Il processo milanese, davanti al giudice della decima penale, per diffamazione a carico dell’attrice e conduttrice televisiva e radiofonica Elena Di Cioccio, accusata di aver offeso la reputazione dell’ex portiere dell’Inter e della Nazionale Walter Zenga per un post da lei pubblicato sul suo profilo Twitter il 29 gennaio del 2021, si è concluso con il versamento di un risarcimento. Così il reato si è estinto per “intervenuta riparazione del danno” prima dell’inizio del dibattimento.
“Zenga padre parla come un 16enne bullo a suo figlio che è diventato adulto”, scriveva l’attrice, alla quale veniva contestato dal pm Maria Cardellicchio di aver diffamato l’ex portiere anche per averlo definito, dopo un altro insulto, “inutile” e “padre dall’ego ipertrofico”. E ancora sempre sulla pagina seguita da 26mila persone aveva scritto: “Fai schifo come uomo e come padre. Vergognati. Sei una mer..”.
“Abbiamo ritenuto soddisfacente la condotta riparatoria, pur senza ritirare la querela – ha spiegato l’avvocato Davide Steccanella, legale di parte civile dell’ex numero uno della Nazionale – non tanto per la somma versata, in quanto Zenga non ha agito per i soldi ma per denunciare un uso distorto dei social, ma perché abbiamo preso atto che la signora Di Cioccio ha pubblicamente esortato sullo stesso social, dove in precedenza lo aveva gravemente quanto gratuitamente offeso come padre e come uomo, a usare questo pericoloso strumento in modo più responsabile e serio“.