Dopo l'appello di ieri per chiedere al premier di restare al suo posto, le sigle rappresentative del cluster marittimo, portuale, ferroviario e logistico italiano, hanno pubblicato lo stesso testo, comprando uno spazio sui principali quotidiani: da Repubblica al Corriere della Sera
Una paginata a pagamento, acquistata sui principali quotidiani italiani, per chiedere a Mario Draghi di restare a Palazzo Chigi. Dopo l’appello congiunto lanciato ieri, le sigle rappresentative del cluster marittimo, portuale, ferroviario e logistico italiano, che hanno preso una netta posizione dopo gli sviluppi politici delle ultime ore, hanno pubblicato lo stesso testo, comprando uno spazio su diversi giornali: “L’Italia non può restare senza una guida autorevole e sicura come quella del presidente Mario Draghi“, si legge nella pagina aquistata su Corriere della Sera, La Stampa, La Repubblica. “Le tensioni geopolitiche che non accennano a diminuire, le loro conseguenze dirompenti sull’economia internazionale e la necessità di procedere velocemente nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza impongono una necessaria continuità nell’azione di governo, che non può e non deve essere messa a repentaglio”, scrivono nell’appello Conftrasporto, Confetra, Anasped, Angopi, Anna, Assarmatori, Assiterminal, Assocad, Assocostieri, Assoferr, Assologistica, Assotir, Associazione Nazionale Gestori rifiuti Manutenzioni Spurghi reti fognarie e idriche, Clia, Fai, Fedepiloti, Federagenti, Federlogistica, Federtraslochi, Fedespedi, Fiap, Fise Uniport e Unitai. Le sigle chiedono a Draghi “di restare in carica e un atto di responsabilità da parte delle forze politiche presenti in Parlamento affinché, senza indugi e trattative, esprimano la loro fiducia all’Esecutivo permettendogli di continuare a lavorare sui tanti dossier aperti”.
Gli altri appelli – Stessa richiesta – ma senza alcuna pagina acquistata sui giornali- arriva dal presidente Dario Manfellotto e dal Comitato Esecutivo della Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri) insieme alla Associazione degli infermieri di Medicina Interna (Anìmo) che si “uniscono all’appello delle Federazioni e degli Ordini delle professioni sanitarie per chiedere al presidente Draghi di ritirare le dimissioni affinché il Governo possa andare avanti nella pienezza dei suoi poteri”. “Come società scientifiche di medici e infermieri dei reparti di Medicina Interna – sottolinea la Fadoi – presenti in tutti gli ospedali italiani e che in questi anni di pandemia hanno prestato assistenza al 70% dei pazienti ricoverati con il Covid, riteniamo che una crisi di Governo in questo momento metta a rischio numerose questioni decisive per il nostro Ssn.
La lettera dei sindaci – A Draghi, poi, è arrivato un altro appello da parte dei sindaci. Dopo che ieri 12 primi cittadini di grandi città – da Beppe Sala a Milano a Luigi Brugnaro a Venezia, passando per Antonio Decaro a Bari (e presidente dell’Anci) e Roberto Gualtieri a Roma – avevano scritto al premier chiedendo di rimanere, adesso sono 55 i sindaci siciliani che condividano la mdesima lettera. Un appello “bipartisan” dei sindaci della Sicilia che chiedono a Draghi di andare avanti perché c’è bisogno di “stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l’Italia”. In totale la quota dei primi citttadini che hanno sottoscritto la missiva ha superato quota 400. Lo fa sapere il comune di Firenze: la lista via via si allunga attraverso messaggi inviati a Dario Nardella. “Noi Sindaci – così nella lettera -, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo”.