A tre settimane dall’annuncio su Instagram della sua positività al Covid e la successiva impossibilità di partecipare a Wimbledon, Matteo Berrettini ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport. La sorte ha impedito al tennista di proseguire sulla strada delle vittorie dopo i successi di Stoccarda e del Queen’s.
Nell’intervista Berrettini è tornato sulle emozioni provate al momento del ritiro: “È stato assurdo, anche perché il mio team cercava di non sembrare troppo triste. Io me ne stavo isolato nella mia stanza, sperando di essere negativo in tempo per il martedì, quando avrei dovuto giocare”. Una speranza che si è presto infranta e l’isolamento si è rivelato più duro del previsto: “A un certo punto abbiamo pensato di essere su Scherzi a parte, o che ci fosse qualcuno o qualcosa che ci stesse maledicendo”. A sorpresa il tennista romano ha rivelato di non aver seguito il torneo, preferendo piuttosto i film e le serie televisive: “Ho finito Peaky Blinders. Wimbledon non l’ho guardato, se non verso la fine. Onestamente non riuscivo a guardarlo e non sono un grande appassionato di tennis quando non lo gioco io“.
Nonostante tutto ha cercato un lato positivo, visto che anche prima del torneo di Stoccarda era rimasto fermo per tre mesi: “Tornato dopo l’operazione alla mano sono riuscito a vincere due tornei. Quindi, alla fine, ho cercato di tornare da Londra con il ricordo positivo della vittoria al Queen’s e non con l’amaro in bocca per non aver giocato Wimbledon”. Ora il primo passo sarà la terra rossa svizzera di Gstaad, torneo iniziato domenica 17 luglio e nel quale esordirà al secondo turno contro il vincente tra Gasquet e Carballes Baena: “Sto bene, ho voglia di giocare tante partite e farò anche un doppio con mio fratello Jacopo. Ho tanta rabbia per tutte le occasioni che ho dovuto mancare in questa stagione, quindi sono felicissimo di ripartire”.