Quello del 6 gennaio 2020 a Capitol Hill, “non fu un colpo di Stato attentamente pianificato”. Lo ha affermato John Bolton, ex consigliere per la Sicurezza nazionale di Donald Trump ed ex ambasciatore Usa all’Onu con George W. Bush, durante un’intervista rilasciata alla Cnn. Parlando del coinvolgimento di Trump nell’assalto al Parlamento americano, Bolton ha aggiunto: “Come persona che ha aiutato a fare colpi di Stato, non qui ma in altri posti, posso dire che esso richiede un sacco di lavoro e questo non è quello che ha fatto”. Bolton, dunque, ammette che la Casa Bianca ha partecipato attivamente alla realizzazione di colpi di Stato in diversi scenari internazionali. Ma dove esattamente? La domanda del giornalista della Cnn, Jake Tapper, arriva puntuale, e la risposta di Bolton è secca ” Non entrerò nei particolari “. L’unico caso sul quale l’ex consigliere si è espresso e sul quale ha parlato del coinvolgimento Usa, è quello del tentato colpo di stato contro Nicolas Maduro del maggio 2020, quando una sorta di “armata Brancaleone” formata da 8 uomini, ha tentato di raggiungere le coste venezuelane. Obiettivo: raggiungere la capitale, Caracas, e prelevare il presidente dal Palazzo Presidenziale, con il supporto aereo delle forze americane e degli insorti locali. Viaggiando a bordo di una piccola imbarcazione, gli uomini appartenenti ad una compagnia privata di sicurezza, sono stati subito intercettati dall’esercito di Maduro. Una dinamica che ha contorni ancora poco chiari e le dichiarazioni di ieri di Bolton contribuiscono ad alimentare questa incertezza. Ad esempio, se è vero che per pianificare un colpo di Stato ci vuole tempo ed una adeguata pianificazione, il tentato colpo in Venezuela in cui, secondo le ammissioni dell’ex consigliere per la Sicurezza nazionale di Trump, Washington sarebbe stata coinvolta, non si può considerare un piano ben organizzato. Pochi uomini, male addestrati e scarsamente armati hanno cercato di mettere a segno un colpo che sembrava impossibile da realizzare fin dall’inizio. “Si è rivelato un fallimento.”- ha dichiarato Bolton- Non che noi abbiamo avuto molto a che fare con questo, ma ho visto cosa ci vuole per un’opposizione per cercare di rovesciare un presidente eletto illegalmente, e hanno fallito”.
La rivelazione dell’ex rappresentate degli Stati Uniti all’Onu, giunge il giorno dopo l’udienza della Commissione d’inchiesta della Camera statunitense che sta investigando sull’attacco di Capitol Hill. Secondo l’accusa, Donald Trump avrebbe incitato alla violenza in un estremo tentativo di rimanere al potere dopo aver perso le elezioni del 2020 contro l’avversario Joe Biden. Le dichiarazioni di Bolton, hanno fatto il giro del mondo e le reazioni da parte delle Cancellerie non si son fatte attendere. Sono fioccate critiche molto aspre verso l’ingerenza di Washington in diverse crisi internazionali. Dal ruolo nel 1953 nel rovesciamento dell’allora primo ministro nazionalista iraniano Mohammad Mosaddeq, alla guerra in Vietnam, fino all’invasione di Iraq e Afghanistan. La portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharaova ha chiesto un’indagine internazionale, affermando che “è importante conoscere in quali altri Paesi gli Stati Uniti hanno pianificato colpi di stato”. Wang Wenbin, portavoce del ministro degli Esteri cinese, commentando le dichiarazioni dell’ex fedelissimo di Trump, ha dichiarato: “Non è una sorpresa”, e prosegue “l’ammissione mostra semplicemente che interferire negli affari interni di altri Paesi e rovesciare i loro governi è diventato una prassi del governo Usa”. Evo Morales, l’ex presidente della Bolivia spodestato dall’esercito nel 2019 sulla base di accuse di elezioni non trasparenti, ha twittato che le parole di Bolton mostrano che gli Stati Uniti “sono il peggior nemico della democrazia e della vita”. In Turchia, un giornale locale pro-Erdogan, ha commentato le parole di Bolton, facendo riferimento al fallito tentativo di rovesciare il governo di Ankara nel 2016.