Gianfranco Micciché sulla riconferma del presidente uscente, Nello Musumeci, non ha dubbi: “Se ne faccia una ragione, noi non lo vogliamo. Punto. Perché è una persona sleale e arrogante e lo ha dimostrato in diverse occasioni”. Ecco che ritorna, dopo poche settimane di stop, il siparietto tra il presidente della Regione e il presidente dell’Assemblea siciliana (nonché coordinatore di Forza Italia in Sicilia), che da mesi tiene banco in vista delle Regionali previste in autunno. Così, mentre non si conoscono ancora le sorti del governo Draghi, in Sicilia si si infiamma di nuovo il centrodestra. A rinvigorire lo scontro tra i due è il sondaggio di Euromedia Research – rivelato da AdnKronos – che vede Musumeci in netto vantaggio alle prossime regionali: un consenso del 46,8 per cento, secondo il sondaggio commissionato dal movimento di Musumeci, Diventerà Bellissima, alla società di Alessandra Ghisleri, sondaggista di riferimento del centrodestra.

Il presidente in pole position su tutti i possibili competitor, sia a destra che a sinistra: secondo il sondaggio (un campione di mille persone che ha risposto telefonicamente tra il 6 e il 7 luglio), infatti, solo lui potrebbe battere il centrosinistra, se la candidata fosse Caterina Chinnici. Quest’ultima, secondo Euromedia Research, otterrebbe, invece, il 37,6% dei consensi, e vincerebbe su tutti gli altri competitor possibili della coalizione opposta: Miccichè stesso, ma anche Stefania Prestigiacomo e Raffaele Stancanelli. Un sondaggio che rinvigorisce le speranze del presidente siciliano: “Spero che il centrodestra con il suo lungo e inspiegabile silenzio – ha detto Musumeci – non si impegni ancora a sovvertire ogni favorevole sondaggio. Restiamo comunque con i piedi per terra a lavorare con lo stesso impegno fino all’ultimo giorno di questa legislatura”.

Un sondaggio simile era stato commissionato da Musumeci alla stessa società anche nel febbraio del 2016, ovvero pochi mesi prima della sua candidatura, poi risultata vincente, e anche in quel caso l’attuale governatore era dato per vincente. Nell’ultima rilevazione il numero più alto è però quello degli indecisi che rispecchiano il 39,3 per cento dei mille intervistati. Ma non è il consenso popolare riscosso da Musumeci ad essere in discussione: “Il sondaggio è fatto con un candidato che è tutti i giorni sui giornali e in televisione, ovunque – dice Miccichè – Nell’isola il centrodestra vince con qualsiasi candidato, quindi lo ripeto: Musumeci se ne faccia una ragione. Noi non lo vogliamo perché è stato sleale in questi anni. Doveva capire che la sua slealtà prima o poi lo avrebbe penalizzato. È stato sleale nei confronti di tutta la coalizione, ma anche con me. Potrei fare un elenco infinito di cose negative che ha fatto su di me”. Al di là delle bordate di Micciché a Musumeci, che ormai si susseguono da mesi, i malumori nei confronti del presidente in carica nel centrodestra sono di sicuro aumentati. Colpa – a quanto pare – dello stesso Musumeci che in piena campagna elettorale per le comunali di Palermo, ha affidato l’assessorato “liberato” da Roberto Lagalla, poi diventato sindaco del capoluogo siciliano, al suo fedelissimo Alessandro Aricò.

Una mossa che ha spiazzato pure chi lo sosteneva, non solo all’interno di Forza Italia, ma anche tra i suoi stessi sponsor politici nazionali: a raffreddarsi nei suoi confronti è stata, infatti, in primis Giorgia Meloni. A quanto pare, infatti, nessuno in Fratelli d’Italia (così avrebbe confidato Ignazio La Russa agli alleati) era a conoscenza dell’imminente decisione di Musumeci di incoronare il suo fedelissimo. Una mossa perciò che per molti ha dato ragione alle critiche di Micciché: “Gianfranco ha sempre lamentato che Musumeci non si era confrontato con i partiti, a questo punto è evidente che non aveva tutti i torti. E la domanda è d’obbligo: se così è, cosa succederà se venisse rieletto?”, si chiede uno dei maggiori esponenti del centrodestra siciliano, fino a pochi mesi fa sostenitore del Musumeci bis. L’affidabilità del presidente in carica tra gli alleati è considerata al momento molto dubbia. La partita siciliana si giocherà però su altri fronti: sul tavolo del centrodestra ci sono anche il Lazio e la Lombardia, e Fratelli d’Italia dovrebbe chiedere per sé il candidato del Lazio. Il governatore a quel punto resterebbe senza sponde nei partiti di centrodestra. Ma non è detto che le decisioni sulla Sicilia non vengano prese prima e in maniera completamente slegata dalle altre due regioni.

“Di certo entro questa settimana dovrà succedere qualcosa: non possiamo farci tutto agosto senza candidato”, tra i pontieri della coalizione i tempi perlomeno sembrano chiarissimi. Entro questa settimana d’altronde si deciderà il candidato della coalizione opposta. Le primarie del centrosinistra saranno sabato 23 luglio, entro domenica 24 si saprà chi avrà avuto la meglio tra Caterina Chinnici (Pd), Barbara Floridia (M5s) e Claudio Fava (Cento Passi). Primarie che vanno avanti nonostante la crisi di governo che potrebbe generare una spaccatura dell’asse giallorosso: “Distinguiamo i due livelli – ribadisce anche oggi l’ex ministro siciliano del Pd, Giuseppe Provenzano, dopo averlo dichiarato sabato scorso durante un incontro – In Sicilia c’è un percorso regionale che va avanti, qui il Pd è a sostegno di Caterina Chinnici per la guida di un’alleanza che si è costruita nel tempo a partire dall’opposizione al disastroso governo Musumeci, e che lei può ulteriormente allargare”.

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