I casi di sotto-variante BA.2.75 (la cosiddetta Centaurus) isolati fino a ieri nel mondo ammontano a 290. Oltre l’82% delle sequenze depositate nel database Gisaid provengono dall’India, nella quale, a partire da inizio giugno, sono state depositate 239 sequenze del virus, pari a quasi il 4% dei virus isolati nel Paese tra il 14 giugno e il 5 luglio. I casi rimanenti sono stati rilevati in altri 14 Paesi: 14 nel Regno Unito, 9 in USA, 6 in Nuova Zelanda, 4 in Canada, 4 in Indonesia, 3 in Giappone, 2 in Australia, Germania e Nepal, 1 in Danimarca, Lussemburgo, Martinica, Olanda e Turchia. I dati, estratti dalla database Gisaid, sono stati diffusi su Twitter da Raj Rajnarayanan professore alla Arkansas State University.
Sebbene non si sappia se può essere davvero più pericolosa rispetto alle precedenti, un primato ce l’ha già: il nome più originale. A battezzarla Centaurus è stato un profilo Twitter specializzato in news di medicina. Il nome “non ufficiale” ha finito per imporsi su quello scientifico, generando non poche preoccupazioni anche da parte degli scienziati. Il nome riprende una costellazione di stelle che rappresenta un centauro, una creatura mitologica greca che è metà umana e metà cavallo. Il motivo è che la sotto variante presenta un numero notevole di mutazioni rispetto a Omicron 2, il che la rende un “mix”. Secondo l’autore, nomi meno “scientifici” potrebbero aiutare le persone a capire meglio il fenomeno delle varianti.
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BA.2.75 is Centaurus.
Centaurus is very transmissible, and it sucks. It’s already surging in many countries. It sucks.
Do wear a mask and avoid crowds. pic.twitter.com/T6gmNDB02j
— Xabier Ostale (@xabitron1) July 12, 2022
La sottovariante di Omicron BA.2.75 è “una variante che desta preoccupazione principalmente perché è modificata la regione che viene riconosciuta dagli anticorpi neutralizzanti. Quindi di fatto questa variante potrebbe essere totalmente invisibile ai vaccini. Se ha il potenziale per diffondersi? Su questo esistono dei dati un po’ contrastanti, perché l’indice di infezione secondario”, che fa riferimento alla quota di casi secondari che derivano dal contatto con un caso primario, “era piuttosto basso, perlomeno dalle prime misure. Devo dunque dire che è un po’ prematuro vedere se questa variante ha una capacità di trasmissione uguale a queste ultime che abbiamo adesso” spiega all’Adnkronos Salute Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova.
“Non è detto” dunque, sottolinea l’esperto, che quella che sui social è stata ribattezzata la variante Centaurus sarà la prossima variante dominante riuscendo a scalzare Omicron 5. “Non è detto, però sicuramente la preoccupazione degli organi di sorveglianza è direttamente legata a questi aspetti – precisa – alle caratteristiche delle mutazioni”, che sarebbero un problema pure perché potrebbero eludere l’immunità naturale guadagnata con infezioni contratte da altre varianti Omicron. “A quel punto si riparte da zero. Questo è il problema”.