Gotabaya Rajapaksa, il Presidente dello Sri Lanka fuggito nei giorni scorsi alle Maldive, si è dimesso dall’incarico con una mail inviata allo Speaker del Parlamento da Singapore, dove si trova ora. Le sue dimissioni sono state formalmente accettate con effetto immediato e adesso l’incarico passa nelle mani del Primo Ministro. Il premier Ranil Wickremesinghe, anche lui nel mirino delle contestazioni, si insedierà come Presidente ad interim fino all’elezione del nuovo capo di Stato da parte del Parlamento, un processo che potrebbe richiedere una settimana.
L’Assemblea dovrebbe riunirsi domani per avviare il processo di elezione di un nuovo presidente che servirà per il resto del mandato del dimissionario Gotabaya Rajapaksa, ovvero fino al 2024. Lo ha affermato lo Speaker Mahinda Yapa Abeywardana, sottolineando che il processo dovrebbe concludersi entro 7 giorni. Il nuovo presidente potrebbe nominare un nuovo Primo Ministro, che dovrebbe poi ricevere il sostegno del Parlamento. Con la dipartita di Rajapaksa, sono aumentate le pressioni sull’attuale premier e presidente ad interim, Ranil Wickremesinghe, affinché si dimetta anch’egli.
Quanto sta accadendo nel Paese del Sud -Est asiatico è uno scenario atteso: da mesi, infatti, sono in corso violente proteste da parte della popolazione stremata dalla peggiore crisi economica della storia nazionale. Sabato migliaia di manifestanti avevano preso d’assalto la residenza ufficiale di Rajapaksa che, prima di fuggire alle Maldive e quindi a Singapore, aveva promesso che si sarebbe dimesso dal suo incarico, aprendo la strada a una “transizione pacifica” del potere. Rajapaksa beneficia dell’immunità presidenziale e può usarla per cercare rifugio all’estero: il 73enne è partito con la moglie e una guardia del corpo a bordo di un aereo militare.