Giustizia & Impunità

Elezioni Csm, il pm di Napoli Henry John Woodcock si è candidato: “Svincolato da qualsiasi corrente”

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Elezioni Csm, il pm di Napoli Henry John Woodcock si è candidato: “Svincolato da qualsiasi corrente”

Elezioni Csm, il pm di Napoli Henry John Woodcock si è candidato: “Svincolato da qualsiasi corrente”

Il voto di settembre sarà il primo con la nuova legge elettorale, quella introdotta dalla riforma della ministra dell Giustizia Marta Cartabia. Il magistrato ha auspicato che il consiglio "davvero si ispiri, nelle nomine, ai semplici criteri della competenza, dell’esperienza e del buon senso"

Il pm di Napoli Henry John Woodcock si è candidato per le prossime elezioni dei componenti togati del Csm, in programma il 18 e 19 settembre prossimi. Intercettato questa mattina nei pressi di Palazzo dei Marescialli, il magistrato ha confermato di aver depositato la propria candidatura, dicendosi “assolutamente indipendente” e “svincolato da qualsiasi corrente”.

“Questo – ha detto Woodcock – non comporta affatto da parte mia un giudizio negativo sull’associazionismo nelle sue articolazioni. So che solo il dibattito e le oneste battaglie delle idee possono produrre quella crescita culturale e professionale di cui tanto si avverte il bisogno“. Il magistrato ha poi auspicato che il nuovo Csm “davvero si ispiri, nelle nomine, ai semplici criteri della competenza, dell’esperienza e del buon senso”; che “l’organizzazione giudiziaria rispetti i principi di efficienza, tenendo tuttavia bene a mente che il processo efficiente non è quello veloce ma quello giusto”; e, infine che siano riviste le regole del procedimento disciplinare, “oggi tutt’altro che garantiste: il magistrato che sbaglia deve essere punito ma attraverso una procedura davvero giurisdizionale come, del resto, è previsto dalla legge”.

Il voto di settembre sarà il primo con la nuova legge elettorale, quella introdotta dalla riforma della ministra dell Giustizia Marta Cartabia. A deciderlo, a fine giugno, è stato Sergio Mattarella, nella sua qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Il capo dello Stato ha indetto le elezioni per i giorni 18 e 19 settembre. Mattarella aveva anche invitato il presidente della Camera, Roberto Fico, d’intesa con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, “convocare convocazione del Parlamento in seduta comune per la elezione dei dieci componenti di designazione parlamentare dello stesso Consiglio Superiore, informando di ciò il Presidente del Senato della Repubblica, il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura in carica e il Ministro della Giustizia”. Le prossime elezioni metteranno fine a una legislatura che ha praticamente terremotato Palazzo dei Marescialli, colpito dall’inchiesta su Luca Palamara e poi dai veleni relativi all’indagine sulle dichiarazioni di Piero Amara e la presunta loggia Ungheria.

Tra le varie novità la riforma Cartabia aumenta il numero di membri laici – cioè quelli nominati dalla politica – fino a dieci. È solo uno dei motivi per cui la riforma è stata aspramente criticata dal mondo della magistratura. In origine lo stesso Mattarella aveva chiesto una nuova legge che riformasse il Csm dopo i veleni sullo strapotere delle correnti. Per combattere la deriva correntizia si puntava dunque tutto sulla modifica del sistema elettorale dei membri togati, cioè quelli scelti dalla magistratura al proprio interno. Finora esisteva uno strano collegio unico maggioritario in cui passavano tutti i primi classificati a livello nazionale, che rendeva difficile l’elezione di candidati non sponsorizzati dalle correnti.
Ma invece di svoltare verso un sistema proporzionale – chiesto a gran voce dall’Associazione nazionale magistrati – d’ora in poi ci saranno sette collegi binominali maggioritari, in cui cioè vincono i primi due classificati, eleggeranno 15 dei 20 togati (col ripescaggio di un miglior terzo).

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