Le crisi di governo non siano una distrazione. Lo sottolineano da Kiev: “La tradizionale lotta politica interna nei Paesi occidentali non deve toccare l’unità su questioni fondamentali della lotta tra il bene e il male. In particolare la fornitura di armi all’Ucraina. Non possiamo permettere al Cremlino di usare la competizione politica come arma per minare le democrazie”. Lo scrive su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere chiave del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo fa mentre continuano gli attacchi sul campo, nel giorno in cui le sirene antiaeree hanno risuonato per tutta la capitale. Tre persone sono morte e altre 15 sono rimaste ferite in seguito a un attacco missilistico condotto nella notte dalle forze armate russe sulla città di Dnipro, vicino al fiume. I missili lanciati da Mosca sono stati almeno cinque. Bombe lanciate anche nella regione di Sumy, nell’Ucraina orientale, e nella città di Chuhuiv, nella regione ucraina di Kharkiv (nordest). Aumenta a 24 il numero delle vittime dell’attacco russo di giovedì scorso contro la città di Vinnytsia, nell’area centrale del Paese: lo ho reso noto il capo dell’amministrazione statale regionale, Sergey Borzov, secondo quanto riporta Unian. L’alto funzionario ha precisato che una donna è morta in ospedale in seguito alle ustioni riportate sull’85% del corpo. Intanto, 68 persone sono ancora in ospedale, inclusi quattro bambini, e si cercano ancora quattro dispersi. Due, inoltre, le persone rimaste uccise a Nikopol.

Le forze ucraine hanno risposto bloccando il tentativo delle truppe russe di prendere il pieno controllo della strada principale tra le città di Lysychansk e Bakhmut, nella regione di Donetsk dell’Ucraina orientale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale Sergiy Gaidai, riporta Unian. I soldati ucraini hanno respinto i russi con fuoco pesante, costringendoli a indietreggiare, ha commentato Gaidai ricordando che “i russi mirano a prendere il controllo di questa strada strategicamente importante da più di due mesi”, ma la controllano ancora solo in parte.

Dall’altra parte del mondo, la Casa Bianca parla e fa sapere funzionari russi hanno visitato un aeroporto nell’Iran centrale almeno due volte nelle ultime settimane per vedere i droni dotati di armi che Mosca sta cercando di acquisire per farne uso nella guerra in corso in Ucraina. Whashigton afferma che l’Iran ha mostrato i droni ai funzionari russi all’aeroporto di Kashan l’8 giugno e il 15 luglio. Sempre per quanto concerne le armi, il responsabile dell’agenzia nucleare ucraina ha detto che la Russia utilizza la centrale nucleare di Zaporizhzhia – la più grande d’Europa – come base per lo stoccaggio: qui, secondo Kiev, Mosca tiene anche “sistemi missilistici”. Il tutto è impiegato per bombardare le aree circostanti del Paese. Situata sul fiume Dnipro, la centrale è sotto il controllo russo fin dalle prime settimane dell’invasione, sebbene sia ancora gestita da personale ucraino. La situazione nell’impianto è “estremamente tesa”, fino a 500 soldati russi controllano l’impianto, ha detto il presidente di Energoatom, Pedro Kotin. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato: “La società russa con così tanti assassini, rimarrà paralizzata per generazioni. Noi – ha aggiunto -, conserviamo la nostra umanità e la nostra civiltà”, mentre “la società russa con così tanti assassini e carnefici rimarrà paralizzata per generazioni”.

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