È scontro tra Ryanair e i piloti belgi della compagnia. Il personale di volo del trasporto low cost e i piloti hanno annunciato una nuova mobilitazione per il 24, 25 e 26 luglio. A detta della dirigenza di Ryanair, incrociare le braccia per altre 72 ore, dopo gli scioperi delle ultime settimane, non porterà ad alcun risultato: “Dovrete spiegare ai piloti perché devono sprecare soldi in scioperi” si legge nella risposta dell’azienda ai sindacati riportata dal giornale belga Le Soir.

La compagnia aerea ha ricordato gli accordi firmati dai sindacati nel 2020 quando Ryanair rinegoziò i contratti per mantenere in piedi la società, in seguito ai difficili mesi di paralisi per via del Covid: “Se la vostra unica tattica è quella di negare di aver mai firmato, rifiutare di negoziare e continuare a indire uno sciopero per cercare di minare l’accordo del 2020 che avete negoziato, allora non c’è speranza di un nuovo accordo” ha fatto sapere. Ryanair ha inoltre minacciato di “lasciare gli aeroporti belgi” che pesano solo il 3% delle operazioni del gruppo. Poi la minaccia, non troppo velata, nei confronti dei piloti: “Preparatevi ad un lungo sciopero“, ossia al licenziamento.

I sindacati belgi non mettono in discussione di aver firmato il contratto del 2020, le sigle contestano le circostanze straordinarie in cui aderirono a quell’accordo. Al momento, visti i rincari del costo della vita, ne chiedono una rinegoziazione. L’accordo prevedeva una riduzione del 10% sullo stipendio del personale di cabina, del 20% su quello dei piloti e del 50% su quello dei dipendenti di gestione. D’altro canto, Ryanair sostiene che le condizioni economiche restino troppo fragili per rimettere mano agli accordi: “Mentre il traffico estivo e i prezzi sono in rialzo, la ripresa potrebbe dissiparsi rapidamente durante l’inverno dato che siamo di fronte alla possibilità di una recrudescenza del virus o di nuove varianti, oltre all’imprevedibilità del corso della guerra in Ucraina, gli alti prezzi del petrolio e la potenziale carenza di carburante”. Incognite che, a detta della dirigenza del gruppo, “non consentono alcuna concessione alle richieste dei piloti”.

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