Nicaragua, cosa ci insegna la rivoluzione sandinista quarantatré anni dopo
Fino al 19 luglio 1979 il Nicaragua era dominato da un dittatore sanguinario, Anastasio Somoza, figlio di un altro dittatore sanguinario che si chiamava esattamente come lui. Aveva studiato negli Stati Uniti all’Accademia di West Point e, più che presidente, fu capo della guardia nazionale, corpo armato creato, strutturato e addestrato dagli Stati Uniti per portare avanti la più feroce repressione, stroncando nel sangue ogni timido tentativo o anche semplice idea di un’autonomia nazionale del paese.
Sotto la famiglia Somoza, insomma, il Nicaragua rappresentò il caso forse più classico ed evidente di colonia statunitense, brutalmente dominata da una gang di sicari per conto del potere imperiale stabilito a Washington, sottomettendo con la violenza una popolazione ridotta alla povertà più estrema e a un’esistenza assolutamente indegna di essere vissuta. Franklin Delano Roosevelt aveva soprannominato Somoza senior “our son of a bitch”. Ovvero un bastardo, ma un bastardo utile, atteggiamento alquanto cinico, scimmiottato in qualche modo da Draghi in alcune sue prese di posizione di poco tempo fa.
I bastardi però prima o poi vengono tolti di mezzo. In Nicaragua successe appunto esattamente 43 anni fa: il 19 luglio del 1979, data dell’insurrezione scatenata dal Fronte sandinista di liberazione nazionale, organizzazione guerrigliera e partito politico così denominato in omaggio all’eroe storico della rivoluzione nicaraguense, Augusto Cesar Sandino, che negli anni Trenta aveva combattuto l’imperialismo yankee da cui era stato ucciso.
A Washington non la presero bene. Ricordo che mi recai in Nicaragua nel 1986, sette anni dopo, quando era in pieno svolgimento la guerra civile fomentata dagli Stati Uniti, con il presidente Reagan. Avevano organizzato e armato i gruppi controrivoluzionari (la cosiddetta contra) portando avanti un sabotaggio spietato, fatto di massacri di civili e di ogni genere di attacchi indiscriminati, e giungendo a intervenire direttamente in alcuni casi, come quando decisero di minare i porti nicaraguensi per impedire ogni collegamento marittimo tra il paese reprobo e il resto del mondo.
Alla solita solfa delle accuse indirizzate contro chiunque osi sottrarsi al loro dominio, tipo violazioni della democrazia e dei diritti umani, sempre nell’accezione prettamente statunitense del termine, erano seguite misure concrete che costarono al popolo nicaraguense un prezzo estremamente elevato dal punto di vista delle vite umane e anche da quello banalmente economico. Nel 1986 la Corte internazionale di giustizia, con una sua storica sentenza, decretò che gli Stati Uniti avevano violato varie fondamentali norme del diritto internazionale, tra le quali quella più fondamentale di tutte relativa all’autodeterminazione dei popoli. Una sentenza che contribuì molto all’evoluzione del diritto internazionale ma che non venne mai eseguita, dato che avrebbe dovuto occuparsene il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, bloccato dal veto statunitense.
Dieci anni di guerra fruttarono invece agli Stati Uniti che ottennero nel 1990 l’elezione di una candidata, Violeta Chamorro, a loro indubbiamente più vicina. Dopo 16 anni caratterizzati da vari governi di destra che si alternavano alla guida del paese, il Fronte sandinista rieleggeva nel 2006 il proprio storico leader Daniel Ortega, che da allora ha mantenuto saldamente la carica presidenziale, venendo rieletto, con crescenti percentuali di consenso, in altre tre occasioni, l’ultima nel novembre del 2021 col 75,92% dei voti. Nel 2018 vi furono delle manifestazioni contro il governo che lasciarono un certo numero di vittime.
Come d’abitudine gli Stati Uniti e i governi loro subordinati, dopo aver soffiato sul fuoco della destabilizzazione violenta, hanno lamentato la violazione dei diritti umani, giungendo a infliggere delle sanzioni, punizione abitualmente comminata, a partire dalla rivoluzione cubana, a chiunque in America Latina o altrove osi disobbedire o pensare colla propria testa (sicuramente le infliggerebbero anche all’Italia, nell’ipotesi ci fosse un governo non sufficientemente “atlantista”, ovvero qualora uscisse fuori un partito in grado di rappresentare l’attuale 70% del popolo italiano contrario a partecipare in qualsiasi modo alla guerra in Ucraina).
Che lezione trarre da queste vicende? Ve ne sono varie. La prima è che i popoli hanno la testa dura e in America Latina non sopportano più la tutela di Washington, come dimostrato di recente anche dall’esito delle elezioni colombiane. La seconda è che un paese piccolo e non particolarmente dotato di materie prime può riuscire alla fine a imporre la propria volontà di autonomia se ispirato al principio della dignità nazionale. La terza è che il diritto è importante, ma viene realizzato solo se sorretto da un’autentica volontà politica e da una corrispondente forte organizzazione popolare. La quarta, infine, che un processo rivoluzionario, per mantenersi effettivamente tale, deve restare fedele alla sua ispirazione originaria, ovvero l’interesse del popolo.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - “La scelta di affamare e privare dell’acqua una popolazione, come sta facendo il governo Netanyahu con i palestinesi a Gaza, è un crimine contro l’umanità. Questo si aggiunge ai numerosi crimini di cui il primo ministro israeliano si è macchiato, costati la vita a quasi 70.000 civili. Non è più possibile tollerare questa violenza: i criminali di guerra come Netanyahu vanno arrestati, non accolti come capi di Stato. Il governo Meloni deve sostenere Unrwa e i progetti Onu e non assecondare le follie criminali di Netanyahu e lavorare per garantire l’entrata di aiuti a Gaza". Così in una nota Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Il governo Meloni si fa smentire un’altra volta: prometteva una riforma fiscale senza aumentare le tasse e invece la pressione fiscale sale al 42,6%. Un quadro allarmante, l'economia stenta e il governo Meloni continua a confermarsi inadeguato per il Paese". Lo scrive Alessandro Zan del Pd sui social.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "I numeri non sono né di destra né di sinistra. Nel 2024 la pressione fiscale è salita al 42,6% e la crescita si è fermata a un misero 0,7%, smentendo le previsioni del governo e del ministro Giorgetti. Meloni aveva promesso meno tasse e invece la pressione fiscale è aumentata. Le persone hanno meno soldi in tasca, bollette più care, rincari. E come se non bastasse il governo taglia sulla sanità pubblica e sui trasferimenti agli enti locali, mettendoli in grande difficoltà. Bisogna fare in fretta a costruire l’alternativa". Lo scrive Stefano Bonaccini sui social.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - La data non è stata ancora ufficializzata ma l'ipotesi è quella dell'11 maggio per le amministrative di primavera. Una tornata che interessa complessivamente oltre 400 comuni. Di questi nove sono capoluogo: Aosta, Bolzano, Genova, Matera, Nuoro, Pordenone, Ravenna, Taranto e Trento. Le regioni autonome hanno già fissato le loro date: a settembre per Aosta e il 4 maggio per le province di Trento e Bolzano.
GENOVA - A Genova la sfida di maggiore impatto nazionale. Una sfida apertissima e che ha il sapore di una possibile 'rivincita' per il centrosinistra dopo le regionali ad ottobre scorso quando Marco Bucci ha battuto, per qualche migliaio di voti, Andrea Orlando confermando la guida della regione Liguria al centrodestra. Gli sfidanti sono il vicesindaco e assessore al Bilancio a Genova, Pietro Picciocchi, per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra. Piciocchi, classe ’77, avvocato, sei figli e due in affido, è stato l'uomo dietro la macchina di due giunte di Bucci: la sua candidatura è sostenuta da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Nuovo Psi oltre a due liste civiche. Il centrosinistra al gran completo ha raggiunto l'accordo su Salis, dopo alcune settimane di tensioni interne, soprattutto al Pd. Alla fine i dem hanno optato, anche grazie al lavoro di composizione messo in campo da Orlando, per una candidata civica. Salis, ex-atleta, è vicepresidente vicaria del Coni ed è sposata con il regista cinematografico Fausto Brizzi.
TRENTO E BOLZANO - A Trento il centrosinistra ricandida il sindaco uscente, Franco Ianeselli. Mentre per il centrodestra c'è il nome di Ilaria Goio, messo sul tavolo da Fratelli d'Italia, che deve essere condiviso dagli alleati. Claudio Corrarati, attuale presidente regionale di Cna, è invece il nome a cui pensa la coalizione come primo cittadino di Bolzano (sostenuto da Fdi, Civica per Bolzano, Forza Italia e Lega). In pole per Matera ci sarebbe Piergiorgio Quarto, segretario regionale di Fratelli d'Italia, già presidente della Coldiretti Basilicata ed ex consigliere regionale. Sul versante centrosinistra a Bolzano il candidato sindaco è Juri Andriollo, 49 anni, assessore comunale Pd dell'attuale giunta guidata dal sindaco Renzo Caramaschi. Andriollo è sostenuto da Pd, Verdi, Socialisti e Sinistra Italiana mentre M5S resta fuori dalla coalizione.
PORDENONE - A Pordenone si va al voto dopo le dimissioni del sindaco Alessandro Ciriani, eletto a giugno in Europa. Il centrodestra è unito su Alessandro Basso, esponente di Fdi mentre Nicola Conficoni del Pd, consigliere regionale in carica ed ex assessore all’ambiente a Pordenone, è il candidato del centrosinistra. In corsa anche i civici Marco Salvador e Anna Ciriani.
RAVENNA - Finita l'era Michele De Pascale, eletto presidente della Regione Emilia Romagna, a Ravenna sarà Alessandro Barattoni, 41 anni, segretario provinciale del Pd, a raccogliere il testimone sostenuto da una coalizione ampia di centrosinistra. Il centrodestra invece è ancora alla ricerca di una intesa: se Fdi e Fi puntano su Nicola Grandi, la Lega insiste ancora su Alvaro Ancisi, forte anche di una sua lista civica.
NUORO - A Nuoro il centrosinistra ha trovato la quadra nei giorni scorsi su Emiliano Fenu: il deputato e già senatore del Movimento 5 Stelle sarà il candidato sindaco di un'ampia coalizione. Nel centrodestra invece la partita è a due al momento: i papabili sarebbero Gianni Pittorra, presidente della Nuorese Calcio, e Giuseppe Luigi Cucca, considerato una figura di garanzia per una alleanza civica più ampia.
TARANTO - Tempi strettissimi a Taranto per il rinnovo dell'amministrazione comunale dopo che il consiglio comunale ha sfiduciato nei giorni scorsi il sindaco Rinaldo Melucci. Nel centrodestra il dossier è stato appena aperto e si stanno facendo le prime valutazioni anche per capire come muoversi e verificare le condizioni politiche per correre unito. Partita aperta anche nel centrosinistra sebbene nelle ultime ore starebbe crescendo il pressing sul senatore e vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, Mario Turco.
AOSTA - Il centrodestra avrebbe raggiunto un'intesa di massima sul profilo del candidato per sfidare Gianni Nuti, sindaco uscente al primo mandato. Sul voto, previsto per settembre, con il rinnovo anche il consiglio regionale, le forze di maggioranza tengono però nascosti i nomi della rosa condivisa, anche perché non mancherebbe qualche tensione, soprattutto tra Fdi e Fi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Le piazze pro-Putin convocate da Salvini per il prossimo weekend sono oscene. A questo punto, un chiarimento da parte della premier Meloni non è più rinviabile, perché parliamo di linee di politica estera diverse in un momento esistenziale anche per l’Italia. Il parlamento italiano e l’opinione pubblica italiana hanno il diritto di conoscere qual è la posizione e la linea di politica estera che il governo Meloni porta avanti”. Lo ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, a Tagadà su La7.
“Tajani e Salvini, i due vicepremier, dicono cose non solo diverse ma addirittura opposte sulla pace in Ucraina. A Salvini sta bene la pace di Putin: a lui va bene che venga invaso un Paese che non ha le capacità militari per difendersi e ritiene giusto che la Russia si pappi l’Ucraina. Vista che questa è anche la posizione di Trump e visto che con questa amministrazione gli Usa sono vernuti meno al ruolo di garante della sicurezza dell’Europa, il governo italiano vuole o no che ci sia una integrazione politica europea e che si recuperino gli anni di ritardo su politica estera e di difesa? Nessuno lo sa, nessuno lo ha capito”, ha concluso Magi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Giorgetti è tutto contento perché lui lo aveva previsto che l’Italia sarebbe cresciuta meno. E quindi oggi lo 0,7% nel 2024 - per il governo doveva essere l’1% - gli sembra un grande risultato. Non la pensano così gli italiani visto che sempre l’Istat certifica anche l’aumento della pressione fiscale salita al 42,6%. E visto che poco si è fatto per l’aumento delle bollette e niente si è fatto di fronte alle numerose aziende in difficoltà: più di 126 mila addetti coinvolti da crisi aziendali. Quei numeri che Giorgetti non vuole vedere, ma dietro ci sono persone e famiglie". Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
(Adnkronos) - HONOR, nel corso della conferenza globale di Barcellona al MWC25, ha presentato l'HONOR Pad V9. Il nuovo dispositivo si presenta per il suo design ultrasottile, disponibile nei colori bianco e grigio, di appena 6,1mm e un peso leggero di 475g. Oltre al sofisticato design a doppio anello che incornicia la fotocamera posteriore, questo tablet introduce per la prima volta nel settore il processo di nano-topografia NIL sulla cover posteriore, garantendo una superficie del display sempre pulita e resistente a sporco, impronte digitali e macchie. Questa tecnologia avanzata crea una microstruttura superficiale che disperde le forze d'impatto, aumentando la resistenza all'usura quotidiana. Certificato SGS Gold Five-star Whole Machine High-strength, HONOR Pad V9 può resistere ad una flessione di 100 N/mm.
HONOR Pad V9 dispone di un display da 11,5 pollici che supporta una risoluzione 2,8K e una frequenza di aggiornamento di 144Hz, la cui combinazione garantisce un'esperienza visiva immersiva con immagini fluide, nitide e dettagliate. Inoltre la tecnologia avanzata HONOR Eye Comfort riduce l'emissione di luce blu e stimola una luminosità naturale che protegge gli occhi dall'affaticamento, rendendo il tablet ideale per lunghe sessioni di utilizzo.
Il nuovo tablet HONOR è equipaggiato con il MagicOS 9.0, che offre un'ampia gamma di funzionalità AI progettate per migliorare l'efficienza degli utenti. Questo sistema operativo facilita un multitasking fluido e una gestione intelligente delle attività, permettendo agli utenti di navigare tra le applicazioni con facilità e precisione. Strumenti come HONOR Notes migliorano ulteriormente la produttività, offrendo funzioni avanzate come il riconoscimento delle formule e la conversione da voce a testo.
Disponibilità e Prezzi
Il HONOR Pad V9 è disponibile per l'acquisto a partire da 699,00 €, rendendolo accessibile per chi cerca un tablet di alta qualità a un prezzo competitivo.
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Fabio Marcelli
Giurista internazionale
Mondo - 19 Luglio 2022
Nicaragua, cosa ci insegna la rivoluzione sandinista quarantatré anni dopo
Fino al 19 luglio 1979 il Nicaragua era dominato da un dittatore sanguinario, Anastasio Somoza, figlio di un altro dittatore sanguinario che si chiamava esattamente come lui. Aveva studiato negli Stati Uniti all’Accademia di West Point e, più che presidente, fu capo della guardia nazionale, corpo armato creato, strutturato e addestrato dagli Stati Uniti per portare avanti la più feroce repressione, stroncando nel sangue ogni timido tentativo o anche semplice idea di un’autonomia nazionale del paese.
Sotto la famiglia Somoza, insomma, il Nicaragua rappresentò il caso forse più classico ed evidente di colonia statunitense, brutalmente dominata da una gang di sicari per conto del potere imperiale stabilito a Washington, sottomettendo con la violenza una popolazione ridotta alla povertà più estrema e a un’esistenza assolutamente indegna di essere vissuta. Franklin Delano Roosevelt aveva soprannominato Somoza senior “our son of a bitch”. Ovvero un bastardo, ma un bastardo utile, atteggiamento alquanto cinico, scimmiottato in qualche modo da Draghi in alcune sue prese di posizione di poco tempo fa.
I bastardi però prima o poi vengono tolti di mezzo. In Nicaragua successe appunto esattamente 43 anni fa: il 19 luglio del 1979, data dell’insurrezione scatenata dal Fronte sandinista di liberazione nazionale, organizzazione guerrigliera e partito politico così denominato in omaggio all’eroe storico della rivoluzione nicaraguense, Augusto Cesar Sandino, che negli anni Trenta aveva combattuto l’imperialismo yankee da cui era stato ucciso.
A Washington non la presero bene. Ricordo che mi recai in Nicaragua nel 1986, sette anni dopo, quando era in pieno svolgimento la guerra civile fomentata dagli Stati Uniti, con il presidente Reagan. Avevano organizzato e armato i gruppi controrivoluzionari (la cosiddetta contra) portando avanti un sabotaggio spietato, fatto di massacri di civili e di ogni genere di attacchi indiscriminati, e giungendo a intervenire direttamente in alcuni casi, come quando decisero di minare i porti nicaraguensi per impedire ogni collegamento marittimo tra il paese reprobo e il resto del mondo.
Alla solita solfa delle accuse indirizzate contro chiunque osi sottrarsi al loro dominio, tipo violazioni della democrazia e dei diritti umani, sempre nell’accezione prettamente statunitense del termine, erano seguite misure concrete che costarono al popolo nicaraguense un prezzo estremamente elevato dal punto di vista delle vite umane e anche da quello banalmente economico. Nel 1986 la Corte internazionale di giustizia, con una sua storica sentenza, decretò che gli Stati Uniti avevano violato varie fondamentali norme del diritto internazionale, tra le quali quella più fondamentale di tutte relativa all’autodeterminazione dei popoli. Una sentenza che contribuì molto all’evoluzione del diritto internazionale ma che non venne mai eseguita, dato che avrebbe dovuto occuparsene il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, bloccato dal veto statunitense.
Dieci anni di guerra fruttarono invece agli Stati Uniti che ottennero nel 1990 l’elezione di una candidata, Violeta Chamorro, a loro indubbiamente più vicina. Dopo 16 anni caratterizzati da vari governi di destra che si alternavano alla guida del paese, il Fronte sandinista rieleggeva nel 2006 il proprio storico leader Daniel Ortega, che da allora ha mantenuto saldamente la carica presidenziale, venendo rieletto, con crescenti percentuali di consenso, in altre tre occasioni, l’ultima nel novembre del 2021 col 75,92% dei voti. Nel 2018 vi furono delle manifestazioni contro il governo che lasciarono un certo numero di vittime.
Come d’abitudine gli Stati Uniti e i governi loro subordinati, dopo aver soffiato sul fuoco della destabilizzazione violenta, hanno lamentato la violazione dei diritti umani, giungendo a infliggere delle sanzioni, punizione abitualmente comminata, a partire dalla rivoluzione cubana, a chiunque in America Latina o altrove osi disobbedire o pensare colla propria testa (sicuramente le infliggerebbero anche all’Italia, nell’ipotesi ci fosse un governo non sufficientemente “atlantista”, ovvero qualora uscisse fuori un partito in grado di rappresentare l’attuale 70% del popolo italiano contrario a partecipare in qualsiasi modo alla guerra in Ucraina).
Che lezione trarre da queste vicende? Ve ne sono varie. La prima è che i popoli hanno la testa dura e in America Latina non sopportano più la tutela di Washington, come dimostrato di recente anche dall’esito delle elezioni colombiane. La seconda è che un paese piccolo e non particolarmente dotato di materie prime può riuscire alla fine a imporre la propria volontà di autonomia se ispirato al principio della dignità nazionale. La terza è che il diritto è importante, ma viene realizzato solo se sorretto da un’autentica volontà politica e da una corrispondente forte organizzazione popolare. La quarta, infine, che un processo rivoluzionario, per mantenersi effettivamente tale, deve restare fedele alla sua ispirazione originaria, ovvero l’interesse del popolo.
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Roma, 3 mar. (Adnkronos) - “La scelta di affamare e privare dell’acqua una popolazione, come sta facendo il governo Netanyahu con i palestinesi a Gaza, è un crimine contro l’umanità. Questo si aggiunge ai numerosi crimini di cui il primo ministro israeliano si è macchiato, costati la vita a quasi 70.000 civili. Non è più possibile tollerare questa violenza: i criminali di guerra come Netanyahu vanno arrestati, non accolti come capi di Stato. Il governo Meloni deve sostenere Unrwa e i progetti Onu e non assecondare le follie criminali di Netanyahu e lavorare per garantire l’entrata di aiuti a Gaza". Così in una nota Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Il governo Meloni si fa smentire un’altra volta: prometteva una riforma fiscale senza aumentare le tasse e invece la pressione fiscale sale al 42,6%. Un quadro allarmante, l'economia stenta e il governo Meloni continua a confermarsi inadeguato per il Paese". Lo scrive Alessandro Zan del Pd sui social.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "I numeri non sono né di destra né di sinistra. Nel 2024 la pressione fiscale è salita al 42,6% e la crescita si è fermata a un misero 0,7%, smentendo le previsioni del governo e del ministro Giorgetti. Meloni aveva promesso meno tasse e invece la pressione fiscale è aumentata. Le persone hanno meno soldi in tasca, bollette più care, rincari. E come se non bastasse il governo taglia sulla sanità pubblica e sui trasferimenti agli enti locali, mettendoli in grande difficoltà. Bisogna fare in fretta a costruire l’alternativa". Lo scrive Stefano Bonaccini sui social.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - La data non è stata ancora ufficializzata ma l'ipotesi è quella dell'11 maggio per le amministrative di primavera. Una tornata che interessa complessivamente oltre 400 comuni. Di questi nove sono capoluogo: Aosta, Bolzano, Genova, Matera, Nuoro, Pordenone, Ravenna, Taranto e Trento. Le regioni autonome hanno già fissato le loro date: a settembre per Aosta e il 4 maggio per le province di Trento e Bolzano.
GENOVA - A Genova la sfida di maggiore impatto nazionale. Una sfida apertissima e che ha il sapore di una possibile 'rivincita' per il centrosinistra dopo le regionali ad ottobre scorso quando Marco Bucci ha battuto, per qualche migliaio di voti, Andrea Orlando confermando la guida della regione Liguria al centrodestra. Gli sfidanti sono il vicesindaco e assessore al Bilancio a Genova, Pietro Picciocchi, per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra. Piciocchi, classe ’77, avvocato, sei figli e due in affido, è stato l'uomo dietro la macchina di due giunte di Bucci: la sua candidatura è sostenuta da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Nuovo Psi oltre a due liste civiche. Il centrosinistra al gran completo ha raggiunto l'accordo su Salis, dopo alcune settimane di tensioni interne, soprattutto al Pd. Alla fine i dem hanno optato, anche grazie al lavoro di composizione messo in campo da Orlando, per una candidata civica. Salis, ex-atleta, è vicepresidente vicaria del Coni ed è sposata con il regista cinematografico Fausto Brizzi.
TRENTO E BOLZANO - A Trento il centrosinistra ricandida il sindaco uscente, Franco Ianeselli. Mentre per il centrodestra c'è il nome di Ilaria Goio, messo sul tavolo da Fratelli d'Italia, che deve essere condiviso dagli alleati. Claudio Corrarati, attuale presidente regionale di Cna, è invece il nome a cui pensa la coalizione come primo cittadino di Bolzano (sostenuto da Fdi, Civica per Bolzano, Forza Italia e Lega). In pole per Matera ci sarebbe Piergiorgio Quarto, segretario regionale di Fratelli d'Italia, già presidente della Coldiretti Basilicata ed ex consigliere regionale. Sul versante centrosinistra a Bolzano il candidato sindaco è Juri Andriollo, 49 anni, assessore comunale Pd dell'attuale giunta guidata dal sindaco Renzo Caramaschi. Andriollo è sostenuto da Pd, Verdi, Socialisti e Sinistra Italiana mentre M5S resta fuori dalla coalizione.
PORDENONE - A Pordenone si va al voto dopo le dimissioni del sindaco Alessandro Ciriani, eletto a giugno in Europa. Il centrodestra è unito su Alessandro Basso, esponente di Fdi mentre Nicola Conficoni del Pd, consigliere regionale in carica ed ex assessore all’ambiente a Pordenone, è il candidato del centrosinistra. In corsa anche i civici Marco Salvador e Anna Ciriani.
RAVENNA - Finita l'era Michele De Pascale, eletto presidente della Regione Emilia Romagna, a Ravenna sarà Alessandro Barattoni, 41 anni, segretario provinciale del Pd, a raccogliere il testimone sostenuto da una coalizione ampia di centrosinistra. Il centrodestra invece è ancora alla ricerca di una intesa: se Fdi e Fi puntano su Nicola Grandi, la Lega insiste ancora su Alvaro Ancisi, forte anche di una sua lista civica.
NUORO - A Nuoro il centrosinistra ha trovato la quadra nei giorni scorsi su Emiliano Fenu: il deputato e già senatore del Movimento 5 Stelle sarà il candidato sindaco di un'ampia coalizione. Nel centrodestra invece la partita è a due al momento: i papabili sarebbero Gianni Pittorra, presidente della Nuorese Calcio, e Giuseppe Luigi Cucca, considerato una figura di garanzia per una alleanza civica più ampia.
TARANTO - Tempi strettissimi a Taranto per il rinnovo dell'amministrazione comunale dopo che il consiglio comunale ha sfiduciato nei giorni scorsi il sindaco Rinaldo Melucci. Nel centrodestra il dossier è stato appena aperto e si stanno facendo le prime valutazioni anche per capire come muoversi e verificare le condizioni politiche per correre unito. Partita aperta anche nel centrosinistra sebbene nelle ultime ore starebbe crescendo il pressing sul senatore e vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, Mario Turco.
AOSTA - Il centrodestra avrebbe raggiunto un'intesa di massima sul profilo del candidato per sfidare Gianni Nuti, sindaco uscente al primo mandato. Sul voto, previsto per settembre, con il rinnovo anche il consiglio regionale, le forze di maggioranza tengono però nascosti i nomi della rosa condivisa, anche perché non mancherebbe qualche tensione, soprattutto tra Fdi e Fi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Le piazze pro-Putin convocate da Salvini per il prossimo weekend sono oscene. A questo punto, un chiarimento da parte della premier Meloni non è più rinviabile, perché parliamo di linee di politica estera diverse in un momento esistenziale anche per l’Italia. Il parlamento italiano e l’opinione pubblica italiana hanno il diritto di conoscere qual è la posizione e la linea di politica estera che il governo Meloni porta avanti”. Lo ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, a Tagadà su La7.
“Tajani e Salvini, i due vicepremier, dicono cose non solo diverse ma addirittura opposte sulla pace in Ucraina. A Salvini sta bene la pace di Putin: a lui va bene che venga invaso un Paese che non ha le capacità militari per difendersi e ritiene giusto che la Russia si pappi l’Ucraina. Vista che questa è anche la posizione di Trump e visto che con questa amministrazione gli Usa sono vernuti meno al ruolo di garante della sicurezza dell’Europa, il governo italiano vuole o no che ci sia una integrazione politica europea e che si recuperino gli anni di ritardo su politica estera e di difesa? Nessuno lo sa, nessuno lo ha capito”, ha concluso Magi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Giorgetti è tutto contento perché lui lo aveva previsto che l’Italia sarebbe cresciuta meno. E quindi oggi lo 0,7% nel 2024 - per il governo doveva essere l’1% - gli sembra un grande risultato. Non la pensano così gli italiani visto che sempre l’Istat certifica anche l’aumento della pressione fiscale salita al 42,6%. E visto che poco si è fatto per l’aumento delle bollette e niente si è fatto di fronte alle numerose aziende in difficoltà: più di 126 mila addetti coinvolti da crisi aziendali. Quei numeri che Giorgetti non vuole vedere, ma dietro ci sono persone e famiglie". Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
(Adnkronos) - HONOR, nel corso della conferenza globale di Barcellona al MWC25, ha presentato l'HONOR Pad V9. Il nuovo dispositivo si presenta per il suo design ultrasottile, disponibile nei colori bianco e grigio, di appena 6,1mm e un peso leggero di 475g. Oltre al sofisticato design a doppio anello che incornicia la fotocamera posteriore, questo tablet introduce per la prima volta nel settore il processo di nano-topografia NIL sulla cover posteriore, garantendo una superficie del display sempre pulita e resistente a sporco, impronte digitali e macchie. Questa tecnologia avanzata crea una microstruttura superficiale che disperde le forze d'impatto, aumentando la resistenza all'usura quotidiana. Certificato SGS Gold Five-star Whole Machine High-strength, HONOR Pad V9 può resistere ad una flessione di 100 N/mm.
HONOR Pad V9 dispone di un display da 11,5 pollici che supporta una risoluzione 2,8K e una frequenza di aggiornamento di 144Hz, la cui combinazione garantisce un'esperienza visiva immersiva con immagini fluide, nitide e dettagliate. Inoltre la tecnologia avanzata HONOR Eye Comfort riduce l'emissione di luce blu e stimola una luminosità naturale che protegge gli occhi dall'affaticamento, rendendo il tablet ideale per lunghe sessioni di utilizzo.
Il nuovo tablet HONOR è equipaggiato con il MagicOS 9.0, che offre un'ampia gamma di funzionalità AI progettate per migliorare l'efficienza degli utenti. Questo sistema operativo facilita un multitasking fluido e una gestione intelligente delle attività, permettendo agli utenti di navigare tra le applicazioni con facilità e precisione. Strumenti come HONOR Notes migliorano ulteriormente la produttività, offrendo funzioni avanzate come il riconoscimento delle formule e la conversione da voce a testo.
Disponibilità e Prezzi
Il HONOR Pad V9 è disponibile per l'acquisto a partire da 699,00 €, rendendolo accessibile per chi cerca un tablet di alta qualità a un prezzo competitivo.