Visioni contrapposte e cortocircuito istituzionale. Mentre la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, come ha rivelato ilfattoquotidiano.it, mette un primo stop alla pista da bob da 85 milioni di euro per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, i bobbisti si riuniscono a Losanna ed elogiano il progetto. Presa di posizione piuttosto prevedibile, visto che si trattava del congresso della Federazione internazionale di Bob e Skeleton, ma tanto basta al governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, per commentare: “È un’opera importante, sarà l’emblema dei Giochi 2026”.
In pochi giorni, in modo contrapposto, si sono accesi i fari sull’impianto sportivo più controverso delle Olimpiadi, la cui costruzione è in ritardo, nonostante sia sotto la responsabilità di Infrastrutture Milano Cortina 2026, con l’amministratore delegato Luigi Valerio Sant’Andrea che a febbraio è stato nominato commissario straordinario per accelerare le procedure. La Soprintendenza, che ha competenze su Venezia, Belluno, Padova e Treviso, ha avviato la procedura per il riconoscimento del notevole interesse di un’opera che ha un secolo di vita, nonostante i rifacimenti arrivati fino al 1988. È quindi una specie di monumento della cultura dello sport e della tradizione del Veneto, le stesse parole che Zaia ha sempre usato per sostenere l’importanza della ristrutturazione, incurante delle proteste ambientaliste.
La mossa della Soprintendenza di dichiarare la pista di notevole interesse ha un primo effetto che riguarda i tempi. Al Comune di Cortina sono stati dati 80 giorni di tempo per presentare le proprie deduzioni, la procedura dovrà comunque essere definita entro 120 giorni. Nel frattempo vige un regime di salvaguardia, per cui la vecchia pista non può essere abbattuta, come avrebbe voluto fare, già da settembre, il commissario Sant’Andrea. Che fosse necessario fare i conti con una specifica autorizzazione paesaggistica lo sapeva anche la Regione Veneto, ma non sembrava preoccupata. Nella “relazione tecnica” del Progetto di fattibilità tecnico-economica, predisposta a Venezia, si fa riferimento all’esistenza di una “dichiarazione di notevole interesse pubblico” di tutto il Comune di Cortina d’Ampezzo, che risale al 1952. “Conseguentemente – scrivono i progettisti – qualsiasi intervento non espressamente escluso deve ottenere una specifica autorizzazione paesaggistica da parte della ‘Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio’, ciò vale pertanto anche per la presente progettualità per la quale va valutata la verifica dell’applicabilità dell’interessa culturale”.
Perché non fu fatta una verifica prima di inserire l’opera nella candidatura olimpica, dando per scontato che il parere sarebbe stato favorevole? Forse perché la Regione pensava che la pista non rientrasse tra i beni tutelabili, visti gli interventi arrivati fino al 1988. Ma la stessa Regione scriveva: “Tuttavia questi interventi si rappresentano come una successione di lavori puntuali finalizzati all’evoluzione della pista esistente ai requisiti di sicurezza e sportivi, senza stravolgere l’impianto complessivo nei suoi aspetti caratterizzanti, come le successioni ed il carattere delle curve”. Anzi, riteneva opportuna la verifica “anche alla luce del valore identitario che la pista rappresenta”. Il fatto è che si è sempre parlato di ristrutturazione, ma ora si scopre che il percorso è completamente nuovo e dei vecchi manufatti non resterà niente, salvo qualche restauro a beneficio più del pubblico che della funzionalità dell’impianto.
Ecco come l’illustrazione del progetto avvenuta al congresso IBSF è stata riassunta dalla Regione Veneto: “Alla vista delle immagini di Cortina mostrate a Losanna, quelle delle curve storiche Belvedere, Bandion e Cristallo che rimarranno anche nella riqualificazione, in sala si è diffuso un tangibile entusiasmo. A molti dei partecipanti è affiorato vivido il ricordo di uno dei luoghi più iconici al mondo per questi sport invernali, Cortina, dove parte dei presenti ha anche gareggiato e ha lasciato parte del proprio cuore sportivo”. Il riconfermato presidente della Federazione, Ivo Ferriani, ha commentato: “I partecipanti al congresso si sono congratulati delle scelte fatte per recuperare uno dei luoghi simbolo degli sport invernali. Ciascuno ha preso molto positivamente l’invito dell’ingegnere della Regione, Elisabetta Pellegrini, rivolto all’utilizzo della pista per i grandi eventi sportivi post olimpici”. Nonostante questo, Zaia ha aggiunto: “Continueremo a collaborare con il commissario Sant’Andrea monitorando i tempi: la pista da bob sarà un sorvegliato speciale”.