Una tecnica pensata proprio per compiere scippi a personaggi famosi, andata di nuovo a segno. Ma questa volta il bottino era difficile da piazzare, tanto che, alla fine, sono stati individuati i tre uomini che lo scorso aprile, a Viareggio, hanno rubato il Richard Mille fatto a mano di proprietà del campione della Ferrari, Charles Leclerc, dal valore di 2 milioni di euro. I tre pregiudicati napoletani, non nuovi ad azioni di questo tipo, hanno cercato di rivenderlo anche all’interno dei circuiti criminali del capoluogo partenopeo, come riporta Il Mattino, ma nessuno si è voluto prendere il rischio di diventare il possessore di un orologio che rappresenta un pezzo unico, anche grazie alla dedica personale che la casa produttrice ha fatto imprimere in onore del pilota del Cavallino. Così, secondo quanto emerge, l’orologio sarebbe finito al polso di un imprenditore spagnolo che per averlo ha sborsato una cifra ben inferiore al reale valore: 200mila euro.

La strategia messa in campo dai malviventi è semplice quanto efficace: prima un appostamento, poi il selfie fingendosi tifosi sfegatati del campione. Una messinscena per distrarre la vittima e colpirla a sorpresa. Gli autori della rapina sono tre specialisti del ramo provenienti dalla zona del Cavone e da anni realizzano colpi in trasferta, in zone di lusso dove l’attenzione per i crimini predatori cala. Tanto che i tre sono noti agli inquirenti napoletani da tempo. Sulle prime i tre banditi volevano ricavare dal colpo 1 milione di euro, ma rimaneva il problema della dedica che rendeva difficile la trattativa.

Sull’esito finale, gli inquirenti hanno avanzato al momento solo delle ipotesi che consentono di dire che l’orologio di Leclerc è stato venduto, anche se a un prezzo decisamente più basso e lontano da Napoli. Attualmente sarebbe stretto al polso di un imprenditore spagnolo che avrebbe sborsato “solo” 200mila euro per l’oggetto di proprietà del campione di Formula 1.

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