E dopo un po’ di tempo e tanti cambiamenti torno per dare spazio alle mille vicissitudini delle tante persone che in questi mesi ho incontrato.
Ho avuto modo di toccare da vicino tante incoerenze e difficoltà non menzionate e percepire con chiarezza che appartenere ad una situazione numericamente rara è di per se uno svantaggio.
Ho scoperto il mondo delle malattie genetiche rarissime e non classificate. E ho scoperto in questo mondo una forza, una determinazione e una volontà di provare a vivere che mi hanno arricchita e nutrita nella mia poca e incompleta informazione. Grazie a queste famiglie per avermi permesso di essere al loro fianco e di poter combattere con loro.
Ho avuto modo di accedere alle strutture che ultimamente hanno visto crescere i momenti difficili e le criticità a causa del Covid e della distanza emotiva e fisica dai propri cari con famiglie spaccate dalla barriera che proteggeva dal virus, ma che massacrava l’anima.
Ho vissuto il campo di battaglia dopo la guerra. Raccolto il risultato devastante della interruzione dei servizi, della Dad su disabilità gravissime, delle terapie a distanza su strutture muscolari e ossee devastate da patologie gravissime. Ho raccolto sul campo rabbia e lacrime, dolore e delusione, disprezzo e solitudine. Famiglie sfasciate da dentro e totalmente sole. Non ho potuto fare molto rispetto a loro. Situazioni dove il tutto risulta totalmente effimero. Nel mentre, lo scorso 4 marzo, in pochissime ore mio padre è andato via per sempre. Strappato da un male improvviso al mio saperlo finalmente dalla mia parte.
Un padre e una figlia che si sono amati e odiati, rincorsi e persi, desiderati ed evitati. Un rapporto viscerale combattuto e contrastato, poi l’età adulta e un legame finalmente nuovo, pieno e appagante. Ma durato un soffio… giusto il tempo di sentire bruciare di più il tempo perso. Padre e presidente della fondazione che insieme alla famiglia dedicammo a Diletta e alle famiglie con disabilità. E che dalla sua scomparsa presiedo con due delle mie tre figlie, in quel sapore rimescolato di valore e obiettivi che vanno avanti. Un progetto che si rinnova dopo una scomparsa. Un processo ribelle di non lascar andare il contenuto e la sostanza, ma al contrario rendere indelebile una grande orma di un passaggio significativo e semplice nella sua importanza.
Ciao papà. Ho atteso mesi per riuscire a scrivere ancora e oggi lo faccio da qui, dal mio angolino di mondo preferito, tra i volti di quei tanti lettori che mi confermano il loro abbraccio in ogni mia battaglia anche quando perdo. Mesi difficili e intensi. Ho ripreso la cima di ogni fune e intrecciata insieme tutta la frangia ripartiamo con una motivazione da un campo di battaglia tutto da percorrere. Il caldo, le ferie e le vacanze non sono per tutti, anche questa volta e anche in questo giro. Non si può non rimanere lì, accanto a chi non ha davvero altre risorse e altre chance, anche fosse per poter prendere un gelato in una piccola pausa di un pomeriggio estivo.
A volte rimane l’evidenza che la barriera più difficile da sconfiggere sia quella che di fatto dovrebbe essere già sconfitta. La necessità di dover combattere su una visione d’insieme che non riesce a rendersi conto delle necessità reali di una famiglia con disabilità. I progetti della fondazione proseguono e ci sono tante nuove iniziative, tutte hanno l’obiettivo di arrivare a dare una mano e una voce più grossa a chi è ancora schiacciato dalla solitudine e dal contesto. Piccoli comuni, frazioni e zone realmente dimenticate che desidero vengano alla luce. Chi vuole può segnalarmi condizioni di abbandono e disservizio sulla disabilità affinché insieme si possa agire ed essere tutti un po’ meno soli.
Non amo commemorazione e parole inutili. Ritengo sia giusto e bello portare avanti un progetto che sia concreto, nel suo piccolo, e che possa coi fatti ricordare tutti i nostri cari, non solo mio padre. Ma anche tutti coloro che durate il giorno sono parte di noi e di quello che viviamo. Grazie a tutti quelli che si sono rivolti a me, dandomi la possibilità di conoscere realtà che davvero non immaginavo. E… ciao papà, accolgo il testimone e farò sempre del mio meglio.
Fabiana Gianni
Attivista per i diritti dei disabili
Diritti - 17 Luglio 2022
Ciao papà, accolgo il testimone
E dopo un po’ di tempo e tanti cambiamenti torno per dare spazio alle mille vicissitudini delle tante persone che in questi mesi ho incontrato.
Ho avuto modo di toccare da vicino tante incoerenze e difficoltà non menzionate e percepire con chiarezza che appartenere ad una situazione numericamente rara è di per se uno svantaggio.
Ho scoperto il mondo delle malattie genetiche rarissime e non classificate. E ho scoperto in questo mondo una forza, una determinazione e una volontà di provare a vivere che mi hanno arricchita e nutrita nella mia poca e incompleta informazione. Grazie a queste famiglie per avermi permesso di essere al loro fianco e di poter combattere con loro.
Ho avuto modo di accedere alle strutture che ultimamente hanno visto crescere i momenti difficili e le criticità a causa del Covid e della distanza emotiva e fisica dai propri cari con famiglie spaccate dalla barriera che proteggeva dal virus, ma che massacrava l’anima.
Ho vissuto il campo di battaglia dopo la guerra. Raccolto il risultato devastante della interruzione dei servizi, della Dad su disabilità gravissime, delle terapie a distanza su strutture muscolari e ossee devastate da patologie gravissime. Ho raccolto sul campo rabbia e lacrime, dolore e delusione, disprezzo e solitudine. Famiglie sfasciate da dentro e totalmente sole. Non ho potuto fare molto rispetto a loro. Situazioni dove il tutto risulta totalmente effimero. Nel mentre, lo scorso 4 marzo, in pochissime ore mio padre è andato via per sempre. Strappato da un male improvviso al mio saperlo finalmente dalla mia parte.
Un padre e una figlia che si sono amati e odiati, rincorsi e persi, desiderati ed evitati. Un rapporto viscerale combattuto e contrastato, poi l’età adulta e un legame finalmente nuovo, pieno e appagante. Ma durato un soffio… giusto il tempo di sentire bruciare di più il tempo perso. Padre e presidente della fondazione che insieme alla famiglia dedicammo a Diletta e alle famiglie con disabilità. E che dalla sua scomparsa presiedo con due delle mie tre figlie, in quel sapore rimescolato di valore e obiettivi che vanno avanti. Un progetto che si rinnova dopo una scomparsa. Un processo ribelle di non lascar andare il contenuto e la sostanza, ma al contrario rendere indelebile una grande orma di un passaggio significativo e semplice nella sua importanza.
Ciao papà. Ho atteso mesi per riuscire a scrivere ancora e oggi lo faccio da qui, dal mio angolino di mondo preferito, tra i volti di quei tanti lettori che mi confermano il loro abbraccio in ogni mia battaglia anche quando perdo. Mesi difficili e intensi. Ho ripreso la cima di ogni fune e intrecciata insieme tutta la frangia ripartiamo con una motivazione da un campo di battaglia tutto da percorrere. Il caldo, le ferie e le vacanze non sono per tutti, anche questa volta e anche in questo giro. Non si può non rimanere lì, accanto a chi non ha davvero altre risorse e altre chance, anche fosse per poter prendere un gelato in una piccola pausa di un pomeriggio estivo.
A volte rimane l’evidenza che la barriera più difficile da sconfiggere sia quella che di fatto dovrebbe essere già sconfitta. La necessità di dover combattere su una visione d’insieme che non riesce a rendersi conto delle necessità reali di una famiglia con disabilità. I progetti della fondazione proseguono e ci sono tante nuove iniziative, tutte hanno l’obiettivo di arrivare a dare una mano e una voce più grossa a chi è ancora schiacciato dalla solitudine e dal contesto. Piccoli comuni, frazioni e zone realmente dimenticate che desidero vengano alla luce. Chi vuole può segnalarmi condizioni di abbandono e disservizio sulla disabilità affinché insieme si possa agire ed essere tutti un po’ meno soli.
Non amo commemorazione e parole inutili. Ritengo sia giusto e bello portare avanti un progetto che sia concreto, nel suo piccolo, e che possa coi fatti ricordare tutti i nostri cari, non solo mio padre. Ma anche tutti coloro che durate il giorno sono parte di noi e di quello che viviamo. Grazie a tutti quelli che si sono rivolti a me, dandomi la possibilità di conoscere realtà che davvero non immaginavo. E… ciao papà, accolgo il testimone e farò sempre del mio meglio.
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Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.