È quanto risulta da una ricerca condotta da Nomisma e commissionata da Ance Emilia Area centro: i 38,7 miliardi di euro fino ad ora investiti dallo Stato hanno generato un valore economico pari a 124,8 miliardi di euro. E la società di consulenza strategica segnala come tra occupati diretti e settori collegati ci siano stati 634mila lavoratori in più
I 38,7 miliardi di euro fino ad ora investiti dallo Stato nel Superbonus 110% – tra i temi più contestati dentro maggioranza e a maggio criticato anche da Draghi – hanno generato un valore economico pari a 124,8 miliardi di euro, cioè il 7,5% del pil. È quanto risulta da una ricerca condotta da Nomisma e commissionata da Ance Emilia Area centro che ha focalizzato la sua attenzione sull’impatto che la misura ha avuto sul piano sociale e ambientale. In sostanza, per ogni euro che lo Stato ha destinato alla misura, il provvedimento ne ha generati 3.
“Il Superbonus 110%, che oggi tutti stanno criticando, è una misura che ha avuto o meno dei rivolti positivi?'”, è la domanda che l’associazione dei costruttori emiliani ha rivolto alla società di consulenza strategica. “È evidente che questa misura abbia delle pecche, avendo infatti subito nei suoi soli 24 mesi di vita ben 16 aggiustamenti, ma è bene considerare anche come essa abbia contribuito a generare valore e benefici sia sui singoli sia per l’intera comunità – ha spiegato sottolinea Marco Marcatili, responsabile Sviluppo di Nomisma – L’analisi effettuata mette in evidenza che a fronte di alti costi di realizzazione, il Superbonus 110% ha fatto emergere una domanda strutturale che andrà a beneficio di tutti, soprattutto delle generazioni future che potranno godere di immobili riqualificati, dalla vita più lunga e, inoltre, ecologica”.
La catena di effetti – La spesa aggiuntiva derivante dal Superbonus – ha spiegato Nomisma – genera una produzione nel settore stesso e in tutti i settori che devono attivarsi per produrre semilavorati, prodotti intermedi e servizi necessari al processo produttivo, generando un valore diretto di 56,1 miliardi. A questi si aggiungono 25,3 miliardi di euro generati dalla catena di azioni e reazioni indotte dalla produzione del prodotto costruzioni. In ultimo, le produzioni dirette e indirette remunerano il fattore lavoro con redditi che alimentano una spesa in consumi finali che richiede maggiori produzioni, comportando così un valore indotto di 43,4 miliardi di euro.
L’impatto ambientale – Per ogni beneficiario, inoltre, Nomisma prevede che l’investimento statale consentirà di generare un risparmio annuo medio in bolletta di ben 500 euro. All’interno del bilancio, Nomisma ha valutato l’impatto ambientale indotto dalla misura, ma anche in che modo l’investimento effettuato abbia contribuito e possa contribuire fattivamente alla politica di transizione ecologica. Il settore delle costruzioni è uno dei maggiori produttori globali di CO2, responsabile di circa un terzo delle emissioni globali. Il Superbonus ha già consentito di contenere in maniera significativa l’impronta ecologica dei cantieri con una riduzione di 979mila tonnellate di CO2, pari ad un risparmio di CO2 del 46,4% con 3 salti di classe energetica. Inoltre, la misura sta rappresentando quasi il 50% dell’incremento di potenza rinnovabile (fotovoltaico e pannelli solari) installata sul parco immobiliare italiano in termini di numero di interventi: grazie a tale strategia, sono stati immessi in consumo ben 106 milioni di kW annui di energie rinnovabili – con una previsione di inserimento di ulteriori 37 milioni per i cantieri ancora in attivazione – dimostrando così che il Superbonus è una strategia importante all’interno della transizione ecologica nazionale.
Gli occupati in più – Infine, il Superbonus opera esclusivamente sul patrimonio immobiliare esistente, producendo effetti positivi sul contenimento di consumo di suolo e minori investimenti sulla realizzazione di servizi e infrastrutture collegate: i vantaggi generati dall’investimento immobiliare, da parte dei beneficiari del Superbonus, rispetto al nuovo è quantificabile in 15,3 miliardi di euro complessivi. L’analisi si conclude evidenziando il valore sociale generato dal Superbonus 110%. I 38,7 miliardi di euro già investiti hanno comportato nel settore delle costruzioni un aumento di occupati pari a 410mila unità, e nei settori collegati si è visto un aumento di 224mila unità, per un totale di 634mila occupati in più. Per quanto riguarda le famiglie, nonostante alcune evidenze mostrino che la misura abbia favorito in media i ceti medio-alti, ben 483mila famiglie con reddito medio-basso (sotto i 1.800 euro) hanno avuto l’occasione, grazie al Superbonus, di effettuare lavori di riqualificazione energetica profonda alla propria abitazione a costo zero: le azioni di riqualificazione. Si segnala inoltre che la riqualificazione effettuata ad oggi sui 147.242 cantieri conclusi ha consentito un incremento del valore immobiliare di almeno 4,8 miliardi, nell’ipotesi in cui tutte le unità immobiliari riqualificate partissero dalle classi energetiche inferiori.