Massimo Giletti sarà un volto di La7 anche nella prossima stagione, da settembre ancora una volta alla guida di “Non è l’Arena“. Il talk show è finito più volte nel mirino negli ultimi mesi, anche per la scelta del conduttore di realizzare puntate in diretta da Odessa, in Ucraina, e poi da Mosca. Numerose polemiche con l’accusa di voler “spettacolarizzare la guerra” con speciali ritenuti poco giornalistici, con la scelta di intervistare via Skype Maria Zakharova, direttore del dipartimento informazione e stampa del Ministero degli esteri della Russia, nonché portavoce di Lavrov.
Nel corso della presentazione dei palinsesti di La7, l’editore della rete, Urbano Cairo, si è espresso apertamente a favore di Giletti difendendo il lavoro fatto: “È andato prima in Ucraina due volte, per dare conto di quanto accadeva lì, era giusto farlo come hanno fatto anche molti altri inviati hanno fatto per noi. Abbiamo avuto una presenza notevole di inviati che hanno raccontato la guerra in modo utile. Giletti ha fatto lo stesso, rischiando anche la vita“.
“Ha deciso di andare anche in Russia, facendo questa puntata dove lui alla Zakharova ha fatto tutte le domande, dopodiché se lei ha quel tipo di format di risposte ripetute da tutti a piè sospinto, non è che lui potesse costringerla a cambiare. Lui ha fatto una cosa di coraggio, facendo tutte le domande che doveva“, ha aggiunto Cairo difendendo la linea editoriale: “Noi siamo una rete libera, il fatto che uno possa avere un’opinione diversa, non vedo perché non dovrebbe esprimerla.”
La 7 si era schierata dalla parte del suo giornalista già dopo la puntata realizzata da Odessa: “Lui, videomaker, operatori e tecnici hanno lavorato al meglio e in una situazione di grande rischio per offrire al pubblico un racconto inedito e originale. Le critiche che ha ricevuto — sottolineava una nota ufficiale della rete — sono del tutto ingenerose, l’oggettività di quanto è stato fatto è un dato incontrovertibile che il pubblico ha riconosciuto e apprezzato.”