Dopo la fuga alle Maldive su un aereo militare dell'ex premier Gotabaya Rajapaksa, le proteste hanno continuato ad infuocare il Paese. Presi d'assalto tutti palazzi del potere dai manifestanti antigovernativi
In un discorso televisivo, Ranil Wickremesinghe, premier ad interim nominato dall’ex presidente Gotabaya Rajapaksa fuggito dal Paese a seguito dell’acuirsi delle proteste per la profonda crisi economica, ha dato ordine ai militari di “fare tuto il necessario per ristabilire l’ordine”. Dopo la proclamazione dello stato d’emergenza e l’imposizione del coprifuoco nella Provincia Occidentale, le proteste già in atto in tutto il Paese, sono montate. Le immagini delle manifestazioni davanti agli uffici del premier con i militari a proteggere l’edificio, hanno fatto il giro del mondo. Sono stati visti anche alcuni manifestanti cercare di abbattere i cancelli degli edifici governativi. “Non possiamo strappare la nostra Costituzione. Non possiamo permettere ai fascisti di prendere il potere. Dobbiamo porre fine a questa minaccia fascista alla democrazia”, ha affermato Wickremesinghe nel discorso in cui dichiarava l’attuazione dello stato d’emergenza, una situazione che prevede limitazioni dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini. Uno fra tutti la libertà di circolazione.
Intanto Ranil Wickremesinghe è fuggito con la moglie e una guardia del corpo alle Maldive a bordo di un aereo Antonov-32 partito dall’aeroporto di Colombo, il principale aeroporto del Paese. L’ex premier è stato poi trasferito in una località sconosciuta insieme alla famiglia. Lo Sri Lanka vive da mesi la peggiore crisi economica dalla sua indipendenza, ottenuta nel 1948 dalla Gran Bretagna. Di fatto un Paese in default , la pandemia ha peggiorato la situazione, chiudendo di fatto il rubinetto della sua entrata principale che è il turismo, mentre l’inflazione galoppa con un +33, 8% registrato ad aprile. Alla crisi economica, si aggiunge un profondo disagio sociale sanitario. Uno dei problemi principali del Paese, infatti, è la mancanza di medicinali. Sugli scaffali non ci sono neanche le medicine di base ed è ormai prassi consolidata negli ospedali pubblici, rinviare interventi chirurgici per mancanza dei materiali più importanti.