Appare sempre più evidente come la questione dell’inceneritore di Roma Capitale sia stata centrale per la caduta di Draghi. A riprova che al di là dei “diversivi” operati da mass media tossici, come quelli che dovrebbero essere di servizio pubblico che hanno parlato degli sfracelli che sarebbero piovuti sulla Terra se il governo Draghi fosse caduto, la realtà vera appare sempre più evidente: la contesa avviene attorno allo scontro tra due visioni opposte. Da un lato i sostenitori estremisti del “modello economico lineare” estrazione, produzione, consumo e smaltimento), dall’altra i promotori dell’Economia Circolare.
Non sono bastate le mistificazioni della crisi sociale – che certo c’è e che sarà ancora più grave ma che è legata a doppio filo allo scontro di cui sopra – per ricattare coloro (Movimento 5 Stelle) che hanno posto un semplice problema a cui lo stesso presidente Mattarella avrebbe dovuto rispondere: che c’entra con il Decreto Aiuti l’articolo 13 che conferisce poteri speciali al sindaco di Roma per la realizzazione di un inceneritore che costerà oltre un miliardo di euro? Già il ricorso alla definizione di “legge speciale” evoca tristi ricordi dal punto di vista dei “diritti democratici”. Se Gualtieri nonostante durante la campagna elettorale non abbia mai parlato di inceneritori vuol provare a costruirsene uno perché deve fare strame di Valutazioni Ambientali e di procedure ordinarie tanto più di fronte ad una crisi ambientale senza precedenti e a normative europee che pongono quale priorità assoluta la centralità dell’Economia Circolare?
Parliamo di questo e non buttiamola in caciara in grado solo di allontanare ancor più i cittadini dall’esercizio del voto. Le vicende di Roma e non solo per i rifiuti sono gravissime. Roma è una città in decadenza a partire dalla vicenda dei rifiuti ma questa crisi viene da lontano ma ben oltre le responsabilità della ex sindaca Raggi. Partono decenni fa con l’avere appaltato (con il beneplacito di Rutelli e Veltroni) la gestione degli scarti all’avvocato Cerroni e alla sua gigantesca discarica di Malagrotta lasciando Roma al 21% di raccolta differenziata fino all’avvento della giunta Marino fatta cadere proprio sulla gestione dei rifiuti in quanto disponibile a porre al centro di ogni civile soluzione la raccolta differenziata porta a porta.
È questo blocco trasversale che vuole Roma fuori dalle rotte delle buone pratiche, avvelenando questo clima e spingendo a favore della legge speciale. Bene hanno fatto i 5 Stelle a chiedere conto a Draghi di questa forzatura e ad attribuirle centralità politica.
Certo, anche i 5 Stelle e soprattutto Virginia Raggi non sono esenti da responsabilità per non aver spinto a favore della Strategia Rifiuti Zero quando avrebbero potuto farlo nonostante l’assist da noi fornito attraverso una task force internazionale disposta in modo gratuito a porsi al servizio della Capitale. Ma in questo quadro in cui tutti stanno aizzando contro i 5 Stelle occorre ribadire che invece il “Re è nudo” e che Draghi paga il suo essersi disinteressato dei problemi ambientali in genere.
Perché nella “lettura” della crisi non si parla di come il governo con disinvoltura ha stracciato i pur flebili impegni a favore della Transizione Ecologica a dell’Economia Circolare ridando la stura a trivellazioni, centrali a carbone, rigassificatori? Perché incredibilmente nemmeno in questi giorni di siccità devastante non una parola è stata spesa per intervenire sulla crisi climatica? Basta con questa ipocrisia!
Oggi è evidente che coloro che si candidano a governare il Paese in primis devono essere all’altezza del governo della “priorità ambientale”. In questo scenario in cui la crisi sociale è sempre più intrecciata alla crisi ambientale, l’economia stessa non può fare passi in avanti se non attraverso un complesso ed impegnativo processo di conversione ecologica. L’inerzia in questa direzione è letale per la stessa tenuta economica e sociale dell’intera Europa. Questa è la vera sfida fuori dai piagnistei ipocriti delle oligarchie che purtroppo ancora governano il Paese.
Una volta tanto, allora, diciamolo: “Grazie Movimento 5 Stelle!”. Questa volta hai fatto la cosa giusta.
Il passo successivo potrebbe esser quello di dar vita ad una Costituente Ecologista la più ampia ed inclusiva possibile.