Prima la gestione complicata delle convocazioni a Pechino, rimbalzata su tutti i giornali a inizio anno, con tanto di polemiche. Ora i ritardi sulle Olimpiadi di casa nostra, con la sospensione della pista da bob a Cortina, e la richiesta delle Regioni, diretta al governo, di “commissariare” il comitato organizzatore. Per finire con le elezioni della Fisi, che tanto a livello nazionale, quanto a livello locale, stanno facendo discutere.
Nel palazzo di via Piranesi, a Milano, dove ha sede la Federazione italiana sport invernali, è già tempo di pensare alla neve, nonostante le temperature proibitive di questi giorni. Temperature che nei corridoi della Fisi sono ancora più alte, dato che a ottobre ci sarà la delicata elezione del presidente, che dovrà occuparsi del quadriennio olimpico in vista dei Giochi di Milano-Cortina. Sulle chat dei cellulari si fanno i nomi dei candidati, si cercano appoggi e strategie; sui social, invece, sono già aperte le discussioni, che scadono, non di rado, negli insulti. Al momento, in corsa, c’è il romano Alessandro Falez e, soprattutto, l’attuale presidente, Flavio Roda, che ha dichiarato a SciareMag di volersi candidare per il quarto mandato consecutivo, ancorché la legge (11 gennaio 2018 n.8) lo vieti, fissando a tre il numero massimo di mandati consentiti.
Ma ad agitare la Fisi c’è anche il caso del Trentino. Le elezioni si tengono sabato 23 luglio e ad aver presentato la propria candidatura, opposta a quella di Marco Zoller, c’è l’attuale presidente Tiziano Mellarini, ex assessore provinciale al Turismo. Mellarini è stato coinvolto nel 2019 per il caso dei rimborsi gonfiati, insieme ad altri consiglieri della provincia autonoma, ed è stato rinviato a giudizio per falso e truffa. Dal punto di vista formale, per Mellarini non si pone alcun problema, perché solo una sentenza passata in giudicato, stando allo statuto della Federazione, impedirebbe la candidatura. Il problema, dal punto di vista, questa volta, della sostanza, è che il 24 novembre è previsto il processo a suo carico – Mellarini e i suoi avvocati hanno scelto il rito abbreviato – e qualora venisse condannato in primo grado, potrebbe scattare la sua sospensione in via cautelare (come previsto dal Codice di comportamento del Coni) e di conseguenza il commissariamento per il Comitato, in attesa di nuove elezioni. Insomma, un bel danno d’immagine per la Fisi, considerato quanto scritto sopra, e per l’organo trentino impegnato nei Giochi olimpici.
Ci sarebbe poi un’altra questione, che non riguarda tanto la forma quanto l’opportunità della candidatura. Fermo restando la presunzione d’innocenza, Mellarini si troverebbe a guidare un organo sportivo con un procedimento pendente. Non il massimo se si pensa ai principi di lealtà sportiva e ai valori che l’attività sportiva dovrebbe trasmettere a chi la pratica, giovani in primis.
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