Passaggio strambo dell’intervento del deputato Ivan Scalfarotto all’assemblea nazionale di Italia Viva. Nel clou della sua invettiva antigrillina, il sottosegretario all’Interno accusa duramente il leader dei 5 Stelle: “Mai come oggi io penso che quando siamo andati via dal governo Conte, abbiamo veramente reso un servizio alla patria. L’Italia è stata nelle mani di questo incapace, perché purtroppo si tratta di una persona la cui inconsistenza politica è massima. E devo dire che la responsabilità è di qualcuno che letteralmente ha deciso di fargli fare il presidente del Consiglio. Parliamo di una persona che non è mai entrata a Montecitorio e che è andata a sedersi nel posto che fu di Aldo Moro e di Alcide De Gasperi. Potete capire il disagio che noi in Parlamento avevamo nel guardarlo. E questa è una responsabilità veramente grave”.
Con chi ce l’ha Scalfarotto? Con Matteo Renzi, che, come ha ricordato proprio pochi giorni fa Carlo Calenda, è stato determinante per la nascita del governo giallorosso e per la riconferma di Giuseppe Conte a presidente del Consiglio, andando contro il segretario del suo partito di allora, Nicola Zingaretti, che invece invocava il voto? Oppure il suo j’accuse è rivolto a Sergio Mattarella, che nel settembre del 2019 diede a Conte l’incarico di formare il nuovo esecutivo di coalizione composto da M5s, Pd, Liberi e Uguali e Italia Viva?
Scalfarotto poi rincara, scodellando il solito 41% preso dal Pd renziano alle Europee del 2014 e criticando l’attuale dirigenza dem: “Giuseppe Conte sta lì perché qualcuno ha teorizzato un’alleanza strategica col M5s. E guardate questa è una cosa veramente molto grave, perché non è stata una mossa tattica o aritmetica, ma si è portato il M5s e si è indicato Conte come faro della sinistra perché si era convinti che quella fosse la cosa giusta da fare. Questa è la tragedia“.
La domanda sorge spontanea, come direbbe il buon Antonio Lubrano: ma Italia Viva, nel governo Conte Due e successivamente nel governo Draghi, non era alleata dei 5 Stelle?