“Caro Federico, da poco è il 17 luglio 2022. Credo che fra un po’, ti avrei chiamato per augurarti semplicemente ‘Buon compleanno Federico’. Oggi avresti l’età di un uomo adulto, 35 anni. E chissà quante cose, forse anche belle, intorno a te”. Inizia così il post su Facebook di Lino Aldrovandi, padre di Federico Aldrovandi, il 18enne ucciso a Ferrara il 25 settembre del 2005 durante un controllo di polizia. Da allora, i genitori hanno portato avanti una battaglia legale che si è conclusa dopo molti anni con la condanna a tre anni e sei mesi – poi ridotti – dei quattro agenti che lo fermarono.
“È proprio vero che se anche il tempo passa, un genitore, orfano di un figlio, nel tuo caso ucciso senza una ragione, una bastarda, infame domenica mattina, sopravvive soltanto. La ‘bellezza e la presenza’ di altri figli intorno, sarà comunque per quel genitore orfano di un figlio, sempre molto importante, ed anche se in un certo senso lo aiuterà, il sorriso di ‘quel figlio’ ed il suo sguardo gli mancheranno maledettamente”, prosegue il genitore. “Ognuno di noi è unico ed ha un solo cuore che batte nel petto. E quel cuore non potrà mai essere sostituito. Nel 1987, l’anno in cui nascesti, l’anno in cui toccai il cielo con un dito, usciva una canzone dal titolo ‘proprio come in paradiso’. Quel ‘piccolo paradiso’, qui su questa terra, l’avevamo conosciuto insieme, mio dolce piccolo eterno Federico”. E chiude: “Quei tuoi 18 anni, massacrati dalla bestialità umana, giaceranno per sempre invece sull’asfalto di ‘quella’ via silenziosa e indifferente, in tutto e per tutto, della città che ti vide nascere. Buon Compleanno Federico con anche una foto, dove in riva al mare chissà di cosa parlavamo. Quante cose oggi avrei da raccontarti e chissà quante altre tu. Con la tua verità, quella più importante, quella che ancora mi manca, di una pazzia consumata senza freni, in un’alba assassina e vigliacca. Parlami Federico con la tua voce. Il ‘tuo cuore’ sezionato…, nell’ultimo disperato messaggio d’amore, lo fece. Non smettere mai mio piccolo di farlo, ovunque tu sia. Lino”.