Processo nullo? Lo ritengono alcuni difensori delle Olgettine imputate nel processo Ruby ter per cui la procura ha chiesto sei anni per Silvio Berlusconi e cinque per Karima El Mahroug Tutta “l’attività di indagine”, ossia tutte le prove acquisite devono essere dichiarate “inutilizzabili ai fini della decisione” secondo l’avvocato Alberto Pirro, che assiste le sorelle Ferrera. Facendo leva sull’ordinanza dei giudici di novembre, nella quale il Tribunale sostiene che le giovani dovevano essere sentite nei processi già da indagate e non da testi semplici, il difensore ha parlato di prove assunte violando il “diritto di difesa”: le giovani donne, stando a questa interpretazione, dovevano essere indagate da maggio 2012 e andava chiesta la proroga indagini. Dopo quell’ordinanza i difensori avevano chiesto il proscioglimento delle imputate dalla falsa testimonianza ma il Tribunale aveva respinto.
“Contrariamente a quanto sostenuto dai pm – ha spiegato Pirro nella sua arringa – questa ordinanza è da tenere in considerazione non solo per gli effetti sulle dichiarazioni, ma anche sulle prove acquisite, acquisite in violazione del diritto di difesa e da ritenere inutilizzabili“. E ciò in ragione “della retrodatazione della notizia criminis” alla primavera del 2012, quando, per il Tribunale, in sostanza le giovani andavano già iscritte nel registro degli indagati, prima di essere sentite nei processi. Già nel “maggio 2012”, ha chiarito il difensore. E dunque tutte le prove poi acquisite nell’inchiesta, “tra il 2014 e il 2016”, sono state “assunte senza una proroga delle indagini“, quella prevista da richiedere ogni 6 mesi, e violando il diritto di difesa.
Oltre a questa richiesta ai giudici, il difensore nel merito, così come altre difese delle ragazze (tra cui quella di Raissa Skorkina), il legale ha chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” sia per la falsa testimonianza che per l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Berlusconi, ha spiegato l’avvocato Pirro, ha “come abitudine di vita l’attività solidaristica e da lui ci sono stati plurimi atti di liberalità a soggetti meritevoli di aiuto economico e tra loro vanno e devono essere comprese anche le gemelle Ferrera”. Quei soldi, ricevute da loro come dalle altre, servivano a risarcire il “danno esistenziale patito per l’effetto stigmatizzante, da Lettera Scarlatta, prodotto dal caso Ruby”.
Un altro difensore, l’avvocato Alberto Borbon, ha ricordati come il leader di Forza Italia, anche prima che si arrivasse al processo Ruby, pagasse “già le rette dell’Università Bocconi” a Ioana Amarghioalei, una delle giovani partecipanti alle serate di Arcore e quel “sostentamento economico che poi queste ragazze hanno ricevuto” va legato al fatto che “dopo essere state travolte dalla bufera mediatica della vicenda si sono trovate senza lavoro e in indubbie difficoltà economiche“. Borbon, legale anche di Elisa Toti, ha chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per entrambe.
La difesa delle giovani, in sostanza, ha seguito la linea difensiva del Cavaliere, imputato per aver, secondo l’accusa, comprato il silenzio delle ex ospiti di Villa San Martino sulle serate hard. L’attenzione “mediatica sul Ruby 1 – ha detto il legale – ha letteralmente travolto le donne chiamate a testimoniare e tali ragazze sono state subito additate come prostitute ed è stato coniato per loro un sinonimo, che è ‘olgettina’”. Berlusconi “in questa situazione di pressione mediatica – ha aggiunto – ha maturato l’intenzione di farsi carico del danno recato loro da questa storia e ha adottato un mezzo di pagamento assolutamente tracciabile, ossia il bonifico, e quelle elargizioni mensili da 2.500 euro vanno lette in questa chiave”. Il legale ha evidenziato, inoltre, che l’ex premier aiutava economicamente le ragazze anche prima dell’esplosione del caso, tanto che pagava appunto le rette universitarie per Amarghioalei (per lei chiesti 3 anni e 6 mesi dai pm) e “i canoni d’affitto” per Toti (chiesti 3 anni e 4 mesi) già “nel 2010”. Per la difesa “mancano le prove dell’accordo corruttivo” e le giovani testimoniando nei processi hanno trovato “un legittimo modo di sottrarsi a domande che avrebbero recato gravissimo nocumento” alla loro vita.
Hanno chiesto le assoluzioni con formula piena anche le difese di altri due imputati ossia quelle di Luca Pedrini, ex collaboratore di Nicole Minetti, e Giorgio Puricelli, ex fisioterapista del Milan e di Silvio Berlusconi ed ex consigliere lombardo, entrambi imputati per falsa testimonianza. Tra l’altro, per Pedrini, assistito dal legale Pasquale Pantano, gli stessi pm hanno chiesto l’assoluzione. L’udienza di oggi, ha fatto notare il presidente del collegio Marco Tremolada, è durata troppo poco (era stata programmata per arrivare fino al pomeriggio) e quindi i giudici hanno chiesto, per la prossima udienza del 20 luglio, alle difese di riuscire a “riorganizzare” le udienze di settembre e ottobre (21 e 28 settembre e 5 e 17 ottobre quelle per ora fissate), magari utilizzandone una in meno. La difesa di Berlusconi, coi legali Coppi e Cecconi, dovrebbe intervenire tra fine settembre e ottobre.