Politica

M5s in crisi: ci avviamo verso una zona morta della politica

Mi capita spesso di dire che la natura non ama il vuoto. Se il riscaldamento globale toglie spazi vitali alle specie mediterranee ecco che si aprono spazi per le specie tropicali che arrivano a prendere il loro posto. Se la pesca industriale toglie i pesci, il vuoto viene riempito dalle meduse. E se ci sono troppe meduse ecco che arrivano le tartarughe e i pesci luna a cogliere l’opportunità, assieme a specie di meduse che si nutrono di altre meduse, come Drymonema dalmatinum la più grande medusa del Mediterraneo: era rarissima e ora si inizia a vedere sempre di più.

Ci sono casi, però, in cui il vuoto stenta a riempirsi. La Grande Barriera Corallina, per esempio, prosperava in un’area vastissima dove l’acqua raggiungeva temperature molto elevate. Col riscaldamento globale quelle temperature sono diventate troppo alte anche per chi si è evoluto per vivere al caldo. Non ci sono specie che potrebbero sostituire quelle che sono in regressione ma ne evolveranno altre, la vita non si ferma e il vuoto è solo temporaneo. A volte si riempie immediatamente, come sta avvenendo in Mediterraneo, a volte ci vuole più tempo (forse) come sta avvenendo nella Grande Barriera.

E in politica? Ci dicono che la politica non ama il vuoto, proprio come la natura. Caduti i partiti di destra, travolti da Mani Pulite, Berlusconi riempì quel vuoto. Quando fu travolta anche la sinistra, e cadde il Partito Comunista, il Partito Democratico fu presto colonizzato dall’evoluzione della Democrazia Cristiana. Con fenomeni analoghi ai rapporti tra Alien e i suoi ospiti: entrato nel Pd, Matteo Renzi lo fa esplodere e ne esce sotto forma di Italia Viva, lasciando molte metastasi nell’ospite. Non parliamo del primo governo guidato da un ex comunista (D’Alema) che, invece di far funzionare bene lo stato, pensa di risolvere il problema del malfunzionamento della cosa pubblica… privatizzandola. Intanto la Lega di Umberto Bossi finiva negli scandali, per essere risollevata da Matteo Salvini, a cavalcare i peggiori istinti xenofobi di una bella fetta della popolazione.

Al posto del Pci a portare avanti istanze di supporto ai più deboli e agli onesti nacquero partiti come Italia dei Valori e altri minori, e quando chi vota fu talmente disgustato dalle continue delusioni (Razzi, Scilipoti e De Gregorio, per esempio, ma anche il figlio di Di Pietro) arrivò Beppe Grillo a mandarli tutti affanculo, intercettando il sentire di una grandissima fetta degli elettori. Arrivarono talmente tanti voti che molti eletti andarono in Parlamento senza avere credenziali morali e di competenze per farlo. Come del resto avvenne per tutti gli altri partiti del passato, artefici delle condizioni attuali.

Nella competizione per il voto fu subito evidente che tutti gli altri partiti riconobbero nei 5S una seria minaccia a causa della loro “diversità” e, di conseguenza, cercarono in tutti i modi di dimostrare che sono uguali agli altri: la mossa di Craxi. Tutti i politici rubano e sono tutti colpevoli, ma democrazia e corruzione vanno di pari passo perché per far funzionare i partiti ci vogliono soldi e le leggi attuali non permettono di ottenerli in modo legale e quindi i politici sono costretti a rubare. Chi è contro la corruzione è contro la democrazia. Un sillogismo impeccabile! Se i 5S non rubano, sono contro la democrazia. Oppure sono degli incapaci.

I fatti hanno dimostrato il contrario in molti casi. Quell’imbecille di Danilo Toninelli ha fatto in modo che si ricostruisse il Ponte di Genova senza ruberie: attaccato da tutte le parti. Non parliamo di Giuseppe Conte. Ora, con l’Alien Di Maio, il replicante di Renzi, i 5S sono in crisi e pare che molto del loro elettorato li abbandonerà. La situazione è simile a quella della grande barriera corallina. Esiste un soggetto politico che possa prendere il posto dei 5S, accontentando il sentire di milioni di elettori che, oramai, non li votano più? Pare di no. Ci avviamo verso una zona morta della politica.

In mare ci sono le zone morte, dove le condizioni sono talmente estreme da non permettere l’esistenza di forme di vita complessa. Per esempio nel Golfo del Messico, davanti alla foce del Mississippi. L’astensione al voto è una zona morta della politica, un vuoto. Anche in politica esiste il vuoto e se non ci sono “specie” politiche pre-adattate a riempirlo (tipo Forza Italia a prendere il posto di Dc e Psi) bisogna attendere che “evolva” qualcosa che riempia il vuoto. Il Movimento Cinque Stelle ha rappresentato questa evoluzione ma le interazioni con il resto della politica lo hanno messo in grave difficoltà, con l’abbandono di parte dei suoi valori. Non mi so spiegare come sia stato possibile, per esempio, chiedere un ministero della Transizione ecologica per poi affidarlo a un tecnologo che non ne sa granché di ecologia.

Ora, ancora una volta, il M5S spariglia il gioco e tutti gli sono contro. Deve restare nel governo ma deve accettare che la sua visione politica sia macellata da Draghi che, tra parentesi, ha portato a una situazione ben peggiore di quella ereditata da Conte. Se il gioco del “tanto sono tutti uguali” funzionerà, il vuoto politico diventerà ancora più ampio e i governi saranno espressione dei pochi che andranno a votare. Comunque è la seconda volta che Conte dice no a chi chiede (Salvini) o vuole mantenere (Draghi) i pieni poteri. Il futuro non è scritto e i piani degli amanti del vuoto a sinistra possono fallire. L’evoluzione riserva sempre sorprese.