Partenze, arrivi, vacanze. E il virus che continua a circolare. Poche restrizioni, quasi nulle, nelle principali mete turistiche europee. Ma cosa accade se durante la vacanza all’estero si risulta positivi al Covid? Le regole variano da Paese a Paese. In alcuni casi, aver contratto Sars-Cov-2 non comporta alcuna limitazione, anche se si è sintomatici, in altri casi invece c’è il rischio di dover rinunciare alla libera circolazione e doversi sobbarcare spese extra in attesa della fine dell’isolamento. Ecco tutte le norme in vigore al momento in Grecia, Francia, Spagna, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti.

GRECIA
In caso di positività al Covid-19 rilevata in Grecia è previsto un periodo di isolamento obbligatorio per almeno 5 giorni, a partire dal giorno successivo alla diagnosi di positività presso la propria abitazione o, qualora non possibile, in una struttura privata a proprie spese. Se i sintomi dopo i cinque giorni – a partire dalla febbre – si riducono o sono scomparsi, finisce la quarantena. Nel caso in cui la febbre continui senza altri sintomi, è invece obbligatorio prolungare l’isolamento. La febbre è giudicata scomparsa se, nelle 24 ore precedenti all’accertamento, non si è fatto uso di farmaci antipiretici. Finito l’isolamento, il soggetto deve indossare obbligatoriamente una mascherina FFP2 nei successivi 5 giorni. Per i soli soggetti risultati positivi al Covid che dovessero essere asintomatici o presentare una sintomatologia lieve l’isolamento di 5 giorni è raccomandato e non, quindi, obbligatorio. Se il soggetto dovesse lasciare la struttura prima del termine dell’isolamento, la circolazione è consentita solo con l’uso di mascherina.

FRANCIA
Le persone positive con vaccinazioni effettuate devono porsi in isolamento per 7 giorni. Dopo cinque giorni, possono però interromperlo se eseguono un test rapido o un tampone Pcr e risulta negativo oppure se non hanno segni clinici di infezione da almeno 48 ore. Se invece il test risulta positivo, devono continuare l’isolamento per altri due giorni al termine dei quali possono concludere il periodo di isolamento senza effettuare un altro test. Chi non è vaccinato o non ha ricevuto la terza dose dovrà stare in isolamento per 10 giorni e può effettuare un test al settimo giorno che, in caso di risultato negativo, interrompe l’isolamento. Chi ha avuto un contatto stretto non deve effettuare la quarantena ma ha l’obbligo di mascherina e devono effettuare tre test: uno, almeno antigenico, subito e poi due auto-test al giorno 2 e al giorno 4 dopo l’ultimo contatto.

SPAGNA
È uno dei Paesi con le minori restrizioni per chi risulta positivo. In assenza di febbre, infatti, è possibile – già da aprile – spostarsi per fare rientro a casa. E ai contagiati è data la sola raccomandazione di evitare le interazioni sociali. Le regole valgono anche per le isole.

PORTOGALLO
Chi entra nel Paese non ha più l’obbligo di presentare Green pass o un test risultato negativo. E, come in Spagna, chi risulta positivo durante la permanenza non ha obbligo di isolamento, ma unicamente la raccomandazione di evitare contatti sociali e usare sempre la mascherina.

REGNO UNITO
Anche in questo caso, le limitazioni sono minime: i contagiati possono circolare liberamente. Hanno la sola raccomandazione di usare la mascherina ed evitare incontri con persone ritenute fragili nei primi 5 giorni di positivi. I turisti, quindi, nel caso in cui risultassero positivi possono continuare la propria vacanza e rientrare nel proprio Paese.

USA
L’ingresso negli Stati Uniti è condizionato alla vaccinazione. In caso di positività durante il soggiorno sono obbligatori 5 giorni di isolamento ed è impossibile prendere un volo per rientrare nel proprio Paese fino a quando non ci si negativizza. Le spese sanitarie, come noto, sono a proprio carico attraverso la sottoscrizione di un’assicurazione.

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