C’è anche il reato di tortura tra quelli contestati dalla procura di Taranto nei confronti del 25enne arrestato per aver segregato e picchiato selvaggiamente lo zio di 57 anni affetto da problemi psichici. Il pubblico ministero Francesco Ciardo nella richiesta di convalida del fermo che invierà al gip, oltre alle accuse di maltrattamenti, sequestro di persona e lesioni, ha ipotizzato anche il reato di tortura: sarà il giudice Giovanni Caroli nei prossimi giorni a valutare la richiesta di confermare la detenzione in carcere.
Sono stati carabinieri di Massafra a scoprire la terribile storia entrando in possesso di un video, catturato da una telecamera interna, in cui si vede chiaramente il giovane che colpisce con violenza l’anziano indifeso. Immagini terribili e raccapriccianti che, come ilfattoquotidiano.it ha potuto constatare, mostrano una ferocia inaudita. Seminudo, sul lettino, l’anziano viene bastonato ripetutamente: muove lentamente le braccia nel tentativo debole di difendersi, di ripararsi da quei colpi e da quella cattiveria, ma senza riuscirci. In piedi di fronte a lui, con una magliettina bianca e il bastone in mano, il 25enne non sembra affatto toccato da alcun senso di pietà. E colpisce. Ancora.
In un altro video, invece, l’anziano è in piedi e il giovane lo colpisce con i pugni: scarica su di lui una gragnola di colpi come su un sacco da boxe. Sono diversi i video finiti sulla scrivania del pm Ciardo che ora coordina l’inchiesta dei carabinieri impegnati a ricostruire una serie di punti ancora oscuri nella vicenda. Le indagini, infatti, dovranno accertare l’identità di colui che ha diffuso il video in modo da renderlo virale: la telecamera sarebbe stata installata molto probabilmente proprio dal 25enne per controllare a distanza l’anziano che da tempo viveva chiuso a chiave in quella stanza senza alcun contatto con il mondo esterno.
Le immagini riprese dalla telecamera, infatti, era visibili in diretta sul cellulare del nipote. Quando i carabinieri sono entrati nell’appartamento, però, si sono accorti anche di altri inquietanti dettagli: l’uomo non solo non poteva andare neppure in bagno, ma in quella “prigione” non c’era nemmeno una bottiglia d’acqua. E ancora gli investigatori dovranno accertare come mai quest’uomo era stato abbandonato da chiunque al punto da diventare il bersaglio della violenza del nipote senza che nessuno si accorgesse di nulla. Una storia terribile che nel Tarantino ha riportato alla mente la fine di Antonio Stano, il 66enne di Manduria che per mesi è stato vittima di una baby gang che entrava nella sua abitazione per picchiarlo e derubarlo. L’uomo, dopo l’ultima incursione, smise di bere e mangiare e pian piano si lasciò morire: nei sui ultimi giorni di vita svelò tutto ai carabinieri che alcune settimane dopo arrestarono i membri di una gang ribattezzata “gli orfanelli”, come la chat nella quale condividevano i video delle loro spedizioni punitive.
In carcere finirono tre maggiorenni e diversi minorenni. Una storia che trova diverse affinità con quella scoperta anche questa volta dai carabinieri, ma senza il tragico epilogo. Il 57enne è stato immediatamente soccorso che con un’ambulanza del 118 è stato condotto all’ospedale di Castellaneta per verificare le sue condizioni: le prime cure hanno accertato un discreto stato di salute e la presenza di varie ecchimosi sul corpo. L’uomo, poi, è stato preso in carico dai servizi sociali del comune di Mottola. Per il 25enne invece si sono aperte le porte del carcere.