Due fratelli e un loro cugino. Questi sarebbero i presunti responsabili di un giro di spaccio che da Zungri si era allargato ai centri limitrofi fino a raggiungere alcune località costiere che la presenza di turisti rendeva particolarmente remunerative. Tutto è iniziato con il controllo occasionale di un giovane assuntore, trovato in possesso di una modica quantità di marijuana. I Carabinieri sono riusciti a ricostruire i contorni della vicenda. Sono una cinquantina gli episodi di spaccio, commessi fra gennaio e giugno 2020, che gli inquirenti hanno contestato ai presunti autori.
Ma la cosa più singolare sono le modalità con le quali i tre giovani hanno organizzato la loro attività: lo stupefacente veniva infatti occultato in una cavità ricavata all’interno di un’edicola votiva dedicata alla Madonna, nel centro cittadino di Zungri. Questo era proprio l’insolito luogo dal quale la sostanza veniva poi prelevata in piccole dosi, per soddisfare le richieste degli assuntori, che commissionavano i loro acquisti attraverso piattaforme social. I pagamenti venivano poi saldati direttamente ai giovani, che avviavano le procedure di consegna, proprio nei pressi dell’altare votivo.
Le attività di indagine hanno consentito di accertare anche il presunto coinvolgimento degli stessi soggetti nel furto di almeno tre autovetture, di alcuni cavalli, di attrezzature agricole nonché di un furto commesso all’interno di un’abitazione di Zungri.
In accoglimento delle richieste della Procura della Repubblica il GIP del Tribunale di Vibo Valentia ha quindi disposto gli arresti domiciliari per uno dei tre ed il carcere per gli altri due, già noti alle cronache per il brutale pestaggio di una giovane ragazza presso un distributore di benzina della provincia lo scorso 26 settembre, le cui immagini rilanciate sui media e virali sul web, hanno sconvolto l’opinione pubblica per la loro violenza.