La parola chiave è “accorpamento”: l’obiettivo sarebbe mettere insieme discipline simili, che possono sfruttare impianti o arbitri in comune, per ridurre i costi, far risparmiare lo Stato e riversare le risorse che avanzano sull’attività sportiva. Ma in Italia fatta la legge è già pronto l'inganno.
Il bizzarro mondo dello sport italiano sta per generare una nuova creatura, quasi mitologica: metà biliardo, metà bowling, due piccole discipline che diventano un’unica Federazione. Una fusione incoraggiata dal governo che però finirà per beffare lo Stato: il nuovo organismo incasserà più soldi pubblici e aggirerà pure la legge sul limite dei mandati, rendendo ricandidabili gli attuali dirigenti che avrebbero dovuto farsi da parte. Nel sistema sportivo del nostro Paese in alto abbiamo le Federazioni, fra cui sport nazionali come calcio, tennis, pallavolo, pallacanestro, ecc., e anche minori, dalle bocce allo squash. Poi, un gradino sotto, vengono le discipline sportive associate, dove si trova di tutto, dama e scacchi, ma anche pallapugno e tamburello. Sono tante, probabilmente troppe. È il momento di darci un taglio, la parola chiave è “accorpamento”: il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ne parla da anni, adesso è arrivata anche l’indicazione da parte del governo, dalla sottosegretaria Valentina Vezzali. L’obiettivo sarebbe mettere insieme discipline simili, che possono sfruttare impianti o arbitri in comune, per ridurre i costi, far risparmiare lo Stato e riversare le risorse che avanzano sull’attività sportiva.
I primi a farlo sono biliardo e bowling, pronte a fondersi. Se non fosse per un piccolo dettaglio: queste due discipline non hanno praticamente nulla in comune, a parte la palla che rotola. Com’è nata questa affinità elettiva ce lo spiega proprio il presidente del biliardo, Andrea Mancino: “Dovevamo trovare un’altra federazione, diciamo che a volte in alcune sale bowling sono montati tavoli da biliardo”. Allora tanto valeva unirsi al ping-pong. “Anche all’estero stiamo insieme”. Dove? In Grecia. Differenze che si possono appianare in nome di un obiettivo comune più alto: fare il pieno di contributi pubblici. Il biliardo conta circa 30mila atleti tesserati, insieme ai 3mila del bowling otterranno il tanto agognato salto tra le Federazioni. Molto meglio stare nel mondo dorato delle Fsn, dove in 45 si spartiscono una ricca torta da 220 milioni l’anno, che in quello delle piccole discipline sportive associate, che devono accontentarsi di appena 3 milioni da dividersi in 20.
Il Coni, che dovrebbe vigilare, concederà il riconoscimento: in fondo, Fibis e Fisb non fanno altro che seguire la linea dettata dal governo, e poi tra le Federazioni ce ne sono anche di più piccole. Tanto più che una volta compiuto il passaggio, il biliardo-bowling non sarà più un problema di Malagò, visto che finirà sul groppone di “Sport e salute”, partecipata del governo che dopo la riforma dello sport distribuisce i finanziamenti alle Federazioni (e certo non sarà contenta di avere una bocca in più da sfamare). Come Dsa, biliardo e bowling prendevano rispettivamente 250mila e 150mila euro dallo Stato. Domani puntano almeno al doppio: basti pensare che le 45 federazioni sono tutte abbondantemente sopra il milione, a parte la neonata Fasi (Arrampicata sportiva) che non a caso riceverà presto un aumento. “Dipenderà dall’algoritmo di Sport e salute, ma considerando che ci sono Federazioni più piccole della nostra che ricevono anche un milione e mezzo, è evidente che ci aspettiamo molto di più”, spiega Mancino. Certo, così non si vede tanto il vantaggio per lo Stato, ma “il risparmio non è nelle risorse, è nell’organizzazione”, assicura il presidente uscente del biliardo, e probabile n. 1 della prossima Federazione Biliardo e Bowling.
Già, perché un altro degli effetti collaterali della fusione sarà quello di neutralizzare la riforma sul limite dei mandati: la legge approvata dall’ex ministro Lotti ha stabilito un tetto massimo di tre elezioni per i dirigenti sportivi, per favorire un ricambio nelle Federazioni, dove da decenni siedono gli stessi presidenti. Mancino, in carica dal lontano 2004, è uno dei tanti che al prossimo giro avrebbero dovuto farsi da parte. Nella Federazione Biliardo. Ma se questa non esisterà più, e al suo posto ne nascerà una nuova, il conto sarà azzerato e tutti gli attuali vertici potranno ricandidarsi. Altri potrebbero presto seguire la stessa strada. L’ennesimo trionfo dello sport italiano.