Nel giorno in cui Vladimir Putin vola in Iran per un trilaterale con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, diventato ormai il grande mediatore tra Mosca e il blocco internazionale alleato con Kiev, e il presidente iraniano Ebrahim Raisi, si registra una nuova importante stretta di mano nel settore energetico tra aziende russe, tra cui Gazprom, e iraniane. Si tratta di un accordo che prevede investimenti russi per 40 miliardi di dollari nell’industria del petrolio iraniano, numeri che, spiega l’agenzia locale Irna, rappresentano il maggiore investimento di sempre da parte di un Paese straniero in Iran.
L’accordo strategico tra la National Iranian Oil Company (Nioc) e Gazprom “è il più grande investimento nella storia dell’industria petrolifera iraniana e comprende investimenti per lo sviluppo del giacimento di gas North Pars e di sei giacimenti petroliferi”, ha dichiarato il direttore generale della compagnia iraniana, Mohsen Khojasteh-Mehr, sottolineando che Teheran ha bisogno di almeno 160 miliardi di dollari di investimenti per aumentare la produzione di petrolio e gas.
Con questa mossa di Mosca, la Repubblica Islamica sembra così definitivamente uscire dal gruppo di Paesi con i quali gli Stati Ue mirano a stringere nuovi accordi in nome di una maggiore indipendenza dal combustibile russo. Detto che la strada che portava a Teheran era già di per sé piuttosto difficile da percorrere, dato che sia la Russia che l’Iran sono sottoposti a pesanti sanzioni.
Nel frattempo, il governatore della Banca centrale iraniana Ali Salehabadi ha dichiarato che oggi l’Iran ha lanciato il simbolo di negoziazione della coppia valutaria Rial-Rublo nel suo mercato valutario integrato. “Gli studenti e gli esportatori iraniani, così come gli Stati dell’Asia centrale, possono utilizzare questo mercato”, ha aggiunto.