezzi di trasporto collettivi resta strategico: aiuta a conseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, dell’Accordo di Parigi e della Legge sul Clima dell’Unione Europea, a cui anche l’Emilia-Romagna si è allineata con il Patto per il Lavoro e per il Clima, che prevede di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e l’energia 100% da fonte rinnovabile al 2035. La Regione Emilia-Romagna finanzia già con risorse proprie l’abbonamento gratuito ai mezzi pubblici per giovani fino ai 19 anni di età per coprire i percorsi casa-scuola. Ora a livello nazionale deve intervenire il governo, come ha fatto quello tedesco.